Borse, regna la prudenza di Valeria Sacchi

Borse, regna la prudenza Borse, regna la prudenza Ma l'ottimismo riparte da Wall Street MILANO. Strano ma vero. Le Borse europee hanno rapidamente esaurito la carica del ribasso dei tassi, che giovedì le aveva riportate tutte al rialzo, ed hanno preferito sintonizzarsi sull'orologio di Wall Street. Un orologio che giovedì aveva viceversa fatto cilecca, sommerso dagli echi catastrofici dei mercati sudamericani. E dunque i listini dell'Euro scelgono venerdì un avvio in tono minore, negativo, compresa Piazza Affari che parte con un calo vicino al 2%. Il Dow Jones, insomma, fa premio sul resto. Almeno in questi giorni. Nella base, evidentemente, non è ancora superata la paura legata al catastrofico crollo dell'area asiatica. E difatti, quando a metà giornata da New York arrivano i segnali che indicano una svolta al recupero, obbedienti le Borse europee cambiano direzione, spiegano le vele e si preparano a festeggiare per il secondo giorno consecutivo. La previsione si rivela esatta, Wall Street apre talmente sparata da provocare dopo pochi minuti il blocco automatico degli scambi. Ma non tutte le piazze del Vecchio Continente riescono a recuperare. Francoforte, ad esempio, dopo una partenza in deciso ribasso ed una altrettanto decisa virata, non riesce a reggere il segno «più» e termina in leggero calo: meno 0,20%. Più brillante Parigi, dove brilla la stella di Canal Plus, e dove l'indice guadagna lo 0,62% mentre marginale è il recupero di Zurigo (0,14%) e di Londra (0,28%). Meglio fa Milano che mette a se¬ gno un rialzo dello 0,75% (Mibtel) che, tuttavia, non riesce a pareggiare la serie negativa e, dopo due settimane in progresso, chiude l'ottava con il Mibtel che perde il 4,36% a quota 21932, meno 16,85% rispetto ai massimi dello scorso aprile, mentre gli scambi non superano i 2700 miliardi. Ad alimentare le incertezze dei mercati, e di conseguenza la loro cautela, ha contribuito anche la debolezza del dollaro. Una correzione che tuttavia sembra aver esaurito la carica, avvantaggiata anche dal ribasso dei tassi europei. Il biglietto verde si è riportato a 1,6770 marchi contro l'I,7130 del venerdì precedente, a 119,20 yen (123,05) e a 1661,30 lire (1696). A sua volta Wall Street si ri¬ prende avendo in parte metabolizzato le paure che arrivano dal Sud America. E' sostenuta dai dati sull'occupazione di novembre che vede negli Usa la percentuale dei senza lavoro scendere dal 4,6% al 4,4%, dati che oscurano le crisi aziendali di Boeing e i tagli occupazionali di Johnson & Johnson. A metà seduta il Dow Jones è in re- cupero di 138 punti. Milano ricalca dunque il quadro generale, vive per ore di alti e bassi, all'inizio più bassi che alti, e trova il passo, nella mattina, solo grazie alla Fiat che, sulla base di indiscrezioni su colloqui in corso con Mitsubishi, spinge il mercato al recupero. Verso mezzogiorno l'indice si avvicina al pareggio, nel primo pomeriggio ritrova il segno positivo, sorretta da un dollaro meno depresso e dalle attese di Wall Street. Quando da New York arriva la conferma, Piazza Affari riprende lo sprint, va in vantaggio dell'1%. Ma riemergono le vendite. La prudenza, insomma, non sembra abbandonare del tutto il parterre telematico dove in evidenza sono i telefonici: da Mediaset, spinta da voci sulla ripresa di trattative con Telecom, a Olivetti, e le banche popolari. Se il taglio dei tassi poco incide sul listino, viceversa mette le ali alla corsa delle banche italiane a ridurre «prime» e «top rate». Contrariamente alle vecchie abitudini, questa volta i banchieri non se la prendono comoda, ma fanno a gara a chi arriva primo. La palma della tempestività va al gruppo Ambroveneto-Cariplo, che aveva battuto il colpo giovedì, seguito a ruota da due istituti meridionali: Banca del Salento e Banco di Napoli. Ieri la pattuglia è diventata valanga, coinvolgendo non soltanto i grandi istituti ma i medi e i minori. Anche per le banche sembrano arrivati tempi diversi. Valeria Sacchi Il presidente Bce contesta la cautela del governatore Ciampi minimizza «Il 3 per cento è ormai una realtà» Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio e il presidente della Bce. la Banca centrale europea, Wim Duisenberg

Persone citate: Antonio Fazio, Ciampi, Wim Duisenberg