Blair e Chirac: un'euroarmata per le crisi internazionali di Enrico Benedetto

Blair e Chirac: un'euroarmata per le crisi internazionali DIPLOMAZIA Dal vertice franco-inglese nuovo passo per l'Unione politica Blair e Chirac: un'euroarmata per le crisi internazionali PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'Europa militare non è più utopia. Esautorando l'Ueo, Francia e Gran Bretagna gettano le fondamenta di una Difesa continentale. Senza ripudiare il vecchio ombrello atlantico, l'iniziativa bilaterale s'impegna a rendere operative «forze credibili», con «mezzi adeguati» sul piano logistico e finanziario. Obiettivo: poter intervenire «in modo tempestivo, efficace, risolutorio» nelle «grandi crisi internazionali». Il summit franco-inglese di Saint-Malo sancisce insomma un rilancio alla grande fra «le due maggiori potenze europee a livello militare» (Chirac dixit). E che la dichiarazione comune venga siglata su un cacciatorpediniere - il Birmingham - ben ne riassume il carattere non simbolico. Di baloccarsi con l'Ueo, Jacques Chirac e Tony Blair più non vogliono saperne. Continuerà a esistere, ma in un ruolo subalterno. L'Unione dell'Europa occidentale fornirà «informazioni» e «assistenza strategica». Per L'Eliseo è una piccola, grande vittoria. Si diceva Parigi in¬ vidiosa del nuovo asse socialdemocratico Bonn-Londra. Che indubbiamente lo preoccupa ancora. Ma in un tema chiave e innovativo come la Difesa, la Germania non ha molto da offrire causa handicap storici. Chirac coglie dunque l'occasione per rifarsi con i vicini d'Oltremanica. I Tories non avrebbero mai accettato una simile ipotesi. Legatissima per tradizione alla Nato, la Gran Bretagna conservatrice preferiva navigare di conserva sulì'eurodifesa. Invece Tony Blair, pur non bocciando l'atlantismo, vuole emanciparsi dalla protezione americana. Donde lo spettacolare passo avanti. Sul piano formale, l'Alleanza mantiene le sue prerogative. Facendo buon viso a cattiva sorte, Washington non critica quindi il piano anglo-francese. Ma sul medio-lungo termine è persuasa che la Nato perderà la sua onnipotenza. La nuova «intesa cordiale» ParigiLondra dovrebbe agglutinare altri consensi estendendosi man mano all'Ue. Il processo richiederà tempo. Ma vedremo le primizie del piano all'opera in Macedonia fin dalle prossime settimane. E che già nel Kosovo i due Stati maggiori cooperino testimoniando un'ottima sintonia è di buon auspicio. Adesso bisognerà estenderla. Nel conflitto africano dei Grandi Laghi, per esempio, il neoasse Chirac-Blair ipotizza un approccio consensuale. Diplomazia e - in prospettiva pressioni militari. Meta ultima: una conferenza di pace da tenersi a a Parigi. In fondo, l'euroarmée costituiva l'ultima, dolorosa lacuna nell'applicazione di Maastricht. Colman¬ dola, i partner intravedono un'Europa meno squilibrata, superpotenza non solo economica. E tuttavia, siamo ancora a un semplice abbozzo. Nessuna cifra, pochi impegni concreti, dettagli nel vago. Ma non poteva, in definitiva, andare diversamente. Nella fase attuale, gli europartner non vedrebbero con simpatia soluzioni precise e incontrovertibili. Deve restare un margine. Diano pure l'esempio, Francia e Inghilterra, ma senza imporlo. La «due gionù» in Normandia ha permesso, dice Chirac, di fare il punto su relazioni «calorose e positive come non mai». Scomparse ombre, reticenze, invidie, toma il bello stabile sulla Manica. L'Eliseo riconosce che malgrado le aperture i Britannici non condividono lo slancio francese verso un'europolitica estera autonoma. Ma è l'unica riserva. E che le due delegazioni lavorassero senza interprete costituisce una prova di reciproca fiducia rara in circostanze simili. Significativo progresso, infine, sulla pax fiscale tra i due Paesi. La flessibilità del sistema inglese nuoce alla Francia, che vede imprese e commerci trasferire la sede giuridica nell'isola per evitare il troppo vorace regime francese. Londra aveva accondisceso solo con riluttanza a riequilibrare la situazione. Così Lionel Jospin ha di nuovo perorato la causa. Sembra con successo. Enrico Benedetto Il presidente francese «Siamo le due maggiori potenze militari del continente» Da sin. Blair, Chirac e Jospin al vertice di Saint-Malo