Sì ai libri gratis anche nelle private di M. Tor.

Sì ai libri gratis anche nelle private Pure An vota l'emendamento del governo. Veltroni: Berlinguer ha fatto bene, ma serve una svolta Sì ai libri gratis anche nelle private La maggioranza accelera: nel '99 la legge sulla parità ROMA. Alla fine, la maggioranza ha detto sì: sì a una «accelerata» per il pacchetto-scuola; sì a libri di testo (gratuiti) nelle medie e (in comodato) nelle superiori, pubbliche e private, per tutti gli studenti il cui reddito familiare non superi la soglia che verrà stabilita in base al riccometro. Il collegato alla Finanziaria destina a questo intervento 200 miliardi dei 750 miliardi previsti per il diritto allo studio in tre anni. L'emendamento del centrosinistra è stato votato dalla maggioranza, ma anche da An. L'accordo è stato raggiunto al termine una faticosa trattativa che vedeva distanti le posizioni tra Udr da una parte e Ds e Pdci dall'altra. L'Udr era contraria ad anticipare la norma. I Ds, invece, come il Pdci, erano partiti da un utilizzo totale dei 750 miliardi per i libri gratis, per poi formulare una proposta di mediazione pari a 450 miliardi nel triennio. Alla fine, si è giunti ad una intesa globale che prevede anche l'accelerazione dell'esame legislativo del disegno di legge sulla parità, della riforma dei cicli e dell'innalzamento dell'obbligo. A cantare vittoria è soprattutto l'Udr, che parla di «un primo importante passo verso la parità scolastica». I cossighiani hanno anche incassato l'impegno del governo sulla parità, per varare la riforma entro il '99 e renderla operativa a partire dal 2000. «Si tratta di una dotazione finanziaria sufficiente per avviare l'inziativa - sostiene il relatore, Paolo Giaretta (Ppi) - è chiaro che nel biennio successivo rimangono i residui 550 miliardi per il diritto allo studio e la loro utilizzazione, per i libri, ma anche per trasporti, mense e altro, verrà definita con successive norme». Accordo «accettabile», fa sapere Luigi Marino, capogruppo del Pdci al Senato. Cesare Salvi (Ds) mette l'accento sull'intesa complessiva: la ritrovata armonia è utile «per procedere in modo rapido all'approvazione di tutte le leggi di riforma della scuola». E, presto, aggiunge il presidente dei senatori della Quercia, avremo un testo unifica¬ to anche sulla parità. Sulla stessa lunghezza d'onda, Barbara Pollastrini, responsabile «scuola» dei Ds: «Il governo D'Alema - dice - ha già dato un buon strappo sulla scuola; deve continuare e completare 1' opera». Ma Walter Veltroni, neo-leader dei Ds, mette le mani avanti e guarda lontano: «Il problema non è solo dei 300 o più miliardi di lire di finanziamento; il problema è che c'è bisogno di cambiare radicalmente la scuola italiana. Il ministro della Pubblica Istruzione fino ad oggi ha fatto buone cose, ma c' è bisogno di una legge dello Stato che ponga le basi per un cambiamento radicale». In realtà, il nodo della parità pare ben lontano da una soluzione. Da un lato, Forza Italia e An si schierano contro i «finti egualitarismi» e accusano D'Alema di dire «cose false e demagogiche». Dal¬ l'altro, sabato 19, Roma ospiterà due manifestazioni contro i finanziamenti alle scuole non statali. La prima è promossa da «Critica liberale», con l'adesione di Sylos Labini e Giorgio La Malfa. La seconda porterà in piazza le organizzazioni studentesche: Uds, Giovani comunisti, Collettivi autonomi. In testa al corteo, Dario Fo e Giorgio Bocca; aderiscono anche Fausto Bertinotti, Armando Cossutta («Sì alla parità, niente soldi alle private»), Luigi Manconi... Di diverso avviso, la Confindu- stria. «Il rischio di privatizzazione del sistema formativo italiano non esiste - sostiene Attilio Oliva, presidente della Commissione scuola della più grande associazione industriale -. Gli studenti delle private rappresentano oggi il 6 per cento del totale; e sono destinati a ridursi rapidamente a zero, con la conseguenza della totale statalizzazione del nostro sistema scuola. La legge sulla parità sarebbe un utile strumento per garantire una certa liberalizzazione del sistema, consentendo la presenza di una scuola pubblica prevalente, di una scuola religiosa e di una scuola imprenditoriale laica sulla quale noi speriamo molto per il futuro». Ieri, intanto, al Senato, è cominciato l'esame generale del disegno di legge sul precariato, l'approvazione del quale darà via libera anche ai concorsi a cattedra per le scuole di ogni ordine e grado. Un provvedimento atteso da migliaia di persone, il cui obiettivo - come spiega Giorgio Gardiol, senatore dei Verdi - «è quello di innalzare la qualità della scuola pubblica». Fra i tanti emendamenti, Gardiol ne ha presentato uno caldeggiato dalla Fadis, la Federazione che raggruppa le associazioni degli insegnanti assegnati per l'integrazione degli alunni handicappati: stop ai corsi «intensivi» di specializzazione, destinati ai docenti in esubero riciclati su posti di sostegno; si sono rivelati un vero fallimento, sia sul piano della formazione dei professori, che su quello del presunto risparmio per le casse dello Stato. [m. tor.]

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