AI FISCHI SI DICE NO
AI FISCHI SI DICE NO AI FISCHI SI DICE NO c j E' qualcosa clic stride nell'inflessibile radicalità con cui gruppi di studenti di Catania, piuttoso che di Milano o di Roma impugnano principi costituzionali, peraltro nobili, a favore di una purezza dello Stato laico che non aveva mai fatto parte dei loro obiettivi. Non che sia illegittimo, ammesso naturalmente die la contestazione non superi una soglia critica di civiltà. Mentre appare del tutto naturale clie un ampio fronte formato da laici illustri si schieri a difesa di un dettato costituzionale decisamente chiaro, occorre domandarsi come mai sia potuto accadere che, in questo caso, la Costituzione venga agitata nelle piazze al posto del libretto di Mao. Da un certo punto di vista sarà anche un passo avanti, ma è strano. La risposta forse è che la questione delle scuole private è stata affrontata dal governo un po' sotto il tavolo e nelle pieghe di una trattativa politica. Se è cosi, Massimo D'Alema, dopo i fischi di ieri, ha una sola scelta. Poiché, se arretrasse, avallerebbe questa impressione, deve procedere, ma ponendo in termini aperti, chiari e altamente motivati la necessità di riformare i rapporti tra scuola pubblica e privata in Italia. Paolo Passarmi
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