Siemens guarda all'Italia

Siemens guarda all'Italia Siemens guarda all'Italia IFRANCOFORTE L gruppo tedesco Siemens conferma la maxi-ristrutturazione già annunciata che comprende la cessione di attività per 17 mila miliardi e 60 mila dipendenti e che costerà quattromila miliardi, al termine della quale, nella primavera del 2001, la società verrà quotata alla Borsa di New York. Lo spiega il presidente Heinrich von Pierer a Francorforte, alla presentazione dei risultati del bilancio chiuso al 30 settembre che vede una crescita del 105 del fatturato a 118 miliardi di marchi ma un utile sceso dai 2,6 miliardi di marchi precedenti a 917 milioni di marchi, anche a causa di oneri straordinari di ristrutturazione. Nonostante la ristrutturazione, von Pierer assicura che l'Italia, dove oltre a Siemens Italia, il gruppo controlla, alla pari con Telecom, Italtel, resta un Paese importante. E aggiunge di essere disponibile a riprendere i colloqui per Ansaldo. «Alla chiusura dei negoziati con Daewoo non ho mai creduto, a causa dei problemi finanziari dei sudcoreani» osserva. «Per Ansaldo non abbiamo mai fatto un'offerta, ma è chiaro che abbiamo un forte interesse a mantenere le cooperazioni in atto con la società nelle turbine a gas e nel settore ferroviario». Quanto ad Italtel, von Pierer chiarisce di non essere ancora in grado di dire nulla sulla «strategia futura di Italtel, e nemmeno se ci saranno cambiamenti nella struttura dell'azionariato. Anche perché si tratta di decisioni di strategia industriale che spettano al governo italiano. Telecom deve delineare le linee strategiche del gruppo, ma capisco che ci vorrà un po' di tempo». E conclude: «Mi sono congratulato con i nuovi vertici di Telecom, e sarei lieto di incontrarmi con loro». Sulla nuova politica tedesca, von Pierer esprime parecchia preoccupazione. «Siamo una grande società tedesca che dà lavoro a moltissime persone, e abbiamo sempre buoni rapporti con ogni governo» sottolinea, ma aggiunge che oggi «le premesse non sono tra le migliori». Von Pierer critica soprattutto la politica fiscale annunciata dal ministro delle Finanze, che graverà con nuovi oneri sulle imprese e, di conseguenza, «non sembra il modo migliore per far crescere l'occupazione, che pure è uno degli obiettivi principali di questo nuovo governo». Nel mirino del presidente della Siemens anche le rivendicazioni salariali, richieste che «sono la fine della ragionevolezza». Tornando ai conti della casa madre, von Pierer anticipa che già nell'anno in corso la crescita di Siemens «sarà a due cifre», con un utile netto che si riporterà intorno ai tre miliardi di marchi. Sempre nell'esercizio chiuso al 30 settembre, la Siemens Italia (che occupa 7000 dipendenti) ha realizzato un fatturato di 4000 miliardi di lire, di cui il 45% realizzato nei settori dell'energia, del medicale, dei trasporti e delle componenti. Renzo Tani, amministratore delegato di Siemens Italia si dice fiducioso «nelle misure annunciate in Germania» e «non preoccupato» dei riflessi che esse potranno avere sulle attività italiane. [v. s.] S

Persone citate: Ansaldo, Heinrich Von Pierer, Renzo Tani, Siemens Italia, Von Pierer

Luoghi citati: Germania, Italia, Italtel, New York