Fondazione Cri, ultimo sprint per la presidenza
Fondazione Cri, ultimo sprint per la presidenza CREDITO E NOMINE Via alla riorganizzazione delle partecipazioni. E intanto il Sanpaolo tratta con i francesi Fondazione Cri, ultimo sprint per la presidenza Crescono le tensioni politiche, ma Comba resta il gran favorito TORINO. Ecco il grande giorno delle nomine alla Crt. Il consiglio di amministrazione della Fondazione è chiamato questo pomeriggio a decidere il nome del presidente che guiderà l'istituzione per i prossimi cinque anni. Qualche frizione di natura politica, tiene ancora aperti i giochi, ma tutto lascia intendere che vi sarà una riconferma di Andrea Comba, l'uomo che ha tenuto le fila della trattativa con cui la cassa torinese ha partecipato alla creazione del gruppo Unicredito Italiano con Credit, Caritrieste, Cassamarca, Rolo e Cariverona. Ad agitare le acque c'è un documento dei Ds diffuso mercoledì: pur senza fare nomi, la dichiarazione sottolinea la necessità di «una scelta di rinnovamento» che corrisponda alle esigenze poste dalla unificazione con il Credito Italiano e dalla legge per la riforma delle fondazioni bancarie approvata dal Senato. Ma, stando alle ultime indiscrezioni, l'invito dovrebbe restare lettera morta. Non ha preso posizione nella vicenda il sindaco Castellani che, come prevede lo Statuto, ha recentemente nominato tre rappresentanti del Comune nella Fondazione. Oltre a Comba, si tratta di Rinaldo Bertolino e Giovanni Ferrerò e proprio quest'ultimo, ex assessore regionale del Pci-Pds, viene indicato negli ambienti Ds come ipotetica alternativa. Ieri, intanto, l'assemblea della Banca Crt ha approvato la modifica dello Statuto che porterà fino a 20 il numero dei consiglieri (oggi sono 15). A metà gennaio i soci della Crt eleggeranno il nuovo consiglio, nel 'quale saranno undici i-rappresentanti di Unicredito e 9 quelli della Cassa torinese. Nella giornata di oggi i tredici consiglieri della Fondazione dovrebbero esaminare il nuovo passaggio della strategia di riorganizzazione delle partecipazioni. E' atteso che venga assunto l'orientamento di trasferire dalla Banca Spa alla holding le quote detenute nella Finaosta, nella Finpiemonte e nel Lingotto (si tratta di una fetta del 15,65% per cento). Intanto, per rimanere sul fronte creditizio piemontese, si è appreso ieri che Rainer Masera, direttore del San Paolo-Imi, e il presidente del Crédit commerciale de France (CCF), Charles de Croisset, si incontreranno a Parigi prima di Natale per definire la quota nella banca francese che potrebbe rilevare il gruppo torinese e discutere il piano industriale alla base dell'accordo. Secondo fonti vicine alla banca francese citate da II Mondo lo schema di lavoro prevede che San Paolo-Imi e Ccf sviluppino una fitta serie di sinergie soprattutto in materia di private e investment banking e nella gestione di capitali. Il tutto con una condizione posta dalla banca francese: ciascun istituto continuerà a gestire in totale indipendenza la rete di sportelli e le controllate bancarie a livello nazionale. Tutte le altre attività potranno invece trasformarsi in terreno di collaborazione. Insieme con l'istituto torinese i francesi contano di sviluppare fondi comuni, società a capitale variabile (Sicav) e la gestione del patrimonio mobiliare. [r. e. s.]
Persone citate: Andrea Comba, Castellani, Comba, Giovanni Ferrerò, Rainer Masera, Rinaldo Bertolino
Luoghi citati: Fondazione, Parigi, Torino
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