Tra gli Stati Uniti e l'Italia riesplode la guerra del riso di Gianfranco Quaglia

Tra gli Stati Uniti e l'Italia riesplode la guerra del riso L'Ente Risi vercellese va all'attacco Tra gli Stati Uniti e l'Italia riesplode la guerra del riso Nel mirino le importazioni americane a tassi agevolati nei Paesi europei MILANO. E' riesplosa la guerra del riso fra Italia e Stati Uniti per le importazioni in Europa a dazi agevolati di prodotto targato Usa. Questa volta sotto accusa è il «Cumulative Recovery System», un complicato meccanismo messo a punto per consentire agli importatori di riso di pagare il dazio in funzione del prezzo indicato in fattura e non sulla base dei prezzi di riferimento rilevato dalla Commissione europea. I risicoltori italiani e quelli dei Paesi produttori partner (Spagna, Francia, Grecia e Portogallo) sostengono che 0 sistema ha favorito l'arrivo nell'area comunitaria di riso americano con rimborsi di dazio elevatissimi. Tutto ciò sarebbe stato possibile attraverso la documentazione di prezzi artatamente aumentati. Un raggiro, quello denunciato, che ha penalizato la risicoltura itlaiana. E proprio dall'Italia, attraverso l'Ente Nazionale Risi, è partito l'attacco più diretto con una inserzione a pagamento pubblicata nei giorni scorsi sul «Financial Times», dal titolo: «Cumulative Recovery System: is everything in order?» (E' tutto regolare?). Il testo apparso nello spazio pubblicitario, in lingua inglese, dice fra l'altro: «Le importazioni di riso nell'Unione Europea, proprio a causa di tale sistema hanno riguardato circa 175.000 tonnellate con una riduzione del dazio di circa il 22% grazie a prezzi che, da un punto di vista tecnico, non trovano giustificazione. La risicoltura europea vuole lanciare un appello affinchè siano esercitati tutti i controlli necessari per garantire la corretta applicazione delle normative comunitarie e fiscali. Non è escluso infatti che chi abbia agito nel rispetto della normativa comunitaria trovando possibili meccanismi che garantiscano una legalità nell'operato, non abbia violato le normative fiscali del Paese in cui sono state effetuate le importazioni». Secondo la denuncia contenuta nell'informazione pubblicitaria il «Recovery System» è costato all'Europa più di 17 milioni di Ecu (circa 33 miliardi). Il «Crs» scadrà il 31 dicembre, ma il rischio di altre agevolazioni fiscali alle importazioni di riso semigreggio sembra dietro l'angolo. Piero Garrione, presidente dell'Ente Risi, Giuseppe Rosso (presidente del risicoltori) e Elio Scaramuzza (presidente industrie risiere) hanno chiesto l'intervento del ministro De Castro. Gianfranco Quaglia

Persone citate: De Castro, Elio Scaramuzza, Giuseppe Rosso, Piero Garrione