Aumenti Telecom, bufera sulle cifre di V. Cor.
Aumenti Telecom, bufera sulle cifre Si parla di rincari dell'8,7% ma una componente dell'Authority smentisce Aumenti Telecom, bufera sulle cifre E arriva una bacchettata per le bollette «oscurate» ROMA. Telefono più caro, ma per ora non si sa di quanto. Alcune voci sugli aumenti contenuti nel piano di riassetto tariffario consegnato all'Authority per le Tic dalla Telecom hanno scatenato un coro di reazioni negative. Poi è arrivata una smentita, seppur non ufficiale, dall'autorità di controllo sulle cifre in circolazione. Le anticipazioni parlano di un aumento del canone di 1000 lire per la clientela residenziale e di 2100 lire per quella d'affari, un incremento medio dell'8,7 per cento per le chiamate urbane, una riduzione media del 7,9 per le interurbane e del 10 per cento per le chiamate internazionali. Dopo questa prima fase di riassetto, da attuarsi ancora nel 1998, ne seguiranno altre due, in febbraio e a luglio dell'anno prossimo. A febbraio, annunciano le indiscrezioni, dovrebbe scattare un aumento del canone di 1500 lire al mese per la sola clientela d'affari e un ulteriore incremento dei costi del 12 per cento per il traffico urbano. La società telefonica avrebbe previsto nei suoi conti, a manovra conclusa, una spesa per gli utenti superiore di 651 miliardi all'anno per i canoni e di un rispar- mio di 987 miliardi sulle chiamate. Nel documento consegnato all'Authority si parla anche di «pacchetti sociali per tutelare le categorie più deboli», che dovrebbero tradursi in agevolazioni da concordare proprio con l'autorità di vigilanza del settore. E nella seconda fase della rimodulazione tariffaria Telecom ha chiesto l'introduzione del «traffico di prossimità», cioè quello effettuato tra zone contigue nello stesso distretto, che compenserebbe gli aumenti sulle chiamate urbane. Le voci relative agli aumenti hanno provocato una levata di scudi da parte di associazioni consumatori, politici e sindacati. L'Alleanza Consumatori sostiene che «gli aumenti riguardano un settore non ancora aperto alla concorrenza, che interessa attualmente solo le intenirbane e le internazionali». L'Adusbef concorda sul fatto che sia troppo presto per concedere aumenti delle tariffe e l'Aduc si dichiara nettamente contrario ad eventuali rincari. Il Codacons parla di «smaccato favoritismo dell'Autorità per la società Telecom». Forti critiche sono venute anche da alleanza nazionale e dai verdi. «Una decisione dell'Authority di aumentare le tariffe telefoniche potrebbe far saltare il tavolo del patto sociale», sostiene da parte sua il segretario confederale della Cgil, Walter Cerfeda. In serata, però, Paola Manacorda, membro dell'Authority per le comunicazioni smentiva con decisione le voci: «Aumenti del 7 per cento sulle telefonate urbane? Tutte balle». E aggiungeva: «l'impatto per gli utenti sarà soft». Sulle tariffe non resta quindi che attendere le decisioni dell'Authority, che saranno prese entro il 15 dicembre. Intanto dall'autorità per la privacy arriva a Telecom una richiamo a proposito della disposizione che impone alla società telefonica di fornire le ultime tre cifre delle chiamate constestate. Un decreto legislativo aveva infatti recepito una direttiva europea che prevede che sulla bolletta, quando si richiede la documentazione relativa al traffico svolto, le ultime tre cifre siano oscurate. Ma gli abbonati hanno segnalato che con queste norme non si può più controllare il traffico e stabilire se, sulla bolletta, c'è qualche sbaglio. Da qui l'intervento dell'Authority che chiede a Telecom di fornire «con tempestività notizie sull'attuazione dei principi indicati nel provvedimento». [v. cor.]
Persone citate: Paola Manacorda, Walter Cerfeda
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