«Barolo al sapore di glicerina»

«Barolo al sapore di glicerina» Accuse dalla tv svizzera, che parla di un trucco per migliorare alcune annate «Barolo al sapore di glicerina» Iproduttori: «Una sostanza naturale» UN'OMBRA SUL RE DEI VINI AALBA L Consorzio di tutela del Barolo aspettano di ricevere dalla Svizzera la videocassetta con la registrazione del programma «Kassensturz» (letteralmente «verifica di cassa»). E' una rubrica di informazioni ai consumatori, mandata in onda martedì sera dalla tv di lingua tedesca. Il servizio dedicato ai vini era aperto dall'immagine di una corona spezzata: un effetto speciale sul «re dei vini, il vino dei re», ovvero Sua Maestà il Barolo. Quale l'accusa? Alcuni tipi di Barolo sarebbero stati «ammorbiditi» con glicerina. La sostanza è naturalmente presente nei vini come prodotto secondario della fermentazione alcolica delle sostanze zuccherine, ma, secondo gli svizzeri, in sette dei 21 Barolo analizzati la glicerina era stata aggiunta per rendere appunto il vino più morbido e vellutato. Anche 2 dei 5 vini di Borgogna analizzati conterrebbero glicerina aggiunta. Un «trucco», assolutamente non nocivo per la salute, e questo gli svizzeri lo hanno precisato, ma che rischia di offuscare l'immagine di un prodotto trainante del «made in Italy», con ripercussioni commerciali pesanti su uno dei mercati più importanti per le esportazioni enologiche italiane (il cui saldo attivo globale è cresciuto negli ultimi 7 mesi del 16%, raggiungendo i 2200 miliardi). «Mi sono arrivati decine di fax e la mia casella di posta elettronica si è riempita di messaggi di amici svizzeri», commenta René Muller, dalla sua cascina sulle colline sopra Cortemilia. Muller, con la moglie Cristiane, è stato tra i primi ad approdare nelle Langhe, una decina di anni fa, dalla Svizzera. Ha aperto la strada ad una trasmigrazione di migliaia di elvetici, attratti dal paesaggio, dalla buona cucina e soprattutto dai vini, Barolo in testa. «Quella trasmissione è molto seguita, i miei connazionali sono sensibili a notizie su manipolazioni di prodotti, penso che i produttori farebbero bene a difendersi e a spiegare», aggiunge Muller. E' appunto quello che hanno intenzione di fare al Consorzio del Barolo e dei vini d'Alba. Il presidente Massimo Martinelli ha convocato una riunione del direttivo, in rappresentanza delle 300 aziende associate. E' stato redatto un documento sul «caso glicerina» con indicazioni tecnico-enologiche. I produttori intendono muoversi con calma «regale», forti del fatto che su 7 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, oltre 6 vanno all'estero. I prezzi, dalle 15 mila in su con punte per le grandi annate e i grandi nomi che superano le 100 mila, trasformano il pianeta Barolo nel satellite più dorato della nostra enologia. Una nicchia da oltre 100 miliardi l'anno. «Qui da noi siamo abituati a ra- gionare con calma e senza lasciarci prendere dalle polemiche», commenta Giancarlo Montaldo, sindaco di Barbaresco e consulente del Consorzio. «La querelle sulla presunta glicerina aggiunta era già venuta fuori nel '97, quando un gruppo di ricercatori tedeschi di Magonza aveva messo a punto un metodo, non ufficiale, per individuare la presenza delle diglicerine cicliche. Sappiamo che possono formarsi anche durante l'invecchiamento dei vini. Gli svizzeri hanno preso in considerazione bottiglie delle annate '91/92, '93 e il '94, l'ultima in commercio, in attesa del grande poker '95-'96-'97'98, finora il meglio di questo secolo. E poi l'uva nebbiolo sviluppa naturalmente molta glicerina nei vini». «Diciamolo che non fa male: quand'ero farmacista, ne ho ven¬ duta tanta, serviva anche contro le coliche renali», aggiunge Giacomo Oddero, presidente della Banca Europea e produttore con il fratello Luigi con vigne nel cuore della zona a «docg», denominazione di origine controllata e garantita. E se un po' di glicerina fosse passata nel vino dai tappi che vengono «unti» per tenerli morbidi? Ipotesi se ne fanno tante, ma nessuno si sbilancia sulle possibili «aggiunte» attuate in cantina da qualche produttore, magari su consiglio di «guru del vino» attenti ai gusti internazionali che vogliono prodotti sempre più morbidi e rotondi. Si torna al gran dibattito sulla tipicità dei vini, comprese certe ruvidità non facili al primo assaggio. E la polemica dalla Svizzera arriva mentre il vino assurge nei dibattiti scientifici internazionali a prodotto «benefico». A Firenze, in un con- vegno su vino e salute al «resveratrolo», sostanza presente soprattutto nei rossi, ò stata riconosciuta anche un'azione antitumorale. Lo dicono ricercatori americani e negli Usa i produttori vogliono far stampare in etichetta informazioni sui benefici del bere moderato di vino. Il Barolo non perderà la sua corte. Sergio Mira valle «Potrebbe essere passata dai tappi unti per tenerli più morbidi» Nel mirino anche alcuni vini francesi Ma il conduttore riconosce che la sostanza non è pericolosa IL BAROLO NILM^NDO LA PRODUZIONE MEDIA DI NEBBIOLO DA BAROLO EQUIVALE A CIRCA 7 MILIONI DI BOTTIGLIE I PRINCIPALI MERCATI (dati in migliaia di bottiglie) USA 1500 GERMANIA 1100 ITALIA "1000 SVIZZERA 900 AUSTRIA 200 INGHILTERRA 350 GIAPPONE 350 CANADA 250 BENELUX 200 NORD EUROPA 150 (stime delle ultime annate) Ogni anno vengono prodotti 7 milioni di bottiglie di Barolo

Persone citate: Giacomo Oddero, Giancarlo Montaldo, Massimo Martinelli, Mercati, Muller, René Muller