«Ma Timberland è amica dei libri»

«Ma Timberland è amica dei libri» Il ministro aveva invitato i genitori a spendere meno per le scarpe e di più per l'istruzione dei figli «Ma Timberland è amica dei libri» L'azienda risponde alla provocazione di Berlinguer MILANO. «Si vede che il ministro Luigi Berlinguer deve avere dei figli che lo hanno esasperato con le nostre scarpe e che nella sua famiglia evidentemente siamo molto apprezzati». Corrado Ricciardi, da appena un mese amministratore delegato della Timberland Italia (800 mila scarpe all'anno in Italia, 12 milioni e mezzo nel mondo), ironizza sul paragone tra i libri e le note scarpe americane usato l'altro ieri dal ministro della Pubblica Istruzione («genitori: meno Timberland, più libri»). Ma tiene a difendere l'orgoglio aziendale. Il ministro Berlinguer vi ha definiti antagonisti dei libri. Vi sentite offesi? «No, perché le cose, ovviamente, non stanno così. Semmai è il contrario visto che noi, proprio come filosofia aziendale, tendiamo a promuovere iniziative sociali, a radicarci nel territorio. Pensi che la nostra casa madre negli Stati Uniti, paga 40 ore ai suoi dipendenti perché possano impegnarsi nelle comunità in cui vivono...». £ come pensate di rispondere alla «provocazione» di Berlinguer? «Non certo con un'altra provocazione commerciale Ma se doves¬ si decidere qualcosa, da domattina farei stampare la Costituzione per farla distribuire in omaggio con i nostri prodotti. Non mi sembra che i giovani ne vadano matti, ma conoscere i propri diritti è un buon passo verso la cultura. Trovo che Berlinguer, usando il nostro marchio, abbia voluto soltanto indicare una sperequazione tra consumismo e cultura. Che andrebbe riequilibrata». Come? I giovani e le loro fa¬ miglie spesso preferiscono il «look» di moda alla cultura. «E' un discorso che come azienda ci riguarda poco: penso che ormai Timberland fenomeno di moda sia passato da tempo. Esistiamo da 20 anni e non vendiamo soltanto scarpe, ma uno stile di vita. Quindi, chi ci compra non lo fa in alternativa a un libro. In America siamo leader del "rugged outdoor", ovvero la vita all'aria aperta, che non mi sembra un valore negativo o una moda banale». Ricciardi, come genitore, è d'accordo con il ministro della Pubblica Istruzione? «Se mio figlio insistesse per voler dilapidare una fortuna per acquistare ogni oggetto di moda che il bombardamento del mercato gli propone, farei di tutto per impedirglielo. Se invece vuole acqui¬ stare un oggetto che lo avvicina magari al suo eroe preferito, non vedo perché negarglielo. Insomma, è una questione di buon senso». Un cantante, Alex Britti, ha detto che Berlinguer, citando il vostro marchio, ha dimostrato di non conoscere nemmeno i gusti dei giovani in fatto di scarpe: meglio quelle da ginnastica. E' così? «E' stato così, ma ormai c'è un cambio eh tendenza. Comunque, a maggior ragione, non siamo noi gli antagonisti dei libri. Anche se nel mercato dei "boot" siamo leader tra i giovani. E dal 1994 ad oggi abbiamo raddoppiato le vendite: è la dimostrazione che abbiamo un rapporto diverso con i consumatori. In fondo, un marchio commerciale può anche diventare un veicolo culturale.». (p. col.] «Anche un marchio può diventare un veicolo per diffondere cultura» Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer

Persone citate: Alex Britti, Berlinguer, Corrado Ricciardi, Luigi Berlinguer, Ricciardi

Luoghi citati: America, Italia, Milano, Stati Uniti