I nastri di Nixon? Valgono 350 miliardi di Franco Pantarelli

I nastri di Nixon? Valgono 350 miliardi Gli eredi paragonano i documenti del Watergate alla Bibbia di Gutenberg I nastri di Nixon? Valgono 350 miliardi Le figlie vogliono l'indennizzo per V «esproprio» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Quanto valgono i documenti di Richard Nixon, trattenuti dallo Stato come «patrimonio nazionale» dopo che lui fu costretto a dimettersi nel 1974? Secondo gli avvocati della sua famiglia, in un'asta per collezionisti il prezzo di partenza di tutto il malloppo 42.000 pagine di documenti, 3700 ore di conversazioni registrate e svariate migliaia di fotografie - ammonterebbe ad almeno 35 milioni di dollari, cui vanno aggiunti gli interessi maturati in tutti questi anni che secondo loro raggiungono i 175 milioni di dollari. Dunque il valore è di 210 milioni di dollari, oltre 350 miliardi di lire, ed è quella la richiesta di «compensazione» con cui si sono presentati in tribunale paragonando il valore storico dei nastri alla Bibbia di Gutenberg e alla Dichiarazione d'Indipendenza. Ci avevano già provato nel 1991 e il giudice - accogliendo gli argomenti del rappresentante del governo («non sarebbe giusto chiedere ai contribuenti di pagare per del materiale che riflette un'attività criminale») - aveva deliberato che niente era dovuto. Loro però hanno insistito e la Corte d'Appello gli ha dato ragione. Si rifaccia il processo, ha decretato, e si calcoli «equamente» quanto è dovuto agli eredi di Nixon. Il calcolo lo abbiamo già fatto noi, hanno detto ieri i legali di Tricia e July, le due fighe di Nixon, e hanno sparato quella somma di 350 miliardi, spiegando che il «valore commerciale» di Nixon è molto alto. La prova? L'enorme curiosità suscitata dalla foto di lui con Elvis Presley pubblicata recentemente dal settimanale «Washingtonian». I rappresentanti del governo hanno subito contestato quella somma e per dimostrare che gli eredi di Nixon «ci stanno provan- do» hanno raccontato una storia. Fra quei documenti c'era infatti una lettera, datata 1972, in cui Nixon, scrivendo di suo pugno, spiega all'allora primo ministro cinese Ciu En-Lai il perché della sua decisione di bombardare Hanoi e di minare il porto vietnamita di Haiphong. Roba fina, si è detto «l'esperto di collezionismo» cui la famiglia Nixon si era rivolta, e ha dato allo scritto un valore di partenza per un'ipotetica asta di 25.000 dollari. Ma c'era il trucco. Quella lettera, hanno stabilito i calligrafi, confortati da John Taylor, un ex aiutante di Nixon, è falsa. Se tanto mi da tanto, hanno sostenuto gli avvocati del governo, come ci si può fidare del calcolo che porta ai 350 miliardi? Così ora i documenti dovranno essere tutti esaminati per benino e nessuno osa fare previsioni su quanto questo processo durerà. Franco Pantarelli

Luoghi citati: Hanoi, New York