Eurodeputati, taglio agli stipendi di F. M.

Eurodeputati, taglio agli stipendi Eurodeputati, taglio agli stipendi Gli italiani scendono da 18 a 10 milioni BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per gli eurodeputati italiani sarà una Caporetto finanziaria, una Waterloo della busta paga. Al posto dei diciotto milioni e mezzo che portano a casa ogni mese, e che si trasformano in undici milioni al netto delle tasse, dalla prossima legislatura i nuovi eletti potrebbero trovarsi in tasca circa dieci milioni lordi, che si ridurrebbero a meno di otto dopo aver pagato un'aliquota europea del 22,5%. Colpa, o probabilmente merito, del progetto di stipendio unico che il Parlamento europeo ha votato ieri in seduta plenaria (con 314 voti a favore, 84 contrari e 62 astensioni) e che tra otto giorni dovrà essere approvato dal vertice dei Capi di Stato e di governo dell'Ue. E' lo Statuto dei parlamentari europei, che fissa per la prima volta nella storia dell'Unione eropea uno stipendio unico per i 626 eurodeputati, ponendo così fine alla «giungla retributiva», fonte di tensioni. Ogni Mep (Membro dell'Europarlamento) riceve infatti lo stesso stipendio pagato ai colleghi parlamentari nazionali, con differenze importanti fra i meglio pagati, gli italiani appunto, e i più «poveri», gli spagnoli, con circa 5 milioni di lire. La decisione di dare lo stesso stipendio a tutti gli eurodeputati - per l'esattezza si tratta di 5,677 ecu (circa dieci milioni di lire) - dividendo il totale degli stipendi versati per il numero di deputati, finirà infatti per penalizzare gli italiani più di tutti gli altri, visto che oggi i nostri europarlamentari sono i meglio pagati dell'assemblea. Assieme a loro ci rimetteranno solo gii austriaci (che oggi guadagnano 8469 euro lordi il mese), e i tedeschi (che sono a quota 6308), mentre sarà festa grande per gli spagnoli, «Cenerentole» dell'Europarlamento con i loro 2827 ecu, meno di sei milioni lordi, il mese. Ma quello che fa storcere la bocca a molti è la «clausola di salvaguardia» che i parlamentari hanno inserito nel progetto di riforma del loro statuto. Per la prossima legislatura, per un periodo transitorio che va da metà '99 a metà del 2004, i parlamentari hanno infatti deciso che chi viene rieletto potrà scegliere tra il nuovo e il vecchio regime, mentre per i neoeletti scatterà automaticamente lo stipendio unico. Ma dalla votazione di ieri arriva anche un siluro alle ambizioni di candidature europee del movimento dei sindaci '■Cento Città»; Il Parlamento ha infatti approvato un emendamento che prevede l'incompatibilità tra il mandato europeo e la carica di deputato di un parlamento nazionale, di un'assemblea regionale o di sindaco di una città di oltre centomila abitanti. Francesco Rutelli e Massimo Cacciari, insomma, potrebbe vedersi sbarrata la strada per il Parlamento europeo. [f. m.]

Persone citate: Francesco Rutelli, Massimo Cacciari

Luoghi citati: Bruxelles