Ankara-Roma di M. Mo.

Ankara-Roma Ankara-Roma L Iran si candida per mediare ROMA. La Repubblica Islamica dell'Iran è pronta ad offrire la propria collaborazione per riavvicinare Italia e Turchia. Al termine della sua visita di tre giorni nel nostro paese il ministro degli Esteri, Kamal Kharrazi, si è soffermato sul caso di Ocalan, affermando: «Siamo pronti ad operare per far rientrare le tensioni anche se un nostro intervento ci sarà solo se le parti lo vorranno e ce lo chiederanno». Kharrazi però non entra nei dettagli e si guarda bene dall'avvalorare l'ipotesi di un espulsione verso Teheran. Ma la «disponibilità» dell'Iran - dove vivono 7 milioni di curdi - a favorire lo sblocco della crisi c'è tutta ed ha una particolare veste diplomatica. Dall'inizio del 1998 l'Iran è presidente di turno dell'Organizzazione della Conferenza Islamica (Oci), di cui fanno parte tutti i paesi musulmani, Turchia inclusa, e un eventuale passo pacificatore rientrerebbe nei compiti di «favorire il dialogo fra Islam e Europa» a cui il presidente Khatami fece più volte riferimento al vertice dell'Oci a Teheran lo scorso dicembre. «Sentiamo naturalmente la responsabilità per questa regione» ha detto Kharrazi per avvalorare l'immagine di un Iran «isola di stabilità in un'area in tempesta». Teheran tentò un intervento pacificatore sul caso-Ocalan già in occasione della crisi autunnale fra Siria e Turchia, appoggiando poi la mediazione del presidente egiziano Mubarak rivelatasi decisiva per evitare una vera e propria guerra. A Damasco si ipotizzò in quell'occasione anche un trasferimento di Ocalan in Iran, dove già vive il fratello. Ma Ankara si oppose e 0 leader del Pkk finì a Mosca. «Ora forse l'atteggiamento turco potrebbe essere diverso» suggerisce una fonte araba. Certo è che il sostegno iraniano può giovare all'Italia, in cerca di interlocutori sulla delicata questione curda. Si apprende però in ambienti diplomatici che la proposta di una Conferenza intemazionale sul Kurdistan non trova molti consensi a Teheran, dove si ritiene che la Turchia dovrebbe garantire ai curdi «stessa tutela e stessi diritti che gli vengono riconosciuti in Iran». Ciò che conta per Kharrazi è che «sulle questioni del Medio Oriente venga meno il monopolio degli Stati Uniti». Da qui l'appello a «Italia ed altri paesi europei» affinchè usino le loro «capacità» per «risolvere i problemi» della tormentata regione. Teheran cerca un forte dialogo politico con l'Europa perchè ritiene un'imposizione la «pax americana in Medio Oriente» che ha partorito gli accordi israelo-palestinesi di Wye Plantation e le recenti intese fra fazioni curde irachene ostili a Saddam Hussein. Kharrazi ha altre priorità, tra cui il sostegno agli Hezbollah protagonisti della «resistenza contro Israele». [m. mo.]

Persone citate: Kamal Kharrazi, Kharrazi, Khatami, Mubarak, Ocalan, Saddam Hussein