L'Euro nasce con i tassi al 3 per cento

L'Euro nasce con i tassi al 3 per cento Alle due del pomeriggio un annuncio congiunto. Ma Bankitalia dovrà tagliare ancora L'Euro nasce con i tassi al 3 per cento La Bundesbank dà il via egli altri si adeguano BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'euro nascerà con un tasso d'interesse del 3%. Come un'orchestra diretta dalla stessa bacchetta, le banche centrali degli undici Paesi che aderiscono all'Unione economica e monetaria hanno abbassato ieri all'unisono i loro tassi principali a questo livello. L'unica nota dissonante viene dall'Italia, che mantiene il tasso di sconto al 3,5%, ma che prima del 31 dicembre dovrà comunque tagliare il mezzo punto che ancora la separa dai partner. Sono le due di ieri pomeriggio quando la Bundesbank annuncia che il tasso pronti contro termine tedesco cala dal 3,3% al 3%. In contemporanea la Banca di Francia informa che anche a Parigi il tasso d'intervento scende di tre decimi di punto, passando al 3%. Poi, nella manciata di minuti che seguono, messaggi dello stesso tenore rimbalzano da un angolo all'altro dell'Europa: si va dalla limatura di due decimi dell'Austria, al deciso ribasso di tre quarti di punto del Portogallo, ma in tutti casi si parla di «coordinamento» tra le Banche centrali e in tutti i casi - Italia esclusa - 0 risultato è lo stesso: un costo del denaro che scende al 3%. E' una mossa che segna con quattro settimane di anticipo la nascita dell'euro: di fatto è il primo calo dei tassi per gli Undici deciso dalla Banca centrale europea, sebbene sia ancora gestito dalle singole istituzioni nazionali. «La riduzione congiunta dei tassi d'interesse - spiega un breve comunicato della stessa Bce - de- ve essere vista come una decisione 'de facto' sul livello dei tassi d'interesse con il quale il Sistema europeo delle banche centrali farà partire la terza fase dell'Unione monetaria e che intende mantenere per un prevedibile futuro». E anche il governatore della Bundesbank Hans Tietmeyer e quello della Banca di Francia Jean-Claude Trichet spiegano che quello sarà il tasso della zona euro. Martedì scorso - insomma - i governatori degli Undici, riuniti a Francoforte per il consiglio mensile della Bce, hanno deciso che l'economia europea sta rallentando troppo, che l'inflazione è sotto controllo ben al di sotto di quel 2% che secondo la stessa Banca costituisce la soglia per la stabilità dei prezzi - e che allo stesso tempo l'euro è abbastanza forte - e la Bce abbastanza credibile - da potersi permettere un calo del costo del denaro. E ieri si sono mossi di conseguenza, mostrando fiducia nella solidità dell'euro e qualche timore per la solidità dell'economia. Il Commissario europeo per gli affari monetari Yves-Thibault de Silguy, preferisce però vedere le cose dal lato migliore: «Queste decisioni rafforzano la fiducia nell'economia europea alla vigilia del lancio dell'euro», dice, e mostrano «che non c'è inflazione» in Europa. Ma la decisione concertata delle banche centrali è un segnale di pace o rappresenta piuttosto la resa alle insistenze dei politici - in testa il ministro delle Finanze di Bonn Oskar Lafontaine - che nelle ultime settimane hanno spesso alzato la voce per chiedere un denaro meno caro che aiutasse lo sviluppo? No, il calo dei tassi, spiega adesso Tietmeyer, non dipende dalle pressioni politiche, ma piuttosto da previsioni tutt'altro che rosee sulla congiuntura europea. «Siamo sordi di fronte alla pressione politica, ma non ciechi di fronte a dati e fatti», dice Tietmeyer. E aggiunge che, sebbene «non ci sia nessuna recessione in vista», i banchieri centrali vedono comunque che «segni di rallentamento della crescita economica hanno toccato la zòna Euro». Che la pace sia scoppiata - anche tra il poco diplomatico Lafontaine e la Bundesbank - lo dimostra anche il fatto che ieri pomeriggio il ministro tedesco e il suo collega francese Dominique Strauss-Kahn si premurino di rendere noto il contenuto di una telefonata nella quale «salutano la decisione del calo dei tassi presa dalle banche centrali francese e tedesca in assoluta indipendenza» e ribadiscono il loro «impegno a mantenere le politiche di bilancio sulla strada della stabilità». Assieme, questi due elementi serviranno a «contrastare la minacia di un rallentamento delle economie». Il calo dei tassi al 3%, del resto, rimanda la palla proprio nel campo della politica: i governi europei avevano chiesto con insistenza una politica monetaria meno restrittiva e sono stati accontentati. Ora toccherà a loro dimostrare di che cosa sono capaci per mettere in moto sviluppo e occupazione. Francesco Manacorda Tietmeyer: «Abbiamo voluto dar fiducia a chi investe, consuma e produce in Europa» Duisenberg: «Faremo tutto il possibile per l'occupazione» o a a e e e r e pgle politiche di bilancio sulla strada della stabilità». Assieme, questi due elementi serviranno a «contrastare la minacia di un rallentamento delle economie». Il calo dei tassi al 3%, del resto, rimanda la palla proprio nel campo della politica: i governi europei avevano chiesto con insistenza una politica monetaria meno restrittiva e sono stati accontentati. Ora toccherà a loro dimostrare di che cosa sono capaci per mettere in moto sviluppo e occupazione. Francesco Manacorda Hans Tietmdella Bundeil numero uWim Duisee il governaJean-Claude Hans Tietmeyer, presidente della Bundesbank. Sopra, il numero uno della Bce Wim Duisenberg e il governatore francese Jean-Claude Trichet ★ . * ★ *