Soros: avverte l'Europei c'è rischio di Depressione

Soros: avverte l'Europei c'è rischio di Depressione Soros: avverte l'Europei c'è rischio di Depressione IL RE HAIDER GEORGE Soros, per più di 10 anni lei ha ripetuto che un sistema finanziario senza regolo tende all'instabilità e alla crisi. Adesso si sente soddisfatto o rattristato dal fatto che i suoi allarmi siano stati sottovalutati? «Direi entrambe le cose. Ma il vero pericolo è che la crisi non ci tocchi abbastanza. Quando ci avrà avvolti per davvero, sarà troppo tardi per agire. E saremo in trappola». Lei è stato una sorta di eretico per molto tempo. «Sì, e resto ancora un eretico. Ma adesso è significativo il fatto che i leader della finanza siano consapevoli che c'è qualcosa che non funziona». E' vero che la crisi messicana ha dato agli investitori l'illusione la situazione si sarebbe rimessa rapidamente in sesto? «Sì. E che sarebbero stati capaci di portare via il loro denaro in tempo, se qualcosa fosse andato storto. Se si comprano titoli di Stato e quel Paese va in crisi, è quel Paese a pagare un prezzo inolio alto. L'investitore, invece, verrà rimborsato comunque [dall'Fmi]. Credo che questo meccanismo abbia avuto non poche conseguenze sulla frenesia di investire nei mercati emergenti». E così si è creata una bolla speculativa sempre più grande che alla fine è scoppiata? «Quando gli speculatori hanno sentito puzza di bruciato in Thailandia, il fatto ha avuto conseguenze a largo raggio. Tutto è passato dal boom alla crisi. E adesso siamo ancora in questa seconda fase. Così, invece di flussi di denaro che vanno verso la periferia, abbiamo il fenomeno contrario, della sua contrazione. Adesso, quindi, è necessario trovare un modo per riportare il denaro in periferia, vale a dire nei Paesi emergenti e in quelli che soffrono di più per la crisi». La sua analisi riguarda i disordini del sistema finanziario, ma non crede che vi siano problemi anche nell'economia reale? «I mercati finanziari guidano l'economia reale, perché guardano al futuro. Ma il modo in cui lo fanno condiziona il futuro stesso. Perciò l'economia reale è condizionata da ciò che accade nei mercati finanziari. E così si è verificata la crisi finanziaria in Asia, da luglio a dicembre '97. Poi, da febbraio ad aprile di quest'anno, c'è stata una falsa partenza. I mercati hanno riguadagnato il 50% delle perdite: lo stesso accadde negli Usa dopo il 1929. Ma stavolta l'economia reale ha finito per deprimere di nuovo i mercati finanziari». Ma fino a dove si spingerà la spirale negativa? «C'è un aspetto che non è solo economico, ma politico, ed è questo che potrebbe precipitare il mondo in una nuova Depressione: la decisione dei Paesi che appartengono alla periferia del mondo di tirarsi fuori dal sistema internazionale [come la Malesia] e il rifiuto dei Paesi che si situano al centro di accettare l'incremento del loro import, che è necessario per riportare capitali nelle nazioni più colpite dalla crisi». E' vero che la sua idea di riforma globale ruota intorno alla creazione di una società internazionale di crediti e assicurazioni che garantisca diversi tipi di prestiti e che allo stesso tempo monitori le economie locali per controllare che non siano inondate da quantità eccessive di capitali? «Se i mercati finanziari sono diventati globali, non abbiamo ancora una banca centrale internazionale. Le istituzioni esistenti [come l'Fmi e la Banca Mondiale] non rispondono completamente alle nuove esigenze e, a meno di stabilire nuove regole, il sistema è destinato a sgretolarsi. La mia società internazionale è una proposta possibile». Ma, alla fine, a controllare questa agenzia non sarebbero le stesse persone che governano già l'Fmi e la Banca Mondiale? «No, non credo. D'altra parte, non sto dicendo che una nuova forma di regolazione sarebbe una panacea o che eviterebbe nuove crisi. Forse, potrebbe limitarle. La mia teoria delle fallibilità è che alla fine sbagliamo sempre: se la accettiamo, avremo una società aperta. Altrimenti, andremo incontro a nuove crisi. Per quanto riguarda le valute, per esempio, si possono imporre restrizioni alle banche, sventando così gli eccessi speculativi legati ai derivati e agli "swaps". Chiaramente, ci sono degli errori nella teoria su cui si basano questi prodotti finanziari». Dimostrati dal crollo dell' «hedge fund» Long-Term Capital. «E' una dimostrazione di ciò che avviene nel mondo reale». Torniamo alla questione politica: messo in modo molto crudo, chi ha eletto Soros? Qual è il fondamento del suo potere? «Penso che oggi i mercati abbiano troppo potere. I fondamentalisti proclamano che i mercati hanno sempre ragione, ma io dico che i mercati hanno sempre torto. Operano sulla base di ipotesi e di pregiudizi e, perciò, i nostri interessi collettivi non possono essere garantiti da persone che cercano il loro tornaconto personale. Di conseguenza, non credo che si possa correggere tutto ciò mettendole sott'accusa. L'unica soluzione è imporre regole che tutti debbano rispettare. E io sono a favore di ciò». La sua favolosa ricchezza è ben nota. Mi permetta, per concludere, una domanda personale: le piace essere plurimiliardario? «Certo che mi piace. Ma creare questa ricchezza è un processo molto complesso. Voglio dire che si paga un prezzo molto alto ad operare nei mercati finanziari. E' un gioco entusiasmante, ma può essere anche doloroso. E' come essere un campione di boxe: finisci al tappeto un po' di volte, subisci una serie di shock e può darsi che il tuo cervello ne risenta. Quindi c'è unprezzo da pagare. E, di certo, io non lo voglio più pagare. E' questo il motivo per cui non sono più l'uomo giusto per restare in pinna linea. Posso solo essere un allenatore e non un giocatore». William Greider Copyright «Rolling Storte» e per l'Italia «La Stampa» «Per governare il nuovo mondo c'è bisogno di una vera banca finanziaria internazionale Servono regole per tutti i mercati possono sbagliare» George Soros, il mago dell'alta finanza invoca una riforma globale dei mercati Il direttore del Fondo Monetario Michel Camdessus

Persone citate: George Soros, Haider George Soros, Long-term, Michel Camdessus, Soros, William Greider

Luoghi citati: Asia, Italia, Malesia, Thailandia, Usa