Ultimi fuochi sulla pay-tv di Roberto Ippolito

Ultimi fuochi sulla pay-tv Bernabò incontra la Moratti. Murdoch: in Italia anche senza Telecom Ultimi fuochi sulla pay-tv // governo vuole frenare il magnate australiano Telecom potrebbe anche cedere tutta la Stream ROMA. Un tavolo apparecchiato per tre. Al Ristorante Tullio, in via San Nicola Tolentino, all'ora di pranzo c'è Letizia Moratti, presidente della News Corp Europe, braccio di Rupert. Murdoch per la televisione a pagamento. La Moratti si è precipitata nella capitale all'indomani del consiglio di amministrazione della Telecom Italia che ha dato mandato all'amministratore delegato Franco Bernabè di chiudere «al più presto» il negoziato con Murdoch sulla piattaforma digitale, la struttura per la pay tv. Con i commensali, la Moratti riflette sulla svolta. La sua giornata romana è segnata dall'incontro che ha a quattr'occhi, il primo formale, proprio con Bemabè. Incontro in cui si comparano i diversi interessi. Per una singolare circostanza oltre al colloquio con la Moratti Bernabè ha un impegno a cena con un altro protagonista del mondo della tv. L'ambasciatore americano Thomas Foglietta lo ha infatti invitato nella sua residenza di Villa Taverna, ai Parioli, insieme al presidente della Rai Roberto Zaccaria: l'appuntamento ha carattere privato, ma per un caso sono chiamati a sederei allo stesso tavolo chi deve decidere cosa fare con Murdoch (cioè Bemabè) e chi tratta con Telepiù un progetto alternativo (Zaccaria). Lo scenario è in movimento. Il ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale gradisce che la Telecom non abbia ancora deciso nulla per il progettato patto con Murdoch, temendo una sua posizione dominante: «Bemabè - dice - è una persona molto avveduta e se ha va- lutato che Murdoch non è l'alleato migliore o che Telecom si espone finanziariamente in maniera troppo elevata, vuol dire che le nostre riflessioni si sono rivelate giuste». Cardinale parla commentando un articolo del Wall Street Journal secondo cui la Telecom è pronta a rinunciare all'intesa con Murdoch ritenuta onerosa ed estranea alle sue aree strategiche. Sin da martedì le indiscrezioni non confermate concordano nel dire che Bemabè ha proposto al cda di concentrare l'impegno della Telecom nel mestiere congeniale: la gestione della rete e il rapporto commerciale con gli abbonati alla pay tv. L'attività tv vera e propria competerebbe a Murdoch e agli eventuali suoi partner. «La strategia di Bernabè risponde a logiche di tutela degli interessi dell'azienda senza indebite interferenze politiche» sostiene Michele Lauria, sottosegretario alle comunicazioni. Stando alle voci, la Telecom offrirebbe a Murdoch la maggioranza della Stream, la sua piattaforma di¬ gitale posseduta al 100%, o addirittura la vendita. Bemabè così si concentra sulle attività strategiche: la rete serve per le telecomunicazioni non per la tv che richiede enormi investimenti. Ma Murdoch rischia di perdere la parte di affare che dà un ritomo più rapido, la gestione degli abbonati: Tuttavia può conquistare la Stream e questo preoccupa il sottosegretario Vincenzo Vita che insiste per «una forte presenza italiana» nel digitale. La partita è in corso. La Moratti è in movimento, ha incontrato anche il segretario del partito popolare Franco Marini e ha messo le mani avanti: fa sapere con un comunicato che Murdoch vuole «entrare nel mercato italiano della pay tv» e lo farà comunque. Cioè «continuerà nel piano indipendentemente da Telecom» qualora questa «cambiasse politica». Comunque la News Corp Europe spera ancora nell'accordo. La francese Canalplus (che detiene il 90% di Telepiù) cerca di con¬ trastare il gioco e, oltre a trattare con la Rai, rilancia il dialogo con la Telecom. Resta a guardare la Fininvest di Silvio Berlusconi, che detiene il 10% di Telepiù e ha ottimi rapporti con Murdoch. Non partecipa ai negoziati, con la sua Tmc, Vittorio Cecchi Gori che, fra l'altro, un anno e mezzo fa si scontrò pesantemente con la Moratti (allora presidente Rai) per i diritti tv delle partite di calcio. Come finirà? Cardinale vuole una piattaforma unica per dare forza agli operatori nazionali. Per Giuseppe Gargani, commissario dell'Authority delle comunicazioni, l'intesa Telecom-Murdoch «in un modo o nell'altro si farà» e serve «una maggioranza azionaria» italiana. Il sottosegretario Vincenzo Vita, per evitare monopoli, immagina che nessun gruppo «deve avere più del 30% dei diritti del calcio criptato» cioè delle partite ricevibili solo a pagamento. Roberto Ippolito Il sottosegretario Vita annuncia «Nessuno potrà andare oltre il 30% per i diritti sul calcio» Ma per Gargani l'accordo si farà Il magnate australiano Rupert Murdoch al centro dello scontro sulla pay-tv

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