Bufere sui giudici francesi
Bufere sui giudici francesi Bufere sui giudici francesi Magistrato attacca un collega israelita PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE L'antisemitismo può annidarsi nella cappa d'ermellino. Un magistrato in forza alla Cassazione, Alain Terrail, attacca sul periodico associativo il collega Albert Lévy concludendo l'editoriale con un infame calembour. Uno di quelli, per intenderci, dinanzi a cui solo i nuovi Goebbels possono sorridere. «Tanto va Lévy al forno, che finisce per bruciarsi». Guarda caso, alcuni anni fa Jean-Marie Le Pen si esibì in un analogo gioco di destrezza. E la Giustizia francese lo condannò per la greve ironia sui «forni crematori». Pura sfortuna: ormai sappiamo che poteva incappare nel giudice antisemita di turno guadagnandosi l'assoluzione. Emerso martedì pomeriggio con virulenza, lo scandalo ha già le sue prime vittime. Terrail, per cominciare. La Guardasigilli Elisabeth Guigou ha chiesto al Csm un'indagine ra¬ pida. Il fine dicitore rischierebbe la poltrona. Dicendosi «indignata», madame Guigou sostiene che l'autorevole status giuridico di Alain Terrail ne aggrava il caso. La procura di Parigi potrebbe inoltre rinviarlo a giudizio fin da prossimi giorni per «ingiurie razziali». Seconda vittima, l'Apm. Ossia «Associazione professionale dei magistrati». Terrail la diresse per anni. E ne ricopriva fino a martedì (ora l'han fatto dimettere) la presidenza onoraria. Del bollettino era il demiurgo. Neppure il presidente in carica, Georges Fenech, vedeva le bozze. E' quanto, perlomeno, sostiene. Definendo «gravissimo» l'episodio, monsieur Fenech ha preso una decisione storica: sciogliere l'Apm. «Diciassette anni di lavoro uccisi da una semplice frase», dichiara, aggiungendo «E' una dura lex, ma non avevo alternative». Nobile gesto? Mah! Candidato al ruolo di «primo giudice istruttore» nella capitale, Fenech doveva smarcarsi con foga per conservare una qualche speranza in materia. Spiega che l'«Association professionelle des magistrats» è apolitica, ostile all'estremismo, antixenofoba. Non si direbbe. Nacque nel 1981 dopo l'arrivo di Mitterrand all'Eliseo per combattere quella che definiva la «sovietizzazione in corso nella magistratura». E malgrado fosse minoritaria - l'ultimo scrutinio le attribuiva il 9 % - fornì qua¬ dri chiave nei gabinetti ministeriali dei governi Chirac, Balladur, Juppé. Era, in definitiva, il sindacato filo-Le Pen o comunque anti-Gauche per eccellenza. Ad Albert Lévy rimproverava, in definitiva, l'essere giudice «rosa» nel principale feudo Tolone - del Front National. Applaudendo le misure disciplinari eccezionalmente gravi inflittegli per violazione del segreto istruttorio in un'operazione Tangentopoli. Si mormorava da tempo che dietro il suo rinvio a giudizio vi fosse una congiura Apm per screditarlo. Terrail, in fondo, voleva solo stravincere. Invece ha perso tutto. Enrico Benedetto Rischia il posto e una dura condanna Sciolta l'Associazione professionale di categoria (di destra)
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