Epurazioni e congiure, Milosevic vacilla
Epurazioni e congiure, Milosevic vacilla Cacciati i capi dei Servizi e delle Forze Armate, avanzano gli uomini della moglie Mirjana Epurazioni e congiure, Milosevic vacilla Usa pronti al colpo di grazia ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Il potere del presidente jugoslavo Slobodan Milosevic starebbe vacillando. Le ultime purghe del regime di Belgrado sarebbero un chiaro segno di debolezza dell'uomo forte della Serbia e l'annuncio dell'inizio della fine della sua carriera politica. Sostenuta dal «New York Times», la tesi trova sempre più conferma sul terreno dove le voci di dissenso contro Milosevic stanno diventando più forti. Nelle ultime settimane il presidente jugoslavo ha silurato il capo dei servizi segreti, Jovica Stanisic. Hanno seguito a ruota il comandante dell'aviazione militare, un alto funzionario del partito socialista serbo (il partito di Milosevic) e, in ultimo, il capo dello stato maggiore dell'esercito jugoslavo generale Perisic, a cui va «il merito» delle azioni militari serbe nella guerra in Bosnia. Ed è stata proprio la reazione del generale a far capire che il padre della patria non era più così rispettato. «Questo regime non ama chi pensa con la propria testa» ha detto Perisic, dichiarando «illegale» la sua destituzione, rifiutando il nuovo incarico di consigliere militare del premier jugoslavo, rimanendo tuttavia «a disposizione delle forze annate e del popolo jugoslavo». Ma la prova decisiva della perdita di potere di Milosevic sarebbe la scelta dei successori di Stanisic e del generale Perisic. A rimpiazzarli sono stati designati due fedelissimi di Mirjana Markovic, la consorte del presidente jugoslavo. Il nuovo capo dei servizi segreti è Rade Markovic, ex agente di una pattuglia di polizia, membro del Jul, il partito della sinistra unita jugoslava, guidato dalla signora Markovic. Mentre la carica di capo dello stato maggiore dell'esercito jugoslavo è stata affidata al generale Ojdanic, comandante del Corpo che ha raso al suolo la città croata di Vukovar, nel 1991, anch'egli membro del Jul e protetto dalla moglie di Milosevic. «La Jugoslavia è definitivamente compromessa. Milosevic è soltanto un uomo che vuole il potere assoluto e che considera lo Stato sua proprietà privata». Milo Djukanovic, il presidente del Montenegro che insieme alla Serbia costituisce la Federazione Jugoslava, ha duramente criticato il presidente jugoslavo per il siluramento del generale Perisic. Tanto più che al generale si rimprovera di non aver voluto intervenire nel Montenegro nello scorso gennaio per impedire l'insediamento al potere del neoeletto presidente Djukanovic. Negli ultimi mesi la spaccatura tra le due Repubbliche jugoslave è diventata ancora più profonda. Di fronte a questa situazione anche l'amministrazione americana avrebbe deciso di cambiare la sua politica nei confronti di Belgrado. Finora gli Stati Uniti hanno considerato Milosevic un importante fattore di stabilità nei Balcani, garante della Pace di Dayton per la Bosnia, uomo chiave nei negoziati per il Kosovo. «Milosevic è stato al centro di ogni crisi in Jugoslavia negli ultimi dieci anni. Non è stato soltanto una parte del problema, ma e stato lui stesso il problema» ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato James Rubin, con- fermando la svolta radicale americana. A commento delle recenti purghe di Belgrado Rubin ha affermato che sono un segno di disperazione e fiducia. «E' un tentativo di mandare via quelli che dissentono e zittire quelli che direbbero alla sua gente quanto ha perso». Alla domanda se è vero che gli Usa hanno deciso di rovesciare Milosevic, affidando il compito alla Cia, Rubin ha negato aggiungendo però che «Wa¬ shington non perderà il sonno se il presidente jugoslavo dovesse abbandonare la scena». Secondo il quotidiano britannico «The Observer», gli Usa avrebbero invece un piano per far cadere il regime di Belgrado. L'appoggio al Montenegro riformista e all'opposizione in Serbia ne sarebbero i punti chiave. Inoltre gli americani hanno messo una taglia di cinque milioni di dollari sui criminali di guerra serbo¬ bosniaci Karadzic e Mladic, ricercati dal Tribunale internazionale dell'Aia. Strana coincidenza, ieri i soldati della Sfor hanno arrestato in Bosnia il generale serbo Radoslav Krstic, accusato di crimini di guerra durante l'assedio di Srebrenica, l'enclave musulmana protetta dall'Onu e caduta in mano ai serbi nell'estate del '95. Ingrid Badurina Washington sembra decisa a far cadere il regime finora giudicato indispensabile per la stabilità La Nato arresta un generale serbo criminale di guerra in Bosnia. Taglia americana su Karadzic e Mladic
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