Ma il Cavaliere vorrebbe trattare

Ma il Cavaliere vorrebbe trattare Ma il Cavaliere vorrebbe trattare «Le diplomazie segrete sono già al lavoro » LE STRATEGIE DEGLI AZZURRI Mi ROMA A quale muro contro muro! Io sono la persona più aperta al dialogo che ci sia. Ho 62 anni di trattative alle spalle. Ho fatto più cose concrete io da solo che tutti quelli che stanno dentro questo Palazzo. Sono l'interlocutore più adatto per loro. Quello più pragmatico. Ma non possono chiedermi di espormi senza darmi niente. Io ho ancora il 56 per cento degli elettori che mi dicono che debbo stare attento ai comunisti. Per questo, se non ho qualcosa di concreto in mano non mi sbilancio con il mio elettorato...». Chi parla è Silvio Berlusconi, proprio lo stesso uomo che ieri in poche ore ha accusato la sinistra di puntare ai «campi di concentramento», che non si stanca di ripetere che «i comunisti non cambiano». Verrebbe da chiedersi se esistono due Berlusconi, uno nemico dell'altro. Ma la verità è più semplice: esiste un Berlusconi pubblico, da piazza; e un Berlusconi segreto, da trattativa. Non è un esempio di schizofrenia, tutt'altro. Semmai è il Cavaliere di sempre, quello che tratta, contratta su tutto. E magari esagera. «Tante volte uso dei paradossi - spiega - ma io sono il primo a sapere che i tempi sono cambiati». I due Berlusconi, secondo la logica della contrattazione, vanno avanti insieme. Poi, a seconda dei risultati, uno prevale sull'altro: il Berlusconi trattativista fece nascere la Bicamerale, quello della piazza la fece morire. Ora il rebus si ripete in una trattativa che forse è ancora più complessa, difficile, che parte addirittura senza margini. Ma non si può mai dire. Il personaggio è imprevedibile. Forse le elezioni di domenica gli hanno insegnato che la strategia della campagna elettorale permanente, quella che gli ha suggerito qualche consigliere in tonaca, non paga. E i due Berlusconi sono tornati in equilibrio. «Vede - osserva il Cavaliere - le diplomazie segrete continuano a lavorare alacremente. Succede anche in tempo di guerra. Ma io non posso fare nessun passo avanti se non mi arriva nulla. Facciano una proposta. Ad esempio, su alcuni temi qualcosa già c'è, ma io non posso parlarne per non bruciarla...». Inutile fare domande per saperne di più. Su questo punto da Berlusconi non si scuce una parola. Probabilmente il Cavaliere si riferisce a quello che sta accedendo al senato tra Ds e Forza Italia sulle proposte di legge di riforma costituzionale che riguardano la giustizia, il cosiddetto «processo giusto». Ma l'uomo non conferma. Poi c'è la questione delle leggi elettorali. Quella europea («l'incompatibilità tra parlamentari europei e sindaci è un problema della sinistra, noi abbiamo solo Albertini, ma io in¬ serirei almeno uno sbarramento del 4 per cento»), e quella nazionale. «Credo - spiega - che dovremmo cambiarla prima del referendum per non essere condizionati dal responso. Dico che sarebbe meglio farlo prima, ma volendo si può fare an- che dopo. Non ho problemi. Tanto, se la Corte ammette i referendum noi voteremo sì. Cosa credono, che mi faccio isolare?». Eh già: il Berlusconi pubblico lancia polemiche al vetriolo contro gli avversari, non fa complimenti nell'uso degli attributi, ma il Berlusconi segreto, da buon trattivista, si preoccupa in primo luogo di non rimanere solo. Questo vale anche se si entra nel merito della riforma elettorale. «Io aspetto una loro proposta e non pongo pregiudiziali. Il doppio turno di collegio? Se ne può discutere. Non ne ho paura. Ma si debbono mettere d'accordo tra loro, nella maggioranza. Non possono pretendere che io abbandoni la mia posizione di partenza per poi ritrovarmi con niente in mano». Insomma, D'Alema deve riconquistarsi la fiducia del Cavaliere. «Il problama è quello di avere atteggiamenti chiari. Invece sono andati avanti con i ribaltoni dopo che D'Alema aveva detto di non volerli. Sono stati ricattati dall'Udr? Ma su! Guardi che io ho capito benissimo che se l'Udr esce dalla maggioranza, c'è già pronta la Lega. E comunque, qualora non ci fosse, io stesso mi comporterei con senso di responsabilità... Ecco perché questa storia del ricatto dell'Udr non vale. Ai diessini accettare i ribaltoni è convenuto. Per questo voglio chiarezza. Io sono pronto a trattare con tutti, non ho assolutamente la vocazione al muro contro muro. Al contrario. Ecco perché aspetto. In fondo non tratto solo con le persone che non stimo, come Mastella. Eppoi sono convinto che un accordo serio servirebbe soprattutto al Paese. Qui siamo in balia dei piccoli, ormai. Prodi non è riuscito a governare perché è rimasto prigioniero di Bertinotti. D'Alema non può fare nulla perché è costretto a mediare tra dieci partiti... Io almeno ne debbo mettere d'accordo solo tre». In fondo in fondo si capisce che il Cavaliere ha nostalgia della stagione in cui contavano le colombe. «Penso - si confida - che la cosa migliore sarebbe stata quella di cui avevo parlato un anno fa, si poteva collaborare per riformare le pensioni e tutto il resto. Si collaborava in bicamerale, non capisco perché non si poteva fare la stessa cosa per il governo...». Ma il Berlusconi segreto abbandona subito i sogni che furono per badare al presente. «Ora le premesse per aprire un nuovo dialogo debbono porle loro. Certo non possono compitarsi come sul 513, né pensare di bloccare la legge di riforma della giustizia al Senato. La stessa cosa vale per l'elezione del Capo dello Stato. Naturalmente non potrò farlo io, né pretendo di sceglierlo. Ma loro non possono eleggere uno che ci è apertamente contro, cioè non possono mettere al Quirinale un personaggio che è nemico di una parte del Parlamento. Se ci presenteranno un nome che può andarci bene, sarebbe tutta uiV altra cosa anche sul resto... Questa è la situazione, altro che muro contro muro. Ma le pare che possa raccontare queste cose a Lucio Colletti?». Augusto Minzolini E' la giustizia il terreno di confronto fra i mediatori dei due schieramenti «Se l'Udr uscisse io mi comporterei con senso di responsabilità...» fi ti Tante volte uso deiparadossi ma io sono il primo a sapere che i tempi sono cambiati H i&Ma non possono chiedermi di espormi senza darmi niente di concreto in cambio Non mi sbilancio jbj Sopra a destra l'ex premier Romano Prodi Sopra a destra l'ex premier Romano Prodi