Campania, verso il ribaltone

Campania, verso il ribaltone Dopo una notte di colpi di scena la giunta Rastrelli (Polo) si dimette Campania, verso il ribaltone Decisivo il no alla fiducia da parte dell'Udr Ora è probabile un esecutivo di centrosinistra NAPOLI. E alla fine fu davvero ribaltone. Ieri all'alba il presidente della Regione, Antonio Rastrelli, ha dovuto gettare la spugna. Dopo una notte agitata da trattative convulse e colloqui più o meno segreti, alla fine di una riunione del consiglio durata 12 ore, gli assessori di Forza Italia e Alleanza nazionale si sono ritirati dalla Giunta rendendo nei fatti impossibile il governo della Campania: un espediente per consentire al «governatore» di andarsene con onore, senza cioè dover presentare personalmente le dimissioni che mai avrebbe voluto dare. Si è concluso cosi, in poco meno di un mese, il braccio di ferro fra le forze del centro-destra e quelle del centro-sinistra dopo il ritiro dalla maggioranza dei dieci consiglieri dell'Udr. Alla sconfitta di Rastrelli ha contribuito in misura notevole il voto di domenica scorsa in alcuni comuni della Campania, con l'affermazione del centro e dell'Udr in particolare. «Ho la coscienza pulita, continuerò a svolgere il mio ruolo fra i banchi dell'assemblea», ha commentato il presidente che ha annunciato l'inizio di una nuova stagione, «quella dell'opposizione condizionante e governante». «La verità è che il comportamento oltranzista di Rastrelli è stato un errore e ha accentuato la disfatta del centrodestra - ha detto Nino Daniele, capogruppo dei ds in consiglio regionale -, Se fossi stato al suo posto non avrei aspettato tanto per dimettermi». Ma la destra grida allo scandalo anche a Roma: un gruppo di deputati del Polo ha deciso di recarsi davanti al Quirinale per protestare contro i ribaltoni nelle Regioni. Ora la palla passa al centrosinistra, soprattutto all'Udr che dovrebbe fare la parte del leone. L'ipotesi più accreditata, infatti, è che la nuova maggioranza sia guidata da un uomo di Mastella. I nomi che circolano con maggiore insistenza sono quelli degli ex assessori Domenico Zinzi e Giuseppe Scalerà. Sembrano invece sfumare altri scenari, come quello di un governo istituzionale di larghe intese. La notte più lunga della storia del consiglio regionale è stata un susseguirsi di colpi di mano. Per dodici ore maggioranza e opposizione si sono sfidate in aula. All'ordine del giorno c'era il voto della mozione di sfiducia presentata dai Ds, dall'Udr e dal Ppi contro la giunta Rastrelli. I consiglieri del Polo hanno condotto un durissimo ostruzionismo a colpi di emendamenti. La tensione è stata in parte stemperata dalla sortita di un ex assessore dell'Udr, Antonio Lubritto, che ha offerto a tutti una cena a base di pasta al forno, salsicce con contorno di patate e vino rosso portati nel palazzo della Regione da un cuoco di Castel San Giorgio, un paese del Salernitano. Alla cena hanno partecipato anche due consiglieri cossuttiani, Emiddio Gallo e Vittorio Nolli. Fra un sorso di buon rosso campagnolo e una forchettata di maccheroni il segretario regionale dell'Udr, Riccardo Villari, si è perfino rammaricato dell'assenza di Rastrelli che di lì a poche ore sarebbe stato silurato. Poi, alle sei del mattino, è andato in scena l'ultimo atto di una commedia dal finale già noto: gli assessori di Forza Italia e di An si sono dimessi, e Rastrelli a quel punto ha dovuto constatare l'ingovernabilità della Regione. «Rimarrò in carica fino quando non ci sarà una nuova compagine in grado di sostituire la mia giunta», ha detto prima di andare a casa per riposarsi. Preoccupato per l'instabilità politica nelle Regioni teatro dei ribaltoni, il ministro del Lavoro e sindaco di Napoli Antonio Sassolino propone un patto fra maggioranze e opposizioni per scongiurare il rischio di perdere i finanziamenti europei. «Il tema delle Regioni è delicatissimo - aggiunge -.E' importante che in Parlamento si determini al più presto la volontà di andare all'elezione diretta dei presidenti delle giunte, in modo da assicurare una maggiore stabilità per il futuro». Fulvio SVlilone E un gruppo di deputati di An guidati da Alessandra Mussolini manifesta davanti al Quirinale LE TAPPE DELLA CRISI GIUGNO '97. Prima crisi della giunta Rastrelli dopo due anni di gestione contemporaneamente alla fine della «blindatura» prevista dalla legge elettorale. Nasce il Rastrelli bis con 4 assessori Fi, 3 An, uno Cdu poi Udr, 4 Ccd poi Udr OTTOBRE '98. In concomitanza con la nascita del nuovo governo romano si comincia a parlare di «ribaltone». 9 NOVEMBRE. Dimissioni dei 5 assessori Udr che lamentano un eccessivo protagonismo di Rastrelli. Lo stesso giorno l'Udr presenta la mozione di revoca a Rastrelli e alla sua giunta. 10 NOVEMBRE. Il Polo firma le dimissioni vincolate però a quelle dell'Ulivo. 22 NOVEMBRE. Ultima riunione di giunta presieduta da Rastrelli, che continua a ribadire che non si dimetterà, in attesa della legge anti-ribaltone. La manifestazione di protesta dei parlamentari di An davanti al Quirinale

Luoghi citati: Campania, Castel San Giorgio, Napoli, Roma