All'arrivo, rose e venti camionette di Fabio Vergnano

All'arrivo, rose e venti camionette All'arrivo, rose e venti camionette Pasto in aereo e merenda preparati dal cuoco italiano ISTANBUL DAL NOSTRO INVIATO Ore 9, Caselle: il tabellone luminoso indica che il volo 8D1754, destinazione Istanbul, è in orario. Il poliziotto dà un'occhiata al passaporto e regala un «auguri» che aumenta la tensione dei partenti. Alle 9,30 compaiono i giocatori. Volti assonnati, ma anche qualche bat-, tuta: il chma è buono. Arriva Umberto Agnelli con gli uomini della Digos che non potranno scortarlo in Turchia per ragioni politiche. Parte solo l'autista personale che lo seguirà sempre come un'ombra. C'è il presidente della Federcalcio, Nizzola, quello della Juve, Chiusane All'ultimo momento si è aggregata anche Evelina Christillin, presidente di Torino 2006 e unica rappresentante della città. Viaggio tranquillo, a parte una breve turbolenza sorvolando la Bulgaria. Lippi, come sempre, occupa il posto a destra nella fila n. 1, dietro a lui Moggi e Giraudo. A sinistra Umberto Agnelli e Nizzola. La Juve consuma il pasto preparato da Ilio, il cuoco di fiducia. Da eleganti sacchetti di sapore natalizio escono insalata di riso, prosciutto cotto e parmigiano, prosciutto crudo e mozzarella, verdure bollite e, per finire, crostata di frutta. Il tutto innaffiato da freisa di Chieri. C'è chi sfoglia i quotidiani, Pessotto e Ferrara si danno a letture più impegnate. Il viaggio dura 2h 20'. C'è tempo per chiacchierare. Il dottor Agnelli si concede ai cronisti: «In questa vicenda sia noi che i tedeschi abbiamo fatto brutta figura. Ma adesso D'Alema ha definito Ocalan terrorista e forse qualcosa sta cambiando. E' importante che i due ministri Malandri e Fassino siano in Turchia, servirà per riallacciare i rapporti con il governo turco. Bertinotti? Bisognava portarlo con noi, fargli fare scalo a Istanbul e poi mandarlo in Kurdistan». Per il Dottore questa trasferta si poteva evitare: «Bastava che il nostro governo avesse inviato una lettera all'Uefa e si sarebbe giocato in campo neutro. Ma non abbiamo paura, in fondo sono più pericolose certe strade di periferia di notte. Speriamo che questa partita favorisca la distensione». Bettega pensa prima di tutto all'aspetto calcistico: «Quando si rischia di andare fuori dalla Coppa si è sempre preoccupati». E Nizzola: «Sono il capo del calcio italiano, era doveroso essere con la Juve». Allacciate le cinture, Istanbul sbuca fra le nuvole. E' una giorna¬ ta grigia, ventosa, l'atterraggio e morbido e subito si scatena la gara a chi vede il primo dei duemila poliziotti annunciati. L'Airbus si ferma a pochi metri dall'aerostazione, appaiono le prime divise blu scuro degli agenti. «Tutti qui» chiede qualcuno scrutando "dai finestrini? A terra, due fanciulle porgono mazzi di rose bianche, Zidane, uno dei più contrari a partire, riceve più applausi di Hagi quando segna un gol. Dopo il controllo passaporti si torna in pista dove sono in attesa i pullman di squadra, vip e tifosi e, come in un film di Spielberg, succede il finimondo. Da un cancello sbucano all'improvviso venti camionette, un centinaio di poliziotti motociclisti, due ambulanze e un camion del vigili del fuoco. Un apparato che neppure Clinton ebbe a disposizione. «Benvenuti a Istanbul» dice la guida locale fedele al proprio ruolo e incurante dei mitra spianati e dei walkie-talkie che gracchiano ordini secchi. A fine giornata saramio 22.031 gli uomini che avranno vigilato sulla sicurezza dei bianconeri. Parte il pullman della Juve, gli altri si accodano. Un elicettero volteggia sul lungo serpente di veicoli che puntano verso Istanbul. Il traffico è bloccato alle auto dei turchi che imprecano intrappolati in ingorghi apocalittici. Lungo la superstrada, agenti in divisa e tiratori scelti ma anche tanta gente che saluta allegra con la mano. E l'odio per il nemico italiano? Meglio così. Stesse scene di esultanza anche a Istanbul: solo un ragazzetto fa un gestaccio volgare e si becca un ceffone dall'amico. Alle 14,30, ora locale, la Juve entra nell'hotel Kempinski, dove martedì sera una lussuosa suite ha ospitato una festa dei tifosi vip del Galatasaray. Lo fanno sempre prima di ogni partita importante. Agenti in boghese in ogni sala bevono tè e caffè fingendosi comuni clienti, all'ingresso un metal detector scoraggia i malintenzionati. Nelle acque del Bosforo vigila una motovedetta. Un po' di buonumore quando transita un sommergibile e qualcuno chiede: ((Anche questo per noi?». Loro, i giocatori, ignari di tutto, dormono beati. La sveglia suona soltanto alle 18, un quarto d'ora prima che venga servita la merenda a base di crostate e torte di mele, opera del solito Ilio. Alle 19,50 Lippi raduna la squadra e alle 20 la colonna blindata riparte, per lo stadio. Fabio Vergnano Umberto Agnelli: dovevamo portare qui Bertinotti e poi mandarlo in Kurdistan