Wagner senza perdono
Wagner senza perdono «Il crepuscolo degli dei» inaugura la Scala, con il fantasma dell'antisemitismo Wagner senza perdono IL crepuscolo degli dei» di Richard Wagner torna dopo 35 anni alla Scala lunedì prossimo, nella serata inaugurale della stagione. Anche a Genova il Carlo Felice apre questa sera con il «Tristano e Isotta». Come capita a molti autori cui la storia ha in qualche modo assegnato una etichetta, Wagner non riesce mai a liberarsi del fantasma che lo accompagna dovunque vada. Il suo pronipote Gottfried, in una intervista che pubblichiamo in questo giornale, continua a ricordarci l'antisemitismo del suo illustre trisavolo, che ancora ne bandisce le opere da tutti i teatri di Israele. Wagner, che si definiva «il più tedesco degli uomini», è stato di volta in volta classificato come anarchico, socialista, proto-fascista, nazionalista e vegetariano. Ma di lui si ricorda che dirigeva Mendelssohn con i guanti bianchi, per non essere costretto «a toccare la musica di quell'ebreo» e non si può dimenticare l'uso che delle sue opere fece Hitler e continua a fare in Francia Le Pen. In un recente convegno a Bayreuth, il rettore dell'università di Tel Aviv Yoram Winstein ha detto che se è stato possibile cacciare gli ebrei dalla Germania non sarà mai possibile cacciare la cultura tedesca dalla mente degli ebrei. Ma centinaia di convegni internazionali di «riconciliazione» non sono ancora riusciti a cancellare questo fantasma, che rende quasi impossibile mettere in scena Wagner senza provare un po' di imbarazzo. Tutti leggono le bellissime poesie di Ezra Pound senza preoccuparsi del fatto che fosse un uomo di destra e i «Carmina Burana» di Cari Orff - un autore considerato molto vicino al nazismo - sono ancora adesso uno dei pezzi sinfonici più ascoltati. Quando riusciremo a perdonare anche Wagner? Vittorio Sabadin
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