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Londra dà torto al prosciutto Londra dà torto al prosciutto «Nessun uso improprio del nome» Il Parma si appellerà a Bruxelles PARMA. Il Prosciutto di Parma ha perso la sua seconda «battaglia d'Inghilterra», sconfitto dai giudici della Corte d'appello di Londra. I magistrati hanno dato ragione alla catena di supermercati britannici Asda che vende col nome del celeberrimo prosciutto, gloria del made in Italy alimentare, cosce di maiale acquistate sì a Panna e dintorni, ma affettate e confezionate nel Regno Unito. La vicenda era iniziata il 13 gennaio, con i produttori emiliani all'attacco: il Consorzio aveva citato Asda in giu¬ dizio in base a una disposizione comunitaria secondo cui il prosciutto preconfezionato può essere etichettato come «Parma» solo se l'affettamento e la confezione avvengono nella zona di produzione. Ma i giudici londinesi dissero di no: anche se la nonnativa comunitaria protegge la designazione di origine di Parma, sentenziarono, essa non include il rigido regolamento italiano relativo all'affettamento e alla confezione del prodotto. E la stessa motivazione è stata alla base della sentenza d'appel¬ lo pronunciata ieri. «Una sentenza che sconcerta - commentano al Consorzio del Prosciutto di Parma - soprattutto perchè affenna, in linea di principio e con riferimento alla genericità dei casi, che il regolamento comunitario concernente le Denominazioni d'origine protette e le Indicazioni geografiche protette non ha efficacia diretta e quindi non può essere direttamente applicabile dagli Stati membri». Inoltre a Panna citano i danni all'immagine del loro prosciutto e agli stessi consumatori, che comprano una cosa per un altra. Senza contare il risvolto economico, visto che l'Inghilterra assorbe circa il 7% dell'export del Panna coronato, attaccato dai banchi dei supennercati Asda dal concorrente «plebeo». Ora il Consorzio potrebbe appellarsi alla Camera dei Lords, ma non lo farà: per il prossimo giudizio si rivolgerà direttamente alle autorità europee. [v. cor.]