Un martedì nerissimo per Piazza Affari
Un martedì nerissimo per Piazza Affari Il Mibtel in discesa di quasi il 4% in un clima di generale pessimismo. Dollaro ancora debole Un martedì nerissimo per Piazza Affari In picchiata tutte le piazze europee New York sotto quota 9000, poi risale MILANO. Profondo rosso per tutte le Borse del mondo. Dall'Asia all'Europa l'ino agli Stati Uniti, le avvisaglie di lunedì hanno trovato puntuale conferma in un martedì nero. Per Milano è la decima peggior seduta dalla nascita dell'indice telematico, con il Mibtel che perde il 3,89% a 21.503 punti, il Mib30 che addirittura scende del 4,23% a 31.545 punti e una batosta superiore al 6% nei primi due giorni della settimana. Wall Street è partita male, scendendo sotto quota 9000 e recuperando a metà seduta per poi chiudere a 9.133, in millimetrico progresso ( + 0,19%). I mercati, insomma, si inabissano all'unisono spinti dalla performance negativa di Wall Street di lunedì, trovano alimento prima nel peggiormento dei listini asiatici, dove Hong Kong subisce un salasso che sfiora il 4% e Tokyo cede l'I,23%, poi nell'avvio decisamente negativo dell'Europa guidato da Francoforte. E, insomma, un clima di pessimismo generale accentuato dalla persistente debolezza del dollaro che anche ieri ha ceduto terreno contro le principali valute. Il biglietto verde a fine giornata scende a 1663 lire (contro le 1665,05 di lunedì), a 122,11 su yen (122,78 di prima mattina). Non a caso il mercato obbligazionario trae beneficio in blocco della ritirata di Wall Street, anche se sono i titoli italiani ad apparire particolarmente forti nell'attesa di un nuovo ribasso del Tus. Così i futures sui Btp consolidano i guadagni, con il contratto sul decennale scadenza dicembre che termina a 122,58, 17 centesimi sopra la chiusura del giorno precedente. Le incertezze dei mercati vengono aggravate, paradossalmente, dalla catena di fusioni in corso tra grandi gruppi bancari e petroliferi, come la fusione Deutsche-Bankers Trust, Hoechst-Rhone Poulenc, Exxon-Mobil. Operazioni che gli analisti fanno fatica a valutare e di cui non riescono comunque a vedere i benefici immediati. E difatti a Francoforte il titolo Hoechst perde il 6%, a Parigi Rhòne-Poulenc paga la fusione con uno scivolone superiore al 7%. A Bonn, Reimut Jochimsen, membro del consiglio centrale di Bundesbank, osserva che l'ottimismo dei mercati azionari appare tuttora «fragile», nonostante le premesse congiunturali siano tornate ad essere migliori rispetto a metà agosto, fase acuta della crisi russa. Ma ci sono timori che i recenti cali dei tassi americani possano favorire l'insorgere di bolle speculative e, afferma Joshimsen: «Mi preoccupa il fatto che l'evoluzione' economico-finanziaria in campi importanti possa, soprattutto negli Stati Uniti, sganciarsi dai dati dell'economia reale». Preoccupato del mercato borsistico italiano è anche il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi che, in una lettera al presidente dell'Associazione per lo studio dei problemi deicredito, Ercole Pellicano, afferma che, nonostante le iniziative intraprese e la promozione per lo sviluppo del listino promosse con le nuove regole del Testo Unico, con le privatizzazioni e gli incentivi alle quotazioni «il mercato finanziario italiano continua a caratterizzarsi per l'esiguo numero di emittenti quotati e per la limitata gamma di prodotti». Milano parte subito con il piede sinistro e un arretramento dell'I,68% che in breve tempo supera il 2% per allargarsi verso mezzogiorno a oltre il 3% e toccare il 4% nel primo pomeriggio. Le vendite martellano senza sosta, penalizzando tutto il listino e soprattutto quei titoli che, nelle sedute precedenti, avevano corso di più negli ultimi tempi come Bancoroma, Comit e Unicredito, Falck e Italmobiliarc (dopo l'annuncio dell'uscita di entrambe da Unicredito), Alitalia a Fiat. Insomma una discesa costante tra scambi sostenuti che sfiorano i 4000 miliardi e che piovono da tutte le parti, dai grandi investitori istituzionali come dai singoli risparmiatori e dai borcini. Nonostante una apertura in ribasso di Wall Street fosse prevista, l'avvio debole di New York aggrava la situazione sprofondando l'indice Mibtel fino al 4,2%. Poi ecco arrivare il solito rimbalzo finale, ma leggero come una piuma e non in grado di cambiare il risultato. La sconfitta è completa, e solo le Bnl riescono a restare a galla (-0,15%). Ma anche sugli altri listini il clima è color fumo. Francoforte sfiora un crollo del 5% che, a Parigi, supera il 4%. Londra riesce a contenere i danni al tre e mezzo, Madrid perde il 3,17%, Amsterdam il 4,71%. Valeria Sacchi 17LUOUO IL DOW JONES TOCCA IL MASSIMO STORICO A 9338 ■/""•": — NEW YORK SULL'ALTALENA [ANDAMENTO DELL'INDICE DOW JONES DAL 17 LUGLIO A OGGI] 23 SETTEMBRE LA FED PROMUOVE IL SALVATAGGIO DI LTCM CON 3,5 MILIARDI DI $ DA PRIVATI LA FEDERAL RESERVE TAGLIA IL TASSO DI SCONTO DI UN QUARTO DI PUNTO HhI*X*iil< LONG TERM CAPITAL MANAGEMENT RIVELA PERDITE DEL 44% IN AGOSTO LA FED TAGLIA A SORPRESA I TASSI DI UN QUARTO 31 AGOSTO IL DOW JONES PRECIPITA DI 513 PUNTI: GLI INVESTITORI REAGISCONO ALLE TURBOLENZE FINANZIARIE GLOBALI LIQUIDANDO GLI STOCK! IL DOW JONES ... ' -• TOCCA UN NUOVO p* MASSIMO 1 DI PUNTO I MP IL GIAPPONE ANNUNCIA UN PIANO PER SOCCORRERE LE SUE BANCHE IN DIFFICOLTA LA VITTORIA DEI DEMOCRATICI ALLE URNE SPINGE IL MERCATO J
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ercole Pellicano, Falck, Poulenc, Reimut Jochimsen, Valeria Sacchi
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