Lavora troppo, licenziata

Lavora troppo, licenziata Palermo: cacciata un'inserviente in prova, denunciata dai colleghi Lavora troppo, licenziata «Il suo zelo danneggiava gli altri addetti» Magli anziani protestano: rivogliamo lei PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lavora troppo per conquistare il tanto desiderato posto oppure lo fa per smania di protagonismo e per dipingere come inetti i colleghi? Il suo eccesso di zelo, alla fine, le è costato il benservito che gli amministratori della casa di riposo «Perez Raimondi» le hanno dato su richiesta di alcuni suoi colleghi. Il caso, singolare in un'Italia in cui tutti parlano di licenziare i fannulloni, sarà valutato dall'ufficio del lavoro di Palermo, che ha convocato le parti per venerdì 18 dicembre su istanza della Cgil-Funzione pubblica cui si è rivolta l'ora disoccupata Giacomina Giallombardo, 39 anni, diventata per necessità assistente di anziani dopo aver frequentato il liceo artistico e poi un corso di dattilografia. «Tutte balle. Ho sempre fatto soltanto il mio dovere e senza santi in paradiso, ma con le mie sole forze e con tanta buona volontà», sostiene la donna sposata e madre di un ragazzo di 16 anni. «Macché. Raccomandava i vecchietti di chiamare soltanto lei e non gli altri assistenti, perché non sarebbero stati capaci di soddisfare le loro richieste. Diceva di essere la più brava. Insomma voleva rendersi a ogni costo indispensabile, denigrando i colleghi», dice invece Emerico Lino, presidente dell'opera pia, che gestisce l'ospizio a Santa Flavia, a dieci chilometri da Palermo. Una vicenda spinosa, come si vede bene. A chi credere? All'effervescente stakanovista che, in attesa di ottenere dall'ottobre al dicembre scorso il primo contratto a «prestazione d'opera», aveva fatto volontariato per due anni, partecipando anche ai restauri della sede della casa di riposo. Oppure al presidente che comunque sottolinea di non aver provato proprio alcun piacere in questa faccenda. «A lavoro non mi ha mai impaurita. Non mi sono mai tirata indietro», racconta Giacomina Giallombardo che definisce «incredibile e paradossale» il suo caso e nega, ovviamente, di aver pensato di danneggiare i compagni. Dopo due contratti trimestrali e uno per sei mesi, adesso è stata messa alla porta senza tanti complimenti dal consiglio di amministrazione dell'opera pia che è cospicuammente finanziata dall'assessorato Enti Locali della Regione. E ora? «Sono in attesa degli sviluppi che confido mi siano favorevoli». Nel verbale del consiglio d'amministrazione è stato evidenziato fra l'altro che «il rapporto lavorativo deve esplicarsi tenendo nella dovuta considerazione i prìncipi sanciti dal contratto collettivo nazionale, ma anche dal principio di solidarietà intesa nel rapporto tra lavoratori». Nella delibera il cda ha pure evidenziato le numerose lamentele di quasi tutti gli altri 34 dipendenti, parecchi dei quali hanno segnalato «la quasi sottrazione degli anziani». Gli amministratori infine hanno messo in chiaro di avere inteso difendere «il lavoro altrui». Tutti passaggi che lasciano incredula l'interessata che si definisce vittima di un'ingiustizia. «Penso proprio di essere l'unica italiana ad aver subito il licenzianento per eccesso di zelo - dichiara con l'aria di chi si ritiene nel giusto - e ammetto di essermi data da fare. Non ero io a sottrarli alle cure dei miei colleghi. La verità è che gli anziani cercavano sempre me e non ho alcuna colpa se mi preferivano. Si vede che ero la più efficiente». Il presidente dell'opera pia tiene comunque a puntualizzare che «si tratta di recesso dal periodo di prova che la legge consente di realizzare anche sensa motivazione, e non di un licenziamento». Antonio Ravidà In un ospizio di Palermo un'inserviente è stata licenziata perché stakanovista

Persone citate: Antonio Ravidà, Giacomina Giallombardo, Perez Raimondi

Luoghi citati: Italia, Palermo, Santa Flavia