Mafia, in manette il capo della Digos di Fulvio Milone

Mafia, in manette il capo della Digos Campobasso: «Favorì i clan quando era in Campania» Mafia, in manette il capo della Digos NAPOLI. Tutto cominciò una sera nel ristorante «La Stalla» di Ercolano, davanti a un piatto di spaghetti. Il camorrista latitante e il poliziotto strinsero un patto: il primo avrebbe messo l'altro sul libro paga, con uno stipendio «che variava da un milione a tre milioni al mese»; il secondo avrebbe assicurato l'impunità al boss e ai suoi dirottando le indagini su altri clan e chiudendo gli occhi sulle estorsioni ed altri affari loschi. Tutto è finito ieri mattina, quando gli agenti in borghese hanno svegliato il vicequestore Gennaro D'Amico, 53 anni, capo della Digos a Campobasso, per arrestarlo. Il suo nome compare nell'elenco di 28 persone contro cui il gip del tribunale di Napoli, Marco Occhiofino, ha emesso ordini di custodia cautelare per concorso in associazione a delinquere di stampo mafioso, corruzione e, in alcuni casi, omicidio. D'Amico, all'epoca dei fatti dirigente di un commissariato della provincia di Napoli, avrebbe dato una mano alla banda di Ciro Vollaro, camorrista di rango neU'hinterland napoletano, fra 5 '91 e il '94. Ma nell'ordinanza del giudice c'è ben altro: i pentiti della mala vesuviana accusano una schiera di politici e amministratori di Portici, un paesone sulla costa a sud del capoluogo, spiegando come e perché dalla metà degli Anni Novanta il clan ha legato a sè alcuni uomini del pds. A cominciare dal sindaco di Portici, Leopoldo Spedaliere, indagato dalla direzione distrettuale antimafia. Un ex sindaco democristiano della cittadina, Nicola Cardano, è addirittura sospettato di essere il mandante di un omicidio. Il gip, però, non ha ritenuto gli elementi raccolti dai magistrati sufficienti per l'arresto. A parlare delle amicizie pericolose del vicequestore D'Amico è stato il boss Ciro Vollaro, che dopo la cattura ha deciso di collaborare con i giudici. «H dirigente del commissa- riato di San Giorgio a Cremano è stato asservito agli interessi del gruppo criminale e si è distinto, nel favorire Ciro Vollaro, non procedendo neppure al suo arresto», spiega il gip. Ce n'è anche per un carabiniere, Carmine Sabatino, che è stato arrestato: l'accusa è di avere passato al clan notizie riservate su indagini condotte da colleghi. Non meno inquietante è il capitolo dell'inchiesta intitolato ai rapporti fra camorra e politici. Ecco il racconto di Ciro Vollaro: «Vorrei parlare dei rapporti stabiliti, dopo il '94, con esponenti del pds di Portici. Si tratta di Spedaliere, assessore all'edilizia (poi eletto sindaco nel '96, ndr), e dell'onorevole Mimmo Pinta, che mi risulta essersi candidato nel '94 nelle liste del pds senza essere eletto. La mia famiglia ha stabilito rapporti con quel partito dopo la crisi del precedente sistema politico». Vollaro aggiunge di avere «settimanalmente rifornito di co¬ caina Spedaliere e Pinto per le feste del sabato sera»; di avere «pagato al pds, versandole a Spedaliere, tangenti del 20% sugli appalti ottenuti dall'amministrazione comunale»; di essersi infine mobilitato per «un'intensa campagna elettorale a favore di Spedaliere che aveva promesso la concessione di importanti appalti pubblici». «Ristrutturammo gratuitamente la sede del pds di Portici», ha insisito Vollaro, e un altro pentito, Franco Patriota, ha rincarato la dose: «Una volta il boss avvolse una dose di coca in una banconota da centomila lire e disse che in questo modo Spedaliere aveva anche il «pippotto» con cui sniffare». Spedaliere replica alle accuse: «Sono tranquillo, so bene che cose del genere possono capitare a chi svolge un ruolo delicato in una città importante come Portici». Fulvio Milone Gennaro D'Amico, 53 anni, responsabile della Digos molisana, è stato arrestato su ordine della procura di Napoli. E" accusato di aver depistato indagini sulla camorra negli anni '92 e '94