Cambia il divorzio, per i figli di Daniela Daniele

Cambia il divorzio, per i figli La riforma, presentata alla Camera, boccia l'affidamento esclusivo dopo la separazione Cambia il divorzio, per i figli «Mai più a un solo genitore» ROMA. «Lasciamoci da buoni amici. Come eravamo prima di innamorarci. Prima di fidanzarci e, poi, di sposarci. E, anche se non saremo più marito e moglie, continuiamo a essere genitori per i nostri figli. Genitori responsabili». In sintesi, il motivo centrale del disegno di legge per la rifórma del divorzio è questo. Al centro, i figli. Tutt'intorno, il resto. Marcella Lucidi (ds), insieme con Vittorio Tarditi (Fi), relatrice del nuovo testo ora all'esame della Commissione Giustizia di Montecitorio, spiega che si è giunti alla stesura definitiva raccogliendo una serie di proposte che avevano, più o meno, tutte lo stesso leitmotiv: l'affidamento esclusivo a un solo genitore non è più accettabile. I figli di genitori separati devono poter mantenere rapporti significativi con entrambi. «Chiediamo ai coniugi - dice l'onorevole Lucidi - di restare genitori anche quando il rapporto di coppia si chiude. Nel corso della causa, occorre trovare le modalità per far sì che questo avvenga: o si accordano i genitori, oppure sarà il giudice a stabilire come fare». Per aiutare le coppie in via di separazione, in un momento tanto difficile quanto lacerante, a Milano è nato un centro per la mediazione familiare, convenzionato con il Comune, dove i mediatori aiutano a elaborare un piano di separazione, il meno possibile traumatico. E dove un centro del genere non c'è ancora, che fare? «Potrebbero essere gli stessi avvocati - risponde Marcella Lucidi - a promuovere la mediazione. L'importante è passare dalla litigiosità alla cultura della pacificazione, in ìmodo da stemperare il conflitto, a vantaggio di tutti, soprattutto dei figli». Molti chiedono anche l'istituzione di una figura che rappresenti il minore: l'avvocato dei bambini. «Non sono d'accordo - osserva l'onorevole Lucidi - perché c'è già il pm che può rivestire questo ruolo, magari si può rafforzare il suo potere d'intervento». Ma, soprattutto devono essere i genitori a prendere le parti dei loro figli, a proteggerli in un periodo tanto amaro della loro vita, senza delegare ad altri il compito. Cesare Rimini, avvocato divorzista, è appassionato sostenitore dei diritti dei bambini ha appena pubblicato «Sei nipoti e cinque terre», libro di filastrocche e fiabe i cui proventi saranno devoluti al Telefono Azzurro -, loda il disegno di legge per la parte che tenta di mettere ordine nel complicato tema dell'affidamento. Ma invita a riflettere sulla necessità di trovare, comunque, la via giusta per passare dalla teoria alla pratica. «Genitori entrambi - dice -, e mi sembra giusto e sacrosanto. Ma poi occorre anche dare una casa al figlio dei separati. Stabilire con chi vivrà e via dicendo. Importante l'affermazione di principio, ma lo è altrettanto fare in modo che le liti non si moltiplichino. Non dimentichiamo che molti padri sono stanchi di essere considerati una specie di "succursale" per i loro figli». Che cosa pensa della mediazione familiare? Ottima, secondo Rimini, soltanto se si raggiunge attraverso un atto spontaneo: «E gli operatori del centro di Milano, il Gea (Genitori ancora, ndr), sono bravi ad aiutare le coppie. Alla base della mediazione, però, ci vuole un momento di umiltà». Quando, invece, questa risulta obbligata dal giudice, diventa, secondo Rimini, «davvero ridicola». Il disegno di legge prevede anche l'abolizione della separazione con addebito. «Bene commenta l'avvocato -, rna non dimentichiamo che, poi, restano comunque aperti i problemi economici. Non tutte le separazioni sono uguali». Daniela Daniele Una manifestazione contro la legge sul divorzio introdotta in Italia nel 1970

Persone citate: Cesare Rimini, Marcella Lucidi, Vittorio Tarditi

Luoghi citati: Italia, Milano, Rimini, Roma