Scuola, un «filo d'Arianna» col '68
Scuola, un «filo d'Arianna» col '68 Intervista al «padre nobile» del giornalismo italiano: nemmeno io darei soldi all'istruzione non statale Scuola, un «filo d'Arianna» col '68 Montanelli: ma quasi quasi rimpiango Capanna MI sembra proprio che...». Che sia un nuovo Sessantotto, come ha detto lei, Indro Montanelli, nella sua rubrica su Telemontecarlo? «Quando l'entità di una manifestazione è sproporzionata rispetto al pretesto le qui siamo ormai alle manifestazioni), il pericolo è che si vada in piazza per sfogare altri scontenti». Sul pretesto, il finanziamento alla scuola privata, come la pensa? «Sono perfettamente d'accordo. Lo Stato non dovrebbe finanziare la scuola privata, non può distogliere altri miliardi dai suoi magrissimi bilanci». Ma lo fa. 450 miliardi. Anche se D'Alema dice che non sono per le scuole, ma per le famiglie. «Ecco, è quella cifra che mi lascia perplesso. Non mi pare che giustifichi tutta questa confusione». Tra confusione e Sessantotto c'è ancora differenza. «Lo so bene. Infatti non dico che è un nuovo Sessantotto, dico che lo potrebbe diventare. Ma ho ancora qualche speranza». Quale? «In Italia è tutto d'importazione. Nel '68 il virus era generale, con due focolai in Germania e Francia. Gli italiani, che vivono di imitazione, lo presero da lì». In questo '98 c'è poco da importare. «Ora il fenomeno mi sembra solo italiano, e quando è così dovremmo preoccuparci meno». A Milano, anche ieri, corteo. La Stampa domenica ha intervistato Arianna, 16 anni, liceo classico Manzoni, una da prima fila. Dice così: «Noi siamo un'assemblea trasversale che sviluppa dibattito e azione a partire dai bisogni virtualmente individuali ma...». «Ma basta...». «... ma in definitiva collettivi degli studenti e dunque è nel collettivo che si realizza la nostra identità». «Questa Arianna dev'essere particolarmente pericolosa». Sedici anni. «Pericolosa perché gli italiani si invaghiscono di quel che non capiscono. Il linguaggio involuto, il frullato di parole, in un Paese serio cadono nel vuoto. Da noi il frullato frulla». Nel '68 il linguaggio lo ricorda così? «Non era molto diverso. Se poi penso al '77, al professor Negri e alle sue prediche cattedratiche, non è che avessero più sostanza di questo filo d'Arianna». Insomma, questi del '98 non le piacciono e un poco la preoccupano? «Non voglio dire che mancano i motivi di scontento. Lo Stato per la scuola non fa nulla, mai ha fatto nulla. La scuola dovrebbe essere la prima preoccupazione, dovrebbe portare la classe insegnante al primo posto della gerarchia sociale. La cosa che manca di più, in Italia, è il cittadino. Nessuno l'ha mai formato: né la famiglia, né la scuola». Nel '68 a Palazzo Chigi c'era Rumor, ora c'è D'Alema. E' uno che viene dal Sessantot¬ to, aiuta? «Della nuova classe dirigente non vedo chi non sia passato dal Sessantotto, ma non credo si possa gridare allo scandalo. Nella Prima repubblica chi non era stato iscritto al Guf?». Ma aiuta? «Rumor aveva poca sensibilità e ancor meno capacità decisionale. D'Alema speriamo sia meglio. Un Presidente del Consiglio, da qualunque parte venga, dovrebbe essere interessato ad affrontare manifestazioni che potrebbero diventare sediziose». Nella manifestazione di ieri lo slogan era «scuole dei preti, scuole private, signori ricchi ve le pagate». «Potrei anche essere d'accordo, il pretesto c'è, lo Stato non dovrebbe dare nemmeno i miliardi che darà. Ma la trasgressione mi sembra così modesta da non meritare 20 mila in piazza». Ce n'era uno, ripreso dalle tv, che protestava per la cacciata di Simoni dall'Inter... «Se è solo per questo, sono con lui». Altri che dicevano di essere in piazza senza sapere perchè. «Visto?». Un'altra ancora aveva la vodka al limone. «Prosit!». Ancora con Arianna. A domanda ha risposto: «La mia storia è il futuro», il passato è passato. «Sta uscendo il libro mio e di Mario Cervi, "L'Italia del Novecento". Ecco, Arianna non sarà mai una mia lettrice, il libro non è destinato a lei». A Milano lo presenterà al Parini, un liceo classico pieno di Arianne. «Per la verità il preside mi ha detto che i ragazzi ne sono entusiasti». Le domanderanno, magari, anche del suo giudizio sul '68 e questo '98. «Benissimo. Ripeterò che debbono stare attenti, molto attenti, a non imboccare una strada che li porta lontano dai loro interessi». Un libro, lo definisce lei, scritto proprio per i giovani. «Che ne hanno bisogno, credo. Penso di aver raccontato, per i ragazzi, come sono andate le cose. La nostra storiografia purtroppo non racconta i fatti, ma solo le opionioni dell'autore del libro. Sarò giudicato spregevole dalla storiografia, lo so, ma la storiografia i fatti li ignora perchè non li sa raccontare. Nel libro i ragazzi troveranno anche cosa è stato il '68». Allora c'era il Movimento Studentesco di Mario Capanna, ora c'è il Rase di Arianna. «Che c'è?». Il Rase, rete autogestita studenti e collettivi. «E allora mi vien la nostalgia di Capanna...». Giovanni Cerniti «Anche D'Alema è un ex ,: sessantottino? -, Nella Prima Repubblica tutti erano stati iscritti al Guf» «Anche D'Alema è un ex ,: sessantottino? -, Nella Prima Repubblica tutti erano stati iscritti al Guf» Indro Montanelli In alto: un'immagine delle manifestazioni studentesche nel '68 1 Indro Montanelli In alto: un'immagine delle manifestazioni studentesche nel '68
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