Si indaga sui fondi neri di Clinton

Si indaga sui fondi neri di Clinton Impeachment Si indaga sui fondi neri di Clinton WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le audizioni sull'impeachment di Bill Clinton entrano in stato confusionale. A sorpresa, i repubblicani che siedono nella commissione Giustizia hanno esteso le loro indagini ai fondi elettorali di Clinton nelle presidenziali di due anni fa - muovendosi ben oltre la questione Lewinsky. Ieri il dibattito doveva limitarsi all'accusa di spergiuro mossa a Clinton dal procuratore Kenneth Starr per aver mentito sulla sua relazione con l'ex stagista della Casa Bianca. Ma il presidente della commissione, il repubblicano Henry Hyde, ha spiegato che si sente «in dovere» di valutare tutte le accuse «che vengono portate alla nostra attenzione». La mossa dei repubblicani ha fatto infuriare i democratici. «Le nostre audizioni si stanno trasformando in una vera e propria caccia al crimine», ha protestato il deputato John Conyers, fedelissimo del Presidente e numero due nella commissione Giustizia. Nel corso della giornata lo scontro è dilagato. Richard Gephardt, leader dei democratici alla Camera, è sceso in campo per denunciare «il caos che regna» sull'intero procedimento. E per esortare lo Speaker della Camera Newt Gingrich «a prendere in mano la situazione» prima che degeneri. A quel punto anche la Casa Bianca ha aperto il fuoco contro il presidente della commissione Hyde, accusandolo di aver falsato- le carte, di aver promesso di limitare l'indagine alla vicenda Lewinsky per poi allargarla proprio mentre tutti si aspettavano una rapida conclusione. «E' chiaro», ha concluso il portavoce Joe Lockhart, «che la commissione è in mano agli estremisti». In effetti la commissione Giustizia è dominata dalla destra repubblicana, che vuole l'impeachment del Presidente. Hyde insiste che nonostante l'ampliamento delle indagini deciso ieri lui conta di concludere i lavori e arrivare al voto entro la fine del mese. Il voto della commissione è scontato: approverà l'impeachment. Ma poi la decisione passerà all'aula, e lì la destra repubblicana non ha la maggioranza. Per questo dietro le quinte la leadership democratica e quella del partito repubblicano già trattano per arrivare ad una mozione di censura che, sia accettabile per tutti. Ma proprio queste trattative fanno inviperire la destra repubblicana, che ieri ha evidentemente cercato di alzare la posta in gioco annunciando un'estensione delle indagini. Andrea dì Robiiant