Lo scoop fa litigare i «signori della tv»

Lo scoop fa litigare i «signori della tv» ILPRO E CONTRO DEI DIRETTORI Lo scoop fa litigare i «signori della tv» Fede: «Squallido», Mimun: «Da Pulitzer», Mentana: «No all'invidia» PROMA ER Emilio Fede è «un'occasione squallidamente ghiotta per fare ascolto», per Clemente Mimun una «storia da premio Pulitzer». Le reazioni alla confessione fiume di Ferdinando Carretta davanti alle telecamere di «Chi l'ha visto?» si collocano tra questi estremi. A metà strada, tra la condanna del direttore del Tg4 e l'esaltazione di quello del Tg2, c'è il giallo della ricompensa che, secondo alcune voci, la Rai avrebbe pagato a Carretta. Trenta milioni per convincerlo a parlare, o per «ringraziarlo» di aver parlato. Dopo un'interrogazione a Palazzo Madama del verde Stefano Semenzato, se ne occuperà oggi la Commissione di vigilanza, prontamente convocata dal suo presidente, il colonnello di An Francesco Storace. «Se l'intervista l'avesse fatta Mediaset - attacca Mimun - og- gi saremmo qui a chiederci se il servizio pubblico ha ancora senso. Come ai tempi del faccia a faccia su Canale 5 tra la Bindi e Di Bella. I soldi? Il direttore di Raitre nega di aver pagato Carretta, e io non ho motivo per dubitare. E in ogni caso, quando qualcuno pagò Priebke in cambio di un'intervista, le po¬ lemiche finirono in una bolla di sapone. In un altro Paese, questa vicenda sarebbe stata premiata, qui invece siamo sempre schiavi del moralismo...». Il direttore del Tg2 tira in ballo Mediaset, ma dal fronte opposto tutti alzano il cappello di fronte al «colpo» di Raitre. Tutti tranne uno: Emilio Fede. «Questa è una storiaccia - taglia corto il direttore del Tg4 da qualunque parte la si voglia guardare. Con uno che ti racconta di aver ammazzato la propria famiglia non si può usare un tono tanto complice. Ero allibito, poi ho visto in faccia l'intervistatore, e ho capito. Quello non è un giornalista...». Giuseppe Rinaldi, l'uomo che ha raccolto la confessione, è un regista della Rai. Cosa cambia? «Tutto - replica Fede -, perché un giornalista fa domande, non lascia parlare a quel modo uno che dice di essere un assassino...». Anche questa volta il direttore del Tg4 è solo: «Mi sono anche chiesto che cosa avrei fatto io - continua -, Credo però che di fronte a un'occasione così squallida avrei detto di no. Non avrei mai concesso un'ora e mezzo in prima serata a uno sciagurato come Ferdinando Carretta». Il resto della truppa Mediaset non si accoda. Non solo: «Chi dice che non avrebbe mandato in onda quella cassetta è un'ipocrita», taglia corto Piero Vigorelli, responsabile di «Verissimo», forse il più colpito dallo scoop: «Anche noi avevamo una troupe a Londra - dice . Anche noi eravamo sulle tracce di Carretta, ma loro ci hanno battuti. Che dire? Complimenti. Ogni altra reazione non avreb¬ be senso». Enrico Mentana, il direttore del Tg5, è più pungente: «Far confessare davanti alla propria telecamera o al proprio taccuino uno che per anni si è professato innocente è il sogno di ogni cronista. E' stato un colpo giornalistico? Sì. L'avrei fatto? Sì. Andava mandato in onda? Sì. C'è una sola ragione per cui un giornalista possa dire il contrario: l'invidia...». Eppure è polemica. Telefono Azzurro dice che a quell'ora davanti alla tv c'erano molti bambini, per i quali adesso può sembrare normale che uno spari in faccia a genitori e fratelli e poi torni alla vita di tutti i giorni, finendo persino in tv. Altri pongono dubbi sul ruolo dei mass media. Far confessare i colpevoli, dicono, toccherebbe ai magistrati. O no? «Se Carretta ha parlato con Rinaldi è perché lo ha ritenuto la persona giusta per liberarsi da un peso - dice Vigorelli -. Non siamo tutti uguali: Francesco Saverio Borrelli o Giancarlo Ca¬ selli non sarebbero mai riusciti a far parlare Buscetta. Falcone ce l'ha fatta. E' una questione di sensibilità personale. Qualcuno ce l'ha, qualcun altro no. Non è questione di qualifiche o di professioni». Mentana va oltre: «Carretta con la tv ha parlato, con i magistrati no. L'invasione di ruolo c'è, ma che cosa è meglio? Che un presunto assassino confessi alla oersona sbagliata o che continui a nascondersi senza confessare mai?». Le proteste per l'orario? «Soli, davanti alla tv, i bambini non dovrebbero starci mai», dicono tutti. «Nei giornali si dice che le notizie importanti vanno in prima pagina da sole - aggiunge Alessandro Cecchi Paone, pure lui in mezzo alla tempesta per il contenuto crudo dei suoi programmi scientifici -. La prima pagina della tv si chiama prime time. Perché dovremmo comportarci diversamente?». Guido Tiberga E' polemica sulla Rai che avrebbe pagato trenta milioni Vìgorelli: «Ipocrita dire che non era da trasmettere» Enrico Mentana, il direttore del Tg5 Emilio Fede, direttore del Tg4, e Clemente Mimun, direttore del Tg2

Luoghi citati: Londra