«Sono anche io uno dei killer di Mauro»

«Sono anche io uno dei killer di Mauro» Frosinone: sarebbero stati in quattro a colpire 28 volte il bambino con una mazza di ferro «Sono anche io uno dei killer di Mauro» In carcere il supertestimone FROSINONE DAL NOSTRO INVIATO Da supertestimone è diventato il principale accusato: Erik Albert Schertzberger, 18 anni, madre peruviana e padre tedesco, ha cambiato versione. Ha confessato di aver partecipato anche lui all'omicidio del piccolo Mauro. Finora aveva raccontato molte bugie. Ieri lo hanno rinchiuso nel carcere di Cassino. «Resta fermo l'impianto della nostra accusa - tiene a precisare il procuratore capo, Gianfranco Izzo perché continuiamo a ritenere che Denis, Claudio e Erik, abbiano partecipato al delitto. E forse erano in quattro». Il procuratore pensa addirittura che tutti quanti abbiano colpito alla nuca il bambino, usando una pesante mazzetta da muratore che per il momento non s'è trovata. Erik ha parlato diffusamente dell'oggetto. L'ha disegnato. E continuano le ricerche dell'autista della station-wagon. Ma non del sesto uomo, il presunto regista dell'omicidio, figura che esce dall'inchiesta velocemente come c'era entrata. Erik non ha retto l'ennesimo interrogatorio, il decimo da quando è iniziata la vicenda. I magistrati insistevano nel chiedere il movente di questa assurda morte. Volevano sapere del mandante. Contestavano particolari che non tornano. E il «peruviano» è crollato. «C'ero anch'io. Ho visto tutto: quando è stato colpito con la mazzetta, quando hanno trascinato il corpo, quando siamo tornati indietro». Non era più il supertestimone che parlava, ma un reo confesso. Un altro colpo di scena. Sono scattate le manette. E dice ora il suo legale, Antonio Chianta: «Dimenticate tutto quello che s'è scritto in questa settimana. Si ricomincia». Secondo la procura di Cassino ci sarebbe sempre un branco, dunque, con un adulto alla guida della mac- china che porta Mauro alla morte. Non abbandonano la pista del giostralo. Ma restringono la vicenda al gruppetto dei balordi adolescenti di paese. E traballa l'alibi di Denis: le due donne che lo scagionavano hanno ritrattato. Sarebbero state spinte a dire 0 falso dal padre del nomade, Bruno Bogdan, che ora rischia di essere indagato per «subornazione di teste». «Abbiamo anche fatto l'ipotesi dice il pm - che Erik si sia inventato tutto. Ci attanaglia l'angoscia di avere mandato in carcere due persone innocenti. Ma abbiamo altri riscontri che ci fanno pensare al branco. Elementi che non posso rivelare. E poi vorrebbe dire che Erik è una mente diabolica che ci ha messo nel sacco. Si è presentato dai carabinieri quando nessuno sospettava di lui». Resta misterioso il movente del delitto. Erik ha fatto riferimento ai legami con la camorra che avrebbe il capo della banda. Stupefacenti, armi, traffici illegali. Di qui la sua folle paura a parlare. Ma secondo il procuratore Izzo altre due potrebbero essere i moventi, forse collegati tra loro: «Le molestie sessuali verso la sorellina Teresa. Oppure l'intenzione di lanciare una bomba molotov contro qualcuno: si stava esercitando prima di sparire». I carabinieri, invece, non tralasciano la pista dell'omosessualità. Lasciano intendere che potrebbe essere un omicidio di gruppo, ma anche l'azione di un singolo. E lo zio di Mauro, Libero Forhni, uomo di rispetto che è in. carcere per collegamenti con la camorra casertana, fa sapere: «Non sono questi gli assassini di mio nipote». Francesco Grignetti • IL PUNTO • • L'ACCUSA. Erik era sul luogo del delitto e ha accompagnato Mauro con il suo motorino fuori del paese. Accusa i suoi amici Denis e Claudio di avere partecipato al delitto con lui. • GLI ALIBI. Non funzionano gli alibi di Denis e Claudio. La procura ritiene che ci sia un buco in corrispondenza dell'ora della morte. A contraddire Denis sarebbe il fratello Fardi. • LE TESTIMONI. Le due don ne che avevano scagionato Denis hanno ammesso di avere inventato tutto e sono indagate per «false dichiarazioni al pm». Il padre di Denis a sua volta rischia di essere indagato per «subornazione di testimone». L'omicidio forse deciso perché il bambino minacciava di denunciare un giro di stupefacenti Ritrattano le due donne che avevano fornito un alibi al nomade: «Ce lo aveva chiesto suo padre» Mauro lavarone, Il bambino di 11 anni ucciso nelle campagne del Frusinate. A destra la roulotte in cui ha vissuto fino a pochi giorni fa la famiglia di Denis, uno dei fermati per il delitto

Persone citate: Antonio Chianta, Bruno Bogdan, Erik Albert Schertzberger, Fardi, Francesco Grignetti, Gianfranco Izzo, Izzo

Luoghi citati: Cassino, Frosinone