Qualche rimedio a tante gaffes di Boris Biancheri
Qualche rimedio a tante gaffes ANALISI =1 Qualche rimedio a tante gaffes LA documentazione presentata dalla Turchia a sostegno della richiesta di estradizione di Ocalan è, a quanto è dato saperne, impressionante. Se il suo contenuto fosse integralmente veritiero il leader curdo sarebbe responsabile di eccidi paragonabili a quelli di Karadzic in Bosnia, che si faceva egualmente portatore dei diritti di un'etnia in lotta con l'etnia vicina. Forse, anziché rilasciare subito dichiarazioni oltretutto in contrasto tra loro, governo e forze politiche della maggioranza avrebbero potuto attendere qualche giorno prima di esprimersi sulla condotta da seguire. Se ne sarebbero avvantaggiate la chiarezza e la credibilità della nostra politica. Che si pensi oggi a una Corte europea per processare Ocalan - una cosa tecnicamente difficile e forse politicamente irrealizzabile - dimostra a che punto si sia ancora lontani da una soluzione. Potremmo però intanto prendere alcuni provvedimenti che concilino il diritto e gli impegni internazionali che il nostra Paese ha sottoscritto. Un punto fondamentale è stato anticipato dal ministro Dini che, fortunatamente, essendo ministro degli Esteri, ha titolo per farlo. Ed è l'opinione che a Ocalan non debba essere concesso il diritto di asilo. Per far ciò non mi sembra necessario configurare una primazia della politica sul diritto, come ha detto ieri su un quotidiano milanese un autorevolissimo commentatore. La concessione dell'asilo politico esprime - come il nome stesso dice - una valutazione politica oltre che giuridica del caso. La Commissione che lo delibera è presieduta infatti non da un magistrato, ma da un rappresentante del governo. L'asilo può essere concesso quando si ritiene che il rifugiato sia perseguito nel suo Paese per le sue idee, non per | ttelft-eati com|B>6tisi:>Nun mi sembra sia; questo il caso di Ocalan.' Un secondo provvedimento necessario dovrebbe essere quello di impedire qh£ dell'Italia Ocalan'faccia una tribuna politica dalla quale lanciare i suoi messaggi in attesa del giudizio di una immaginaria Corte europea o dell'esito dei contatti bilaterali per una sua eventuale espulsione. E' già molto averlo ospitato a spese del contribuente in una comoda villa vicino a Roma: consentirgli di fare opera politica, di inviare messaggi di pace o di guerra attraverso emittenti radio e di rilasciare interviste come ha già fatto, significa contravvenire clamorosamente a tutti gli obblighi che ci siamo assunti con le convenzioni internazionali sul terrorismo. Un terzo provvedimento dovrebbe essere di accertare se non siano stati commessi reati nel promuovere e sponsorizzare l'ingresso illegale di Ocalan in Italia. Non si tratta di aprire una caccia alle streghe o agli apprendisti stregoni di casa nostra. Si tratta però di affermare che è intollerabile che i diritti umani, che sono una delle grandi conquiste della civiltà contemporanea, vengano usati come un grimaldello che spalanca ogni porta e che in nome di essi si avalli qualsiasi violazione e qualsiasi illegalità. Anche perché la marachella di fare entrare Ocalan in Italia è stata già pagata con un alto prezzo di interessi economici, di tensioni politiche e di dignità nazionale. L: Boris Biancheri erij
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