Le Borse in retromarcia

Le Borse in retromarcia Le Borse in retromarcia STOP. Dopo quindici giorni di (quasi) continuo rialzo, Piazza Affari frena: chiude a 2,44% l'indice Mibtel che, come tutte le altre Borse europee, risente del ribasso a Wall Street (-2,32%) trascinata ingiù anche dalla debolezza del dollaro e colpita dalla più massiccia ondata di realizzi fin dall'inizio dell'autunno, quando cominciò la risalita dopo la crisi estiva. E la caduta si è poi allargata alle piazze sudamericane: i drastici cali sono stati capeggiati da Città del Messico (-5,57%) seguita da Buenos Aires (-5,55%) e San Paolo (-5,08%). Più contenuta la perdita di Santiago del Cile (-0,90%) Lunedì sotto il segno dell'orso, da Est a Ovest. Hanno cominciato le grandi Borse asiatiche, 1,23% Tokyo, -3,16% Hong Kong. Giù l'Europa: Parigi in calo del 2,72%, Francoforte del 2,58%, Londra dell' 1,75%, Zurigo dell' 1,85%. A innervosire le Borse, paradossalmente, hanno contribuito anche le grandi operazioni di fusione annunciate: operazioni come Deutsche Bank-Banker Trust, come Hoechst-Rhòne-Poulenc, come Exxon-Mobil, che dopo le prime valutazioni sono state riviste da operatori e analisti con l'occhio attento più ai costi immediati che ai vantaggi futuri. Significativi, a riguardo, i cali della Deutsche a Francoforte, di Rhóne-Poulenc a Parigi, di Exxon a Wall Street. In Piazza Affari, per la cronaca, ieri la giornata era cominciata così così (-0,65 in apertura) ma poi era proseguita al meglio con un rialzo dell'1,33% a fine mattina. Insomma, nonostante i ribassi asiatici e le aperture tutte negative delle Borse europee, Piazza Affari sembrava intenzionata a insistere con i rialzi delle ultime due settimane: la matricola Class editori, nel suo debutto, sfondava del 7% il prezzo di collocamen¬ tdtmmgwgsAaizirisacavdzl7ddsptr(dritaNd to, l'Olivetti sfiorava il +5%. Segnali, insomma, di un'altra possibile giornata sotto il segno del toro confermata, tra l'altro, da un forte incremento degli scambi che hanno superato i 4100 miliardi di controvalore. E invece, di pomeriggio, dopo la partenza (a -0,14%) della Borsa newyorkese, ecco che anche Piazza Affari si è adeguata con forti prese di beneficio ai ribassi consistenti degli altri mercati europei guidati da Amsterdam che ha lasciato sul terreno un 3% abbondante. Uno stop, comunque, che non ha impressionato più di tanto gli operatori che, anzi, considerano salutare questa correzione dopo il balzo della scorsa settimana. Fatto sta che, ieri, a guidare la correzione di Piazza Affari sono stati proprio quei titoli che negli ultimi giorni avevano guadagnato di più: Fiat, Ifi, Ifìl. Le dichiarazioni di venerdì di Giovanni Agnelli - che aveva definito «pettegolezzi e chiacchiere» le voci su presunte operazioni attorno alle società del gruppo che avevano spinto in alto le quotazioni delle società - hanno ovviamente tagliato le ali alla speculazione: risultato un calo del 7,57% della Fiat, del 6,89% dell'Iti e del 4,22% dell'Ifil. Bene la matricola Class in rialzo dell'8,1%. Male la veterana Parmalat che ha perso il 5,69% dopo la conferma dell'aumento di capitale da mille miliardi entro l'estate. Bene l'Alitalia (3,73%) dopo l'accordo con la Klm e gli aeroporti di Roma (+1,21%). In ribasso le Telecom (-2,33%) alla vigilia del consiglio che dovrà decidere sull'accordo con Murdoch per Stream. In rialzo (+1,84%) le Snia spinte da voci di arrontondamento delle quote da parte degli attuali azionisti. Male le Bnl (-3,57%) e benino le Banco Napoli (+0,17%) dopo il riemergere dell'ipotesi di fusione tra i due istituti.

Persone citate: Giovanni Agnelli, Murdoch, Poulenc