Deutsche Bank regina del credito

Deutsche Bank regina del credito Francoforte venderà le partecipazioni industriali, ma non cambia nulla per Fiat e Comit. A rischio 5500 posti Deutsche Bank regina del credito Fusione con Bankers Trust, è il gruppo più grande BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per 11,7 miliardi di dollari, poco meno di ventimila miliardi di lire una spesa che sarà in finanziata vendendo partecipazioni industriali, ma «senza mutamenti per quanto riguarda la partecipazione alla Fiat e alla Comit» - la Deutsche Bank ha assunto il controllo della banca d'affari americana Bankers Trust, diventando il più grande gruppo creditizio al mondo: superiore anche alla svizzera Ubs. La megafusione, annunciata ieri a Francoforte dai presidenti delle due banche, il tedesco Rolf Breuer e l'americano Frank Newmann (che entrerà nel consiglio di amministrazione della Deutsche), è la più grande mai realizzata nel settore bancario, e la prima che vede un gruppo europeo protagonista di un'operazione del genere oltreoceano. Il nuovo colosso diventerà operativo la prossima primavera. Secondo i dati di fine settembre avrà un attivo di 834 miliardi di dollari (Ubs: 789) e gestioni patrimoniali per 688 miliardi, sarà fra i primi quattro al mondo nella custodia titoli, e avrà oltre 96 mila dipendenti, quasi 76 mila dei quali attualmente in carico alla Deutsche: le sinergie attivate dalla fusione - che consentiranno risparmi annuali pari a 1700 miliardi di lire a partire dal 2001 - provocheranno tuttavia un taglio di 5500 posti di lavoro. «Tutti nelle sedi di New York e Londra, nessuno in Germania», ha garantito Breuer: anche se non è detto che la riduzione del personale interesserà soltanto le filiali della Bankers Trust. Per garantire l'acquisto della banca americana - 93 dollari in contanti per ogni titolo - il gruppo tedesco ha compiuto un aumento di capitale pari a 4 mila miliardi di lire: il resto, ha chiarito Breuer, verrà finanziato ricorrendo alla «liquidità resa, disponibile dalla solidità del bilancio», oltre che con l'emissione di obbligazioni e vendendo partecipazioni a gruppi industriali. Nulla cambierà riguardo alla Fiat, ha tuttavia garantito Breuer, che ha smentito anche le voci di cessione del 13 per cento della DaimlerChrysler, il gigante dell'auto creato con la fusione fra il gruppo tedesco Daimler-Benz e il terzo produttore americano. L'acquisizione di una banca americana non modificherà «le strategie e le ambizioni europee della Deutsche». Secondo Breuer, al contrario, le rafforzerà: «La fusione ci consentirà di competere con più efficacia nel nostro mercato più importante, l'Europa», dove la banca tedesca ha in programma altre acquisizioni (fra le voci che circolano a Francoforte, anche quella relativa atta Dresdner Bank, la terza banca tedesca dopo la fusione fra le due banche di Monaco). Il loro finanziamento, assicura il presidente della Deutsche, «non sarà un problema». Per diventare definitiva, la fusione attende adesso il via libera di due terzi degli azionisti della Bankers Trust e delle autorità di tutela statunitensi, tedesche ed europee. Ma il «sogno americano» di Breuer solleva perplessità in patria: nel terzo trimestre di quest'anno, la banca americana ha accusato perdite pari a 488 milioni di dollari, in seguito alla crisi sui mercati asiatici e soprattutto in Russia. Secondo alcuni analisti, inoltre, se è vero che la fusione garantisce al principale istituto di credito tedesco una presenza di rilievo nel più grande e innovativo mercato di capitali, gli Stati Uniti, non manca di rischi: non solo perché la banca d'investimenti americana «none esattamente quel che serviva alla Deutsche Bank», come sottolineano alcuni operatori a Francoforte. L'acquisizione, si nota, è stata decisa in un momento di grandi turbolenze sui mercati emergenti, che hanno penalizzato gli stessi protagonisti della megafusione annunciata ieri: se nel terzo trimestre la «Bankers Trust» ha cumulato perdite, la «Deutsche» ha praticamente cancellato i profitti operativi, ridotti a 70 milioni di marchi. Ma presentando i termini dell'acquisto Breuer ha respinto le critiche, negando che la «BT» sia stata una scelta di ripiego dopo il fallimento di trattative con banche più importanti: «Abbiamo esaminato una serie di candidati all'acquisto. E l'istituto americano rappresentava l'ideale ampliamento del nostro portafoglio d'affari». Emanuele Novazio Un'operazione da ventimila miliardi di dollari Sborsati 93 dollari per ogni titolo americano gg9 GIGANTI DEL CREDIT® lRUM»l BANCARI AL MONDO, » PER ATTIVITÀ', IN MILIARDI DI DOLLARI) li DEUTSCHE BANK/ BANK BAHKiR OFTOKYO TRUST MITSUBISHI INDUSTRIAI. AND COMMERCIAL BANK 0F CHINA CREDIT SUiSSE HSBC HOLDINGS (GB) SUMITOMO BANK (GIAPPONE) S0CIETE' GENERALE (FRANCIA) CREDIT AGRICOLI (FRANCIA) DAI-ICHI KANGY0 BANK (GIAPPONE) SANWA BANK (GIAPPONE) Stretta di mano fra Rolf Breuer (Deutsche Bank) e Frank Newmann (Bankers Trust)