«Un Concordato per l'Islam»

«Un Concordato per l'Islam» Proposta al governo una bozza d'intesa. Gli islamici: «Rifiutiamo intese solo di facciata» «Un Concordato per l'Islam» Ai musulmani venerdì festivo e niente leva ROMA. C'è una bozza di intesa tra l'Italia e l'Unione delle comunità islamiche, stilata sulla falsariga del Concordato del 1984 e delle intese successive. Palazzo Chigi sottolinea che al momento non c'è ancora un tavolo di trattativa, ma, quando in futuro sarà firmata dal governo e dall'Unione, e approvata dal Parlamento, si avrà il ricoscimento ufficiale di una realtà numericamente importante, e si apriranno non pochi problemi di compatibilità costituzionale con alcuni aspetti dell'ordinamento tradizionale islamico. Sui tempi non si pronuncia nessuno, anche perché all'interno del mondo italiano dei seguaci del Profeta esistono divergenze notevoli, e screzi duraturi. Ali Abushwaima, medico di origine giordana presidente del Centro Islamico di Milano ha dichiarato ieri che «un punto importante è la qualità degli interlocutori islamici convocati al tavolo delle trattative. Noi dell'Ucoii auspichiamo un'intesa molto concreta. Se, invece, verranno convocate altre rappresentanze musulmane c'è il rischio di approdare a un'intesa puramente di facciata». Ali Abushwaima aggiunge che, «circa tre mesi fa, è stato avviato un Consiglio Superiore Islamico in Italia per facilitare la trattativa. Ma finora è virtuale perché esistono divergenze al suo intemo. Tra i rappresentanti della moschea di Roma, per esempio, esistono di- verse tensioni e fazioni». L'esistenza della bozza è stata rivelata dal quotidiano «Il Tempo». Nel testo, che però può essere oggetto di modifiche anche significative, e che il governo ha ereditato dagli esecutivi precedenti, si stabilisce che le comunità islamiche hanno il diritto di «diffondere gli atti relativi al magistero islamico», e di raccogliere fondi a questo scopo. L'Islam non ha una struttura gerarchica o centro religioso unico: qualcosa di analogo, per chiarezza - al Vaticano o al Patriarcato per gli or- todossi. La definizione di «magistero» quindi è di necessità vaga. Alle «guide del culto» (non esiste un'ordinazione sacerdotale nell'Islam) è concesso l'esonero dal servizio militare. Ai musulmani che prestino servizio nelle forze armate o nella polizia, oltre che a chi è ricoverato in ospedale, o è detenuto, va garantita l'assistenza religiosa, e il rispetto delle prescrizioni alimentari. Niente vino e maiale, naturalmente, ma anche la macellazione eseguita secondo il rito islamico, analoga a quella praticata dagli israeliti. Il venerdì, i musulmani, che siano studenti o dipendenti dello Stato, militari o assegnati al servizio civile sostitutivo, hanno il diritto di partecipare alla preghiera comune, la più importante della settimana. «Tale diritto è esercitato nel quadro della flessibilità dell'organizzazione del lavoro». E le autorità scolastiche dovranno tenerne conto nel «fissare il diario di esami». Il matrimonio è uno degli aspetti più delicati, e spinosi. Anche se è sempre meno praticata, la poligamia è permessa teorica¬ mente dall'Islam. Per cui, se il matrimonio celebrato da una «guida del culto» ha effetti civili, l'articolo 10 della bozza apre però degli spiragli di autonomia da approfondire in sede costituzionale quando afferma che «resta ferma la facoltà di celebrare e sciogliere matrimoni religiosi senza alcun effetto e rilevanza civile secondo la legge e la tradizione islamica». Un altro punto delicato riguarda il velo. Un articolo della bozza riconosce il diritto alle donne islamiche di avere la testa coperta nei documenti ufficiali e nelle foto tessera. E a scuola? Il velo può rivelarsi uno strumento di pressione nei confronti di ragazze e donne islamiche desiderose di affrancarsi da una legislazione che le considera soggette all'uomo. Su questo e altri problemi monsignor Maggiolini, vescovo di Como, ha chiesto che venga verificata la «compatibilità di quest'intesa con la Costituzione. Sotto questo profilo, la poligamia ammessa dall'islamismo è compatibile?». Marco Tosarti Tra i nodi irrisolti la scelta di una istituzione che rappresenti tutta la comunità di Allah e la compatibilità dei principi religiosi con quelli della Costituzione IL BOOM m ALLAH INIlpLIA LE MOSCHEE: 130 (erono '80 nel '93) ITALIANE CONVERTITI: 66-70 mtftt IMMIGRATS CREDENTI: 422.186 su 1.240,721 (pori ai 34%) LE rKIWCSPAU COMUNITÀ SEGUACI Marocco 130.0*1; Tunisia Senegal :3&0**; JEgitto 20353 Algeria 12355 Somalia 12i050 Pakistan: - %W%7 Bangladesh 10.52?: Iran - .. 7.125 Nigeria fj :;';;.:6i5jpf 1 Serbia - 5.555 Bosnia j S.339 Turchia . ::: 5.031 j Macedonia 4.126 Fedeli musulmani in preghiera

Persone citate: Maggiolini, Profeta