I partiti passano alla cassa

I partiti passano alla cassa I partiti passano alla cassa Senza attendete il sì degli italiani FINANZIAMENTO PUBBLICO ROMA ■ NTANTO incassare, poi si ■ vedrà. Quindi prima ci si anticipano ilio miliardi del finanziamento pubblico e in seguito comunque il più tardi possibile ci si potrà rendere conto e magari perfino far finta di sorprendersi che gli italiani, nella loro stragrande maggioranza, non avevano alcuna intenzione né di anticipare, né di finanziariare i partiti. Ieri il ministro Visco ha confermato l'impotenza della propria amministrazione. I dati su quanti nel 1997 e nel 1998 hanno contribuito al finanziamento dei partiti si sapranno a metà del 1999. Clemente Mastella, che è un uomo concreto, e che oggi come oggi come segretario di un partito nuovo non può beccare il contributo - quel poco che toccherebbe all'ex Cdu, oltretutto, Buttigliene se lo tiene per sé - insomma, Mastella l'ha già detto chiaro e tondo: «Perfino tra i parlamentari ci sono quelli che non danno il quattro per mille, figuriamoci i cittadini». Ma questo non esclude che li voglia pure l'Udr i quattrini. E allora? E allora il «club dei cassieri», cui si deve la brillante normativa in vigore, inventerà qualche marchingegno altrettanto insidioso. Anzi, sia pure con qualche comprensibile difficoltà, ha già cominciato a farlo, individuando in una legge di sostentamento generale (aumento dei rimborsi elettorali, detrazioni fiscali, certezza di entrate) il nuovo Eldorado per la partitocrazia in perenne bolletta. Ma per questo ci vorrà tempo e così, al momento, la tendenza pare quella di acchiappare quello che è umanamente possibile, facendo prima sbollire la situazione e poi accontentando in qualche modo Mastella e Cossutta, che si trova nella stessa situazione. A Montecitorio e a Palazzo Madama, d'altra parte, questo genere di faccende di cucina le spiccia da tempo una curiosa compagnia di tesorieri al tempo stesso avversari (in politica) e alleati (nel garantirsi in ogni caso il finanziamento pubblico). Sempre meno informale, ma ancora piuttosto misterioso, e comunque consapevole della propria vistosa impopolarità, l'organismo è coordinato dall'onorevole Balocchi, della Lega, e ne fanno parte per lo più in lieta concordia gli amministratori dei ds (Riccio), Fi (Dell'Elee), An (Pontone), Re (Grassi) e altri. Per amor di partito, costoro finiscono per sacrificare prestigio esterno e vivono assediati dai loro specialissimi guai (a partire dai creditori), ma contano. Perciò si riuniscono (anche al ristorante), si scambiano bozze, fan¬ no i confronti con l'estero (da cui di norma viene fuori che i partiti italiani sono poveri e incompresi). Finora, c'è da dire, gli è andata bene. Hanno fatto la legge e poi - gabbato lo santo - hanno ottenuto una proroga (mancavano i moduli); quindi si sono concessi una deroga, anche camuf¬ fando e infilando il finanziamento in un generico decreto fiscale. Via via l'hanno difeso dai radicali, dalla stampa, da illustri firmatari di appelli, da dirette televisive e, se si può dire, anche dal presidente della Repubblica che nel marzo del 1997, per difetto di copertura finanziaria, rinviò il provvedimento alle Ca¬ mere. Dove incontrò ulteriori resistenze, compresa quella di Di Pietro, ma dove fu riapprovato, pressoché all'unanimità (364 sì, 31 no), nell'aprile scorso. Per una sorta di geniale e ingannevole congegno legislativo, 2 più frequentato, anche se il meno confessatile interlocutore del club dei tesorieri è il mini- stro delle Finanze, Visco, che per la verità ormai da un paio d'anni si trova stretto fra la spada dei partiti, mai paghi di quattrini, e la parete di un'opinione pubblica che nel 1993 bocciò a stragrande maggioranza il finanziamento pubblico. E perciò non capisce perché tale finanziamento sia invece insidiosamente continuato, e con cifre di tale generosità. Tra i due pericoli, Visco ha finora dato molta più importanza alla spada dei partiti. Nel senso che fin dall'inizio, 1996-97, fin da quando cioè fu confezionato e votato quel capolavoro, la sua amministrazione non era, né ancora oggi è assolutamente in grado di metterlo a regime. Nessuno aveva la minima idea del meccanismo e delle procedure; nessuno poteva assicurare veloci conteggi dei contribuenti del quattro per mille. Né risulta che il ministro si sia poi ammazzato per sveltire le procedure, o per ipotizzare qualche indagine a campione. Niente, fin dall'inizio Visco s'è assestato sulla linea: l'amministrazione è quella che è, non ce la fa, si vedrà. Ma intanto i partiti i miliardi se li sono presi lo stesso. Una volta, due... Il punto vero è che, da che mondo è mondo, la strategia del mistero, dell'inevitabile lentezza e del ritardo garantito dalla burocrazia è tutt'altro che neutrale e al contrario assai efficace. Se infatti, come probabile, fosse venuto fuori che al momento solenne della denuncia dei redditi solo una ristrettissima minoranza dei cittadini due, tre, quattro, massimo cinque per cento - era disponibile a concedere i propri cpiattrini, beh, sarebbe stato molto più difficile per i partiti seguitare ad anticiparsi i 110 miliardi. Sarebbe stato, in pratica, peggio che un referendum contro di loro. Sarebbe stata, magari, la via più sicura per una mortificante restituzione. Filippo Ceccarelli Visco conferma l'impotenza dell'Erario: il 4 per mille sul 740 resta tabù Le forze politiche rappresentate in Parlamento vogliono l'acconto Anche l'Udr attende wmmsmm COSI' IL FINANZIAMENTO Al PARTITI DEMOCRATIC! FORZA ALLEANZA LEGA RIFONDAZIONE Dl SINISTRA ITALIA NAZIONALE NORD COMUNISTA 21.300 20.700 15.800 10.100 8.600 6.300 RINNOVAMENTO ff LISTA PANNELLA SOCIALIST! ITALIANO-DINI SGARBI ITALIANI 4.300 3.900 2.400 1.900 1.800 1.300 Cristiano sociall 1.000 Ulivodem. 200 Rinn. sic. 60 Fed. Laburista 1.000 Ass. Labour 200 P. Fed. Lomb. 60 Dignita pari 1.000 Pri 100 Partite-Soc. 60 Msi-Fiamma 800 Lega Meridionale 100 Unione aut. ladina 60 Comunisti unitari 800 Ass. Saragat 100 Unione al centra 60 Repub. sin. dem. 700 Cobas 80 Unione Valdotaine 60 Partito Sardo Azione 600 Italia democratica 80 Destra di pop. 60 La Rete 600 Fed. Pivetti 80 Lega reg. 60 Alleanza dem. 400 Valle dAosta 60 Mov. it. dem. 60 Patto Segni 300 Ass. Ld. Sicilia 60 Partito federalista 60 Siidtiroler 300 Fed. lab. Lombardia 60 Proiezione sullo stanziamento di 110 miliardi per il '98, rapportata alla suddivisione di 160 miliardi fatta nel '97. Dati in milioni di lire i

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