Veltroni: l'Ulivo unito vince di Enrico Singer

Veltroni: l'Ulivo unito vince Il leader della Quercia: sorprendenti i risultati dei cossuttiani, ma Bertinotti ha lo zoccolo duro Veltroni: l'Ulivo unito vince «L'elettore ha premiato le scelte dellVdr» ROMA. Waiter Veltroni scende dal suo ufficio al secondo piano di Bottege Oscure alle 17 in punto. La sala delle conferenze-stampa è già gremita. Ma non c'è il clima delle grandi occasioni. I dati non accendono gli entusiasmi. Anzi, il neo segretario della Quercia si dice preoccupato dall'astensione alle provinciali che dovrebbe far ripensare i meccanismi elettorali «perché si vota troppo e c'è un visibile disagio dei cittadini nei confronti della politica». Poi comincia il botta e risposta. Segretario, è soddisfatto di questo voto? «Se vogliamo trarre un messaggio politico da queste elezioni, e dico dalle provinciali perché sono le uniche di cui disponiamo già di risultati certi, mi sembra che il dato inequivoco sia che il centro-sinistra e l'Ulivo crescono e che il centro-destra cala. Il centro-sinistra ha aumentato i suoi consensi del 6,9 per cento rispetto alle politiche del '96. Questo significa che quando l'Ulivo e il centro-sinistra si dividono, pagano un prezzo molto alto. Quando vanno uniti c'è ima grande capacità espansiva. Per quanto riguarda il centrodestra, credo che farebbe bene a riflettere: ha perso il 6,2 per cento sulle politiche. La battaglia del Polo di estrema politicizzazione di questo appuntamento non è stata ben accolta dagli elettori». Ma il risultato del suo partito non è poi così brillante... «11 nostro è stato un voto di tenuta rispetto alle politiche e alle provinciali. Corto, non è un voto di espansione. Da diverse consultazioni elettorali siamo attestati tra il 20 e il 22 per cento. Quella è la base di riferimento del nostro partito. Se vogliamo accrescerla, dobbiamo lavorare per un'apertura politica e culturale. Questo voto ha confermato che dobbia- ino realizzare un partito-società: un partito che sia veramente in rapporto con la società. Dei segnali positivi ci sono già: se prendiamo le ultime provinciali parziali che ci sono state nella primavera del '98, il calo che avevamo avuto allora rispetto alle politiche era del 2,6 per cento. Questa volta è più ridotto». Per la prima volta si presentava l'Udr di Cossiga. Come giudica questo esordio? «L'Udr ha avuto un buon risultato nel Centro-Sud. Soprattutto in alcune aree. Dal mio punto di vista 10 considero un fatto politico positivo perché nel momento in cui una forza che si è sganciata dal Polo e ha scelto di partecipare a una alleanza di governo con le forze dell'Ulivo e della sinistra ottiene un buon risultato elettorale, questo vuol dire che per quegli elettori moderati appariva anomala l'appartenenza precedente». Ma il dato nazionale dell'Udr non è così buono come al Sud... «Sto sempre giudicando in base ai risultati delle provinciali che, come ho detto, sono le uniche su cui si può fare un minimo di valutazione politica. E nel caso dell'Udr 11 dato nazionale è fortemente condizionato dal risultato che questo nuovo partito ha ottenuto in alcune province. Se lo si guarda dal punto di vista nazionale è un risultato non di poco conto. Se poi si va nel merito delle singole province si vede che c'è un forte riequilibrio. E' più o meno quello che era nelle mie previsioni come dato d'insieme. Tuttavia è un dato che conferma l'esistenza di una forza che ha fatto una scelta politica difficile». E i risultati di Rifondazione e dei Comunisti italiani? «Il risultato dei Comunisti itabani è persino superiore alle attese, vi¬ ste le difficoltà che ci sono sempre quando si produce una lacerazione. Anche questo lo considero un incoraggiamento di una parte dell'elettorato di Rifondazione ad una scelta di alleanza organica con il centro-sinistra. Che, poi, Rifondazione comunista abbia uno zoccolo duro è vero e queste elezioni lo hanno confermato». Un buon risultato anche per i socialisti... «Una parte del voto tradizionale socialista, negli ultimi tempi, era andato verso Forza Italia. Adesso tende a tornare nella sua sede na- turale: in una forza che sta nell'Internazionale socialista e che sta nell'Ulivo». Lei dice che l'Ulivo unito vince, diviso perde. Nel prossimo giugno ci saranno le elezioni europee: pensa a Uste unitarie? «Per le europee è difficile immaginare una lista unitaria perché il sistema di voto è proporzionale. Ma sarebbe sbagliata una frammentazione esasperata. Da quando sono segretario sto lavorando perché alle europee ci sia un riferimento simbolico all'Ulivo nelle liste dei singoli partiti e un programma unitario. A Trento è andata così e ha dato dei buoni risultati. Sarebbe pericoloso e sbagliato se l'Ulivo sparisse. Noi siamo nel partito socialista europeo e ne siamo orgogliosi, ma ci piace portare anche il segno dell'esperienza che abbiamo fatto in Italia con la convergenza di tutti i riformisti. Su questo ho registrato già il consenso dei Verdi e una maggiore disponibilità del ppi. Speriamo di andare avanti». Enrico Singer m Il leader dei Democratici di sinistra Walter Veltroni

Persone citate: Bertinotti, Cossiga, Veltroni, Walter Veltroni

Luoghi citati: Italia, Roma, Trento