SENZA FAMIGLIA di Lorenzo Mondo

SENZA FAMIGLIA SENZA FAMIGLIA l'incapacità di capire. Perché è inutile giocare al disincanto o, peggio, al cinismo. Sappiamo che la famiglia non offre sempre riparo alla furia vendicativa, al ristagno torbido delle passioni, che l'idillio, se mai esiste, è altrove. Ma non occorre essere rispettosi di precettistiche religiose, per intravedere nella famiglia un'aura sia pure fievole di sacralità. Si tratta del più antico e per cosi dire cellulare vincolo di appartenenza. Dal tempo in cui l'uomo viveva in branco e si curava di mettere in salvo dai predatori e dalle calamità naturali i suoi nati e i suoi vecchi, le immagini stesse degli antenati. Ma anche in età storica, in società articolate e complesse, un più esteso concetto di solida- riera è costretto a fare appèllo, anche nominalmente, alla famiglia comunitaria, alla famiglia dei popoli e dell'umanità. Per questo, qualunque sia la pulsione che infrange questo tabù suscita orrore, sfugge alla comprensione comune. Diventano irrilevanti le giustificazioni e i pretesti: la trascuratezza, la predilezione per l'uno o l'altro congiunto, la smania di indipendenza, un grave torto subito, con l'eventuale disagio sociale a far da coperchio. Siamo costretti a rassegnarci, il più delle volte, ai referti delle cartelle cliniche, ai racconti di antichi testi sapienziali. <'Famiglie, vi odio'». L'avversione può trovare un capovolgimento nell'amore forsennato, non privo di connotazioni malsane. La cancellazione dei Carretta riguarda una famiglia agiata, senza apparenti problemi. Altri casi, emersi in questi giorni, hanno invece per sfondo un ambiente degradato, mate- rialmente e moralmente. A Prosinone un adolescente è stato massacrato per uno sgarro, forse per avere difeso la sorella da insidie di natura sessuale. Ha voluto assumere precocemente le funzioni del capofamiglia (magari con velleità di capobanda). Sarebbe stato, il suo, uno scatto generoso, l'obbedienza a un impulso profondo e gentile. Ma prendete il concerto di madri e parenti che si ergono a difesa, non smarrita, dolente e incredula, ma perfino impudica, degli indiziati. Dei quali ignoravano o fìngevano di ignorare i non limpidi trascorsi. E' quello che abbiamo visto a suo tempo intorno ai ragazzi che hanno ammazzato una giovane donna, lanciando sassi dal cavalcavia di Tortona. La difesa - altra forma di dissoluzione - d'una famiglia in cui tende a prevalere, invece della solidarietà, la complicità. Tra reietti, forse tra colpevoli. Lorenzo Mondo

Luoghi citati: Tortona