«Chi ci ammazza più?» di Fabio Martini
«Chi ci ammazza più?» «Chi ci ammazza più?» Bertinotti: siamo vivi e vegeti Bi" ROMA BERTINOTTI, dica la ve" rità: stavolta i risultati elettorali li aspettava con un filo d'ansia? «Beh, sì...». Era la prima volta dei comunisti di Rifondazione «contro» i comunisti italiani... «Ma non era questo che mi dava un po' d'ansia. Sapevo che si sarebbe ragionato su elezioni che faticano a sopportare un fondato giudizio politico. Il primo vero test saranno le europee». Nonostante questo, Rifondazione è più che sopravvissuta: se l'aspettava? «Siamo vivi e vegeti, abbiamo contratto una polizza per il futuro. Verrebbe da dire: chi ci ammazza più?». Ma anche i cossuttiani non sono andati male: sorpreso? «Beh, sorpreso no. La maggioranza dei parlamentari e grosso modo la metà degli eletti era uscita dal partito. In Parlamento i comunisti italiani hanno un gruppo, a Rifondazione è stato negato. Bene, le elezioni dimostrano che noi superiamo la soglia necessaria per avere il gruppo, gli altri no...». Sembra confermata l'antica, bizzarra legge italica: divisi si prendono più voti... «Beh, non sempre è così. Neanche stavolta». A nome dei cossuttiani, Marco Rizzo ha detto che loro vi hanno sorpassato a Impruneta, Bisticci e Bitonto... «Credo che a Rizzo sia sfuggita Roma...». Voi tenete rispetto a una aspettativa di arretramento, ma i segni non sono negativi ovunque? «I risultati indicano una sostanziale tenuta. Sono soddisfatto perché eravamo all'indomani di un evento traumatico, di un processo di oscuramento, pativamo una confusione indotta da simboli simili, ci erano stati negati i gruppi parlamentari. E dove c'era un termometro politico, per noi i risultati sono davvero interessanti». E dove era il termometro? «A Roma: voto politico meno condizionato dalla figura dei candidati. A Roma città, tre anni fa, eravamo all'8,2%, ora siamo circa all'8». I Ds tengono a fatica: non c'è stato l'effetto-governo? «Non è scattato nei confronti di questo governo l'effetto che fa dire: buono o cattivo, questo è il mio governo». L'Udr al Sud va forte, altrove non si vede, il progetto politico segna il passo? «Non c'è dubbio. Le due ah della maggioranza non mostrano capacità di sfondamento, anche se l'Udr trova compensazione nel Mezzogiorno». Nei ballottaggi farete una questione di principio: o noi o l'Udr? «Di principio no. Noi e l'Udr siamo alternativi e incompatibili. Siamo orientati ad un'intesa con il centrosinistra a patto che vi sia una esplicita richiesta e un minimo di programma comune». E ora? Può anticipare su quali fronti nei prossimi mesi Rifondazione cercherà di uscire dall'angolo? «Anzitutto facciamo il congresso: tentiamo un'analisi di fase e un'idea politica per affrontarla. Ma stiamo preparando alcune battaglie immediate. Sulla scuola c'è un contrasto tra la posizione del governo e una base sociale del Paese, fatta di insegnanti studenti e intellettualità. Ma ci sono novità anche nel conflitto sociale». Quali novità? «Il conflitto si è spostato nei servizi, in particolare dove il governo vuole privatizzare. I lavoratori minacciati come possono difendere i propri interessi, incontrando un interesse generale? In questi settori - energia, trasporti, poste, telecomunicazione - pensiamo di sperimentare nuove forme di aggregazione». Quali? «Lavoreremo per costruire dei "comitati di scopo", coordinamenti di lavoratori appartenenti a sindacati diversi o non appartenenti a sindacati contrari alla privatizzazione». Un esempio? «A Civitavecchia, prima che la mega centrale elettrica sia venduta, potrebbero costituirsi comitati di lotta contro la privatizzazione». E che futuro vede per i «cugini» cossuttiani? Entreranno nei Ds prima delle europee? «Questo non sono in grado di preconizzarlo. Ma una cosa mi sembra evidente: tra Rifondazione e Pds non c'è posto per una forza organizzata». Fabio Martini Fausto Bertinotti
Persone citate: Bertinotti, Fausto Bertinotti, Marco Rizzo, Rizzo
Luoghi citati: Bisticci, Bitonto, Civitavecchia, Impruneta, Roma
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