«Mirava al delitio perfetto» di F. Poi.

«Mirava al delitio perfetto» «Mirava al delitio perfetto» Il giudice: nessuna lacrima, ma non è cinico CONFESSIONE NOTTURNA PARMA DAL NOSTRO INVIATO «Se non fosse per quello che ha in testa Ferdinando Carretta, quello della sua famiglia sarebbe un omicidio inspiegabile...», quasi non si capacita Vittorio Zanichelli, il giudice che ha firmato l'ordine di arresto, il giudice che nella notte ha raccolto la confessione del giovane di Parma, scappato a Londra e per nove anni in fuga con quel peso sulla coscienza. Dottor Zanichelli, una confessione annunciata. Anche a «Chi l'ha visto?»... «Io non faccio polemiche. So che ho firmato il 21 novembre l'ordine di arresto, cioè prima che trapelasse la notizia della sua individuazione a Londra». Ma se lo aspettava, che confessasse così presto? ((A me Ferdinando Carretta è.sembrato uno che volesse togliersi un peso dalla coscienza. Anche se per tutto l'interrogatorio ha mantenuto un atteggiamento lineare, ricostruendo dettagli, chiarendo le mo¬ dalità dell'omicidio e del trafugamento dei cadaveri». Un cinico? «Non direi, anche se ha continuamente parlato di un piano perfetto, di un delitto perfetto, magari ironizzando su questo. Ma adesso sarà il perito al quale conferirò l'incarico che dovrà stabilire se Ferdinando Carretta è sano di mente o no». Ha mai mostrato rimorso, per quello che ha fatto? «Ha avuto dei momenti di défaillance nel parlare dei suoi genitori, ma non ha mai pianto, se è questo che vuol sapere. Anzi, sembrava quasi ricordarli con affetto. Della madre ha raccontato che proprio quel giorno, mentre si stava preparando per andare in vacanza, gli aveva lasciato il frigorifero pieno». Ma allora perché ammazzare tutta la famiglia? «Il suo obiettivo era il padre. Ci ha detto che qualche anno prima era successo qualcosa... Ma no, il vero movente, come ha detto Ferdinando Carretta, sta solo nella sua follia». Lo ha ammesso? «Ha detto più volte è tutta colpa mia. Non ha voluto rivelare i dettagli dell'odio contro il padre, quale sia quell'episodio scatenante. Spero lo faccia con il perito, spero che gli psichiatri ci spieghino cosa è scattato nella sua mente». E poi? «E poi deciderò. Per adesso, senza un certificato medico, non posso disporre il suo trasferimento in quello che viene chiamato... per capirci, un manicomio criminale». Rimane in carcere, ma sotto controllo? «Ho disposto l'isolamento dagli altri detenuti e che sia controllato a vista, ventiquattro ore al giorno». E se si autoaccusasse per chissà quale motivo? Se non fosse stato lui? Non è che uno scappa per nove anni e poi parla con i giornali, la televisione e poi i magistrati... «Nel mio ordine di custodia sono contenuti i dettagli che ci hanno portato all'arresto. Di quelli naturalmente non voglio parlare. E poi stiamo facendo le verifiche sulla base delle confessioni». Cioè iniziate a scavare nella discarica di Viarolo, giusto? «Stiamo facendo delle verifiche, non voglio dire altro. E poi non è così semplice, le cose in questi nove anni possono essere cambiate». Lei fa il magistrato da anni, prima di essere gip era giudice istruttore. Le era mai capitato un caso simile? «Mai. Ma non sempre quello che avviene dietro le mura domestiche finisce 'in un'aula. Ci sono persone che sognano di ammazzare la moglie e poi non lo fanno, ci sono persone che fanno una vita d'inferno e poi metabolizzano tutto». E poi ci sono quelli come Ferdinando. «Ci sono quelli come lui, che per un movente comprensibile solo a se stesso pensano a un delitto, lo organizzano e lo eseguono». Un omicidio premeditato? «Un omicidio che lui aveva voglia di confessare. Certo non è stato un interrogatorio pressante. E' bastato fargli una domanda, la prima. E' bastato chiedergli di parlare della sua famiglia». [f. poi.]

Persone citate: Ferdinando Carretta, Vittorio Zanichelli, Zanichelli

Luoghi citati: Londra, Parma