PARTITI VIRTUALI di Ugo Magri

PARTITI VIRTUALI PARTITI VIRTUALI ESPUGNATE tre province su quattro, al ballottaggio in quasi tutti i Comuni capoluogo, complessivamente in crescita dalla Campania fino al profondo Nord, la maggioranza di centro-sinistra può sostenere senza arrossire di aver vinto queste elezioni. Non può dire altrettanto l'opposizione di centro-destra: sperava di mobilitare i suoi elettori contro trasformismi e ribaltoni, ha finito invece per abbaiare alla luna, perdendo anche l'ultimo treno. E dunque, tirate le somme secondo i canoni di una politica «normale», anche il governo presieduto da Massimo D'Alema dovrebbe a questo punto sentirsi più saldo, più legittimato a prendere di petto i problemi del Paese. Purtroppo, le cose in Italia non sono mai così lineari, perfino un successo può mettere a nudo nuove contraddizioni. Ieri, ad esempio, D'Alema ha scoperto quant e fragile un pilastro della sua maggioranza: l'uomo che doveva coprirgli il fianco sinistro del governo, Armando Cossutta, ha perso mestamente la sfida con Bertinotti. Tutto l'equilibrio politico ora si regge su un «partito virtuale», che a Roma non supera il 3 per cento. E se la crisi del Polo non esploderà presto, in forme per ora imprevedibili, anche il pilastro di Cossiga potrebbe prima o poi vacillare. D'Alema tutto ciò lo sa bene. Anche se, da politico di mestiere, preferisce vederci un «segnale di stabilità». Ugo Magri

Persone citate: Armando Cossutta, Bertinotti, Cossiga, D'alema, Massimo D'alema

Luoghi citati: Campania, Italia, Roma