Warrant, rischio e profitto

Warrant, rischio e profitto UIDA Erede dei vecchi premi a breve, viene ora proposto da grandi banche che garantiscono la copertura (covered) dell'operazione a scadenza Warrant, rischio e profitto SI può operare in Borsa con un duplice obiettivo: far crescere il proprio patrimonio nel tempo oppure guadagnare «tanto e presto». Tra gli strumenti a disposizione degli speculatori, uno dei più Utili è il warrant, che sta conoscendo nuovi successi grazie alla formula «covered», lanciata dalla Citibank (una delle maggiori banche mondiali specializzate in operazioni borsistiche) e adottata, da pochi mesi, da Unicredito Italiano (Credit-Crt-Cariverona). DURATA Il «warrant», al contrario del normale «diritto di sottoscrizione», ha una vita di molti mesi (da 6 a 24 e, in certi casi, anche oltre). Nella sua formula tradizionale, il warrant offre il diritto di sottoscrivere, a una determinata scadenza (a volte, in maniera «aperta», cioè in più momenti), un determinato numero di azioni di una società a un prezzo prefissato. Nella formula Citibank, il warrant ha acquistato una fisionomia più ampia, diventando un diritto polivalente, che consente di sottoscrivere azioni e di vendere azioni 0 titoli obbligazionari e (novità assoluta) indici di Borsa. EMITTENTE SOLIDO 1 «covered warrant» sono strumenti finanziari emessi e garantiti da una banca. In generale, la solidità finanziaria dell'emittente dà la certezza, all'investitore, che il diritto acquistato avrà valore in fase di esercizio (perché al momento in cui il possessore vorrà ritirare o consegnare le azioni, la controparte rispetterà il suo impegno). Tenuta ferma la distinzione tra «cali warrant», titolo che conferisce al portatore il diritto di acquistare un'attività finanziaria a condizioni prestabilite (prezzo, quantità, data) e «put warrant», che conferisce al portatore il diritto di vendere un'attività finanziaria a condizioni prestabilite, sottolineiamo subito che tale diritto ha un contenuto altamente speculativo. ACQUISTO Facciamo un esempio di cali warrant legato a un'azione. Consideriamo quello relativo alla Fiat (codice UIC 126601), che consente di sottoscrivere un'azione della società per ogni diritto, al prezzo di 4000 lire. L'azione vale attualmente poco meno di 5000 lire, quindi il warrant incorpora un valore potenziale di circa 1000 lire (differenza tra la quotazione dell'azione e quella di esercizio del diritto di sottoscrizione) e vale in Borsa circa 1670 lire. — Se il prezzo dell'azione sale, anche il prezzo del warrant sale in parallelo, ma con effetti e misure ben diverse. Con un rialzo a 5500 lire (+10%), il valore intrinseco (guadagno potenziale sull'azione) del warrant salirebbe a 1500 lire; fermo restando il costo di 4000 lire per la sottoscrizione, il prezzo di Borsa sarebbe pari (in base alle tabelle di parità elaborate da Unicredito Italiano) a 2050 lire (+22%). — Se si verificasse un ribasso a 4500 lire (-10%), il valore intrinse- co diminuirebbe a 500 lire e il prezzo del buono si ridurrebbe a sole 1300 lire (meno 22%). VENDITA Analogo il caso di un put warrant; ma qui i termini sono rovesciati. Consideriamo, quale esempio, il warrant relativo alle Generali (codice UIC 126608), che consente di consegnare un'azione della compagnia triestina a 75.000 lire; il suo valore di Borsa attuale è di circa 22.300 lire. Poiché l'azione quota attualmente meno del valore di consegna (intorno a 60.000 lire), è logico che il warrant valga parecchio, perché incorpora il diritto a consegnare le Generali al prezzo fisso di 75.000. — Nell'ipotesi di un ribasso del titolo del 10% (al prezzo di 54.000 lire), il valore intrinseco del buono crescerebbe notevolmente, poiché consentirebbe di beneficiare di un guadagno pari a ben 21.000 lire, e il suo prezzo salirebbe a 26.000 lire circa (+13%). — Meccanismo inverso nell'ipotesi di rialzo delle quotazioni, perché il warrant subirebbe, con un crollo del suo valore, la perdita di valore intrinseco (non è conveniente consegnare azioni a un prezzo inferiore a quello di Borsa). A 80.000 lire (5000 lire in più del prezzo di consegna prefissato), con un rialzo rispetto agli attuali prezzi del 33%, il warrant varrebbe 13.500 lire (-40% circa). INDICI Nel caso di warrant legato all'indice di Borsa, l'emittente fissa il prezzo di esercizio (strike price) del warrant alla scadenza. — Nel caso di cali, se alla scadenza l'indice è salito oltre lo «strike price», il possessore del buono esercita la facoltà di «comperare» l'indice al prezzo pattuito e incassa quindi la differenza tra quel valore e quello effettivo a scadenza. Se invece l'indice rimane sotto al prezzo di esercizio, il warrant perde il suo valore. — Nel caso di put, invece, se alla scadenza l'indice è sceso il possessore incassa un utile, mentre subisce una perdita nel caso di rialzo dell'indice. PERDITA PREFISSATA La perdita secca del valore del warrant è un evento negativo, certo, ma può essere sempre meglio che impegnarsi in acquisti diretti in Borsa: si pensi solo alle perdite accusate in questo periodo dalle Borse internazionali, ben superiori al costo dei warrants legati agli indici. Affari d'oro anche con i warrant legati agli indici: chi ha comperato put warrant sul Nikkei (indice della Borsa giapponese), ha guadagnato dall'inizio dell'anno, grazie alla discesa del mercato nipponico, oltre il 33% del capitale investito: eppure quella Borsa ha perso il 5% del suo valore dal primo gennaio. ESEMPIO Ma gli affari si possono fare anche in Italia. Prendiamo ad esempio il put warrant Mib 30 con scadenza marzo '99, che ha un prezzo di esercizio di 30.000: in pratica, esso consente di «consegnare» l'indice a quel livello fra circa 5 mesi, mentre il Mib 30 è fissato attualmente intorno a 29.000. Il prezzo del covered warrant è di 3700 lire, ma ad aprile, quando il Mib 30 era di oltre 36.000 (si era allora in pieno «boom») era pari a 1305 e ai primi di ottobre (nel pieno della depressione, con l'indice crollato sotto 25.000) era pari a 6820. Insomma, con un'oscillazione dell'indice di riferimento del 25%, la quotazione del warrant è variata del 420%; anche in questo caso, l'amplificazione del risultato è evidente. Pagina a cura di: GIANLUIGI DE MARCHI LE VOCI PER CAPIRNE DI PIÙ1 IN-THE-MONEY Termine che indica che un warrant ha un prezzo favorevole del «sottostante" (ad esempio, un cali warrant Fiat a 4.000 è in «in the money» Quando le quotazioni ell'azione superano questo livello che consente di guadagnare). NOMINALE E' la quantità di «sottostante» che il portatore di warrant può richiedere. OUT OF MONEY Termine opposto a «in the money»; indica che il prezzo del «sottostante» è sfavorevole al possessore del warrant. PARITÀ' TEORICA E' il prezzo ai quale il valore intrinseco del warrant equivale al prezzo del valore soltostante. SCADENZA E' l'ultimo giorno in cui il diritto può essere esercitato. Dopo la scadenza il portatore del warrant non può avanzare alcuna pretesa nei confronti dell'emittente. SOTTOSTANTE E' l'attività finanziaria collegato al warrant, quella in cui esso può trasformarsi al momento dell'esercizio del diritto; può essere un'azione, un indice di Borsa, una valuta, un titolo di Stato, un future o comunque un qualsiasi altro valore mobiliare per cui sia possibile rilevare prezzi ufficiali. STILE Con riferimento al momento in cui è possibile manifestare la volontà di esercitare il diritto incorporato nel warrant, si distinguono warrant di stile europeo, che sono esercitabili solo alla scadenza, e warrant di stile americano che sono esercitabili in ogni momento prima della scadenza. STRIKE E' il prezzo base o prezzo di esercizio a cui il portatore del warrant può esercitare il diritto. VALORE INTRINSECO Coincide con l'importo che il portatore riceve in caso di esercizio. Le determinazione di questa componente è semplice in quanto scaturisce da una differenza fra due elementi noti, cioè lo strike ed il valore corrente del sottostante. Il valore intrinseco può essere positivo o nullo, il valore intrinseco può essere negativo dato che il warrant non obbliga ad eseguire quanto previsto dal contratto nel caso di risultato sfavorevole per il possessore. lt primo esempio dì warrant tradizionale risale agli Anni '80 ed è stato legato all'infelice esperienza del Banco Ambrosiano. Per «indennizzare» i piccoli azionisti travolti dal crack di Roberto Calvi, fu concesso ai soci portatori dì piccoli pacchetti azionari un diritto di sottoscrizione delle azioni del Nuovo Banco Ambrosiano al valore nominale. FALLIMENTO Tale diritto aveva durata di due anni e consentì a chi era rimasto coinvolto nel fallimento di poter valutare con calma l'opportunità di rientrare nella nuova società, oppure di monetizzare U diritto vendendolo sul mercato. GRANDE SUCCESSO 11 primo warrant ufficialmente quotato in Borsa è stato quello della Fìat, che ebbe,un,.succes8o strepitoso grazia ^cjw,8i..«momej^to magico» attraversato dalle azioni della casa automobilistica in quel periodo (erano glt anni del «boom» del 1984/86). La Fiat lanciò il suo warrant a un prezzo pari a 1500 lire circa; dopo un anno, Il prezzo era passato a oltre 10.000 lire, moltipllcando per sette 8 capitale dei preveggenti sottoscrittori. Tutto questo mentre il prezzo delle azioni ve. nlva «solo» triplicato. I COVERED WARRANT QUOTATI IN BORSA OSCILLAZIONI DA BRIVIDO BANCHE I 1 EMISSIONI CITIBANK SOCIETE' GEN. SOCIETE'GEN. UNICREDIT 5 INDICE r»e««M# ««few»» HEUNICREQIT 16 AZIONI ■liPnFONTE: Il Sole/24 dre

Persone citate: Roberto Calvi

Luoghi citati: Italia