IL REGISTA DELLA VIA PAL
IL REGISTA DELLA VIA PAL IL REGISTA DELLA VIA PAL 1127per i Venerdì Letterari rincontro con Mario Martone Venerdì 27, alle ore 18, alla Sala Congressi del San Paolo, in via Santa Teresa l/g, per i Venerdì Letterari, conversazione con il regista Mario Martone, direttore dell'Opera di Roma. EL 1907 uscì un romanzo di grande successo. Uscì a puntate su un giornale di Budapest. Il suo autore era già famoso perché aveva scritto commedie che si rappresentavano in tutta Europa. Ma il romanzo polverizzò tutti i suoi successi precedenti... Infatti se noi oggi ci ricordiamo di lui è per quel romanzo, molto meno per tutto il resto... Il fatto è che quel gruppo di ragazzini stava costruendo un mondo... Niente di speciale: solo un Campetto di fianco ad una segheria nel cuore di Budapest. Però i ragazzi per quel Campetto erano disposti a tutto. La gente leggeva quella storia a puntate e comprava il libro, quando uscì, perché raccontava una generazione. Non una in particolare. Non quella dell'autore, non il 1907. Raccontava di un gruppo che aveva un'idea, delle speran- ze, dei sogni. E raccontava dei tipi che concorrevano a quest'idea, partecipavano ai sogni e condividevano le speranze. Negli Anni Ottanta, che non sono solo feccia, è venuto fuori un gruppo di persone che aveva un'idea, condivideva speranze e sogni... Erano quelli che facevano il teatro: una specie di Campetto senza pretese, però nel cuore di quella grande città che era la comunicazione. Pensavano- che su quel Campetto avrebbero potuto raccogliere i frammenti di suoni, di visioni, che venivano dalla grande città. E poi tutti quei pezzetti di roba frantumata che gli avevano lasciato i genitori, i fratelli maggiori, si poteva mettersi a rimontarli, come facevano da piccoli con i mattoni del Lego... Non è che si facessero troppe illusioni di rifare certe grandi storie infinite... Ma qualcosa si poteva ancora raccontare, forse... In quel gruppo, in diverse parti d'Italia, al Nord come al Centro e al Sud, c'erano tanti tipi di diversi, come i ragazzini del Campetto a Budapest... Volevano essere tutti ufficiali, ovvio, come tutti i ra- gazzini di tutti i campetti del mondo: c'era quello che giocava con le parole come nessun altro, quello che stava sempre a costruire macchine assurde, quello che parlava con gli animali e l'amico dei matti del quartiere, quello che con due bastoncini ti faceva un fuoco enorme, e il fighetto sempre all'ultima moda che non giocava perché sennò si sporcava... Tutti ufficiali. Poi, come nei ragazzi del Campetto di Budapest, c'era Nemecsek, l'unico soldato semplice, il biondino straniero che muore giovane e che forse, naturalmente, era il migliore... Nel gruppo di ragazzi che all'inizio degli Anni Ottanta hanno cominciato a fare teatro c'erano un po' tutti i ragazzi della via Pai. E naturalmente c'era Boka. Mario Martone mi ha sempre fatto pensare al Boka dei ragazzi della via Pai che, come scrive Ferenc Molnar, «era un ragazzo saggio. Si poteva capire facilmente che nella vita, dovunque fosse arrivato, avrebbe saputo occupare il suo posto con onore». Gabriele Vacis Nt'llajbto il lumai il regista .1 furio Martone
Persone citate: Ferenc Molnar, Gabriele Vacis, Mario Martone, Martone
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