L'ANTITESI

L'ANTITESI L'ANTITESI I L cinema che conosciamo è illusione, finzione, estetica, manierismo, convenzione, marketing, richiamo di informazioni e dati già esistenti, alfabeto, ma soprattutto è una macchina che crea icone, segni, miti, simboli, ideogrammi. Preghiere e pensieri deboli che condizionano il nostro rapporto con la realtà. Presupposti e significati virtuali che si consolidano in modo artificiale nei nostri encefali fin dall'età evolutiva. Alla fine del Neolitico le caste religiose delle civiltà calde inventarono la loro scrittura, alla fine dell'Antichità il cristianesimo inventò le sue Sacre scritture, alla fine dell'Ottocento l'Ancien Regime inventò il suo cinematografo. Forse i Lumière non si resero subito conto di cosa avevano inventato, ma Giovanni Pastrone nel 1914 con «Cabiria» sicuramente aveva già intuito come abusare del nuovo linguaggio. Vendendo il millenario mito delle guerre puniche il kolossal sabaudo preparò le coscienze alla guerra e il XX secolo iniziò la sua collezione di santini (ora si chiamano poster!). La svastica nazista richiamava il passo L'ANT ITESI dell'oca, Totò richiamava Charlot, Claudia Schiffer richiama Brigitte Bardot, Jim Carrey richiama Jerry Lewis, Enrico Lo Verso richiama Massimo D'Alema, Berlusconi richiama Mussolini, Valerio Mastandrea richiama George Clooney, eccetera, eccetera. Forse il trash è l'antitesi di questo genere di cinema. Il trash è iconoclasta, illogico, ignorante, antifascista, beat. Il trash nasce on the road, nel mondo reale, non sopporta i luoghi comuni, non ripete se stesso, può farlo chiunque. Il trash non ha eroi o madonne. Bela Lugosi nei film di Ed Wood non richiama neppure se stesso, Tura Satana nei film di Russ Meyer non richiama nessuno, così pure il Divine di John Waters o gli alieni di Peter Jackson. Il trash ride di questo cinema perché sa che la realtà è più divertente. Abbandonare le illusioni è la premessa per togliere di mezzo le circostanze creatrici di illusioni. Giovanni Spada Direttore del Festival del Cinema Trash