Una festa perduti mito

Una festa perduti mito Una festa perduti mito Bi ASTA un segnale, anchpiccolo, e la banda dei cuor' solitari del sergente Pepe fa sentire immediatamente la sua presenza. La banda in questione non è quella immortalata nel disco «Sergent Pepper lonely hearts club band», ma quella formata dagli aficionados, dagli appassionati vecchi e nuovi pronti al richiamo ideale dei Fab Four. Cuori solitari ma forti, in nome di un mito che non conosce confini e sfida lo scorrere inarrestabile degli anni. La pubblicazione degli ultimi reperti musicali inediti di John Lennon sotto forma di cofanetto (alcune tracce le trovo davvero di grande emozione) ha fatto scattare subito il tam tam, che ha continuato poi con la recente pubblicazione del libro «Atlante dei Beatles - Guida enciclopedica al mondo di John, Paul, George e Ringo», fino all'appuntamento del «Beatles memorial day» in programma a Torino il 29 (vedi box a pie di pagina). Mai, come in questo caso, il termine mito sembra quasi banale, tale è la proporzione dei carisma del quartetto di Liverpool sulle passale e le attuali generazioni. Non si può non pensare a loro ascoltando gli Oasis, i Blur o i Radiohead, rei confessi di una ispirazione evidente, che ancora oggi dà ottimi risultati artistici ed economici, per le tasche delle star e le casse del Regno Unito. Musica «vecchia» che passa attraverso la macchina del tempo per essere restituita a noi sotto forma di novità. La novità, invece, credo sia proprio questo mito, che non accenna ad appannarsi. Come mai è così inossidabili'? E' difficile dare una spiegazione, o forse ce ne sono troppe da dare. Chi ha vissuto quel periodo, ha la sensazione di aver partecipato a un film irripetibile e, per nessuna cosa al mondo, si perderebbe qualsiasi replica. Chi invece ni; ha solo sentito parlare e si rammarica di essere nato negli anni sbagliati, vivi; ogni segnale di quel tempo amplificando, come spesso accade, solo ciò che gli piace, cose che i tempi attuali non riescono a dargli. Di fatto, il sogno, l'utopia, i colori, le mode e tutto il mondo dei Sixties hanno un fascino irripetibile. E' il fascino delle scoperte appena scoperte (la minigonna, la pop art, la Lima...). Insomma, è quella sensazione di essere sulla linea di partenza prima di una gara... Sai che quella è la tua gara e c'è una volta sola! Non che oggi non ci siano stimoli, anzi! Pensiamo ad Internet, ai computer, al cyber spazio... Tutto ok, tulio bellissimo, ma siamo nel mondo inanimato dell'alta tecnologia, qualcosa che non pulsa nelle vene, che non fa battere i cuòri solitari. Il 22 giugno 1965 vidi i Beatles al Vigorelli di Milano e fu il mio primo concerto. Ero giovanissimo e andai allo spettacolo del pomeriggio perché costava meno. I soldi per quel concerto li misi da parte con molta fatica, lavorando come fattorino dopo le ore di scuolaAvevo già un gruppo con cui suonavo e non avrei mai immaginato che la musica sarebbe diventata così importante nella mia vitaForse lo capii lì, a quel concerto. A dir la verità sentii poco. Già al primo accordo, la musica era coperta dalle urla di entusiasmo, che si prolungarono per tutta la durata della canzone. Fu così per tutti i brani. Per «sentirla», la musica, dovetti canticchiarmela mentalmente, mentre le orecchie rubavano qualche suono qua e là. L'energia di quel giorno fu una folgorazione. Le registrazioni Uve dell'epoca testimoniano quello strano effetto e, quando mi capita di risentirle, sono felice perché rivivo il flash back di quell'emozione. Credo che il pubblico spesso non ascolti le canzoni, ma il proprio ricordo. Il mito sa creare suggestioni uniche. Sa riportare il ricordo allo stato di purezza, al pari di un diamante che.si era perso in un mucchio di carbone. Franz Di Cioccio P. S. A proposito, se vi capitasse di ascoltare John Lennon, da solo con la sua chitarra, in quei «nuovi» brani registrati in casa, potrete percepire l'essenza di un artista. Il ricordo, in questo caso, è allo stato puro perché, quando ha suonato, lo ha fatto solo per se stesso. Il mito riesce a generare questo effetto. Riesce a sublimare la nostra partecipazione come ascoltatori e ci fa sentire partecipi come se fossimo stati con Lennon, in quella stanza. ; I Una festa perduti mito

Persone citate: Franz Di Cioccio, John Lennon, Lennon, Pepe, Sergent Pepper, Sixties, Vigorelli

Luoghi citati: Internet, Liverpool, Milano, Regno Unito, Torino