LELLA COSTA

LELLA COSTA COLOSSEO LELLA COSTA Rifà la storia con i«se...» AL teatro Colosseo venerdì 27 e sabato 28 novembre alle 21 (biglietti 33 e 30 mila, informazioni allo 011/66.98.034) arriva Leila Costa con il nuovo spettacolo «Un'altra storia». Gabriele Vacis ne è autore, insieme con l'attrice, Bruno Agostini, Massimo Cirri, Sergio Ferrentino e Piergiorgio Paterlini. Un'eterna monologante. Una vitale semolatrice di pensiero. La Costa torna con una domanda importante da farci: un dubbio, un tarlo, un se che coinvolge addirittura la storia. Il «se», appunto è al centro di tutta la sua rappresentazione, che incomincia, simbolicamente, con un battesimo. «Rinuncio a Satana» rispondono padrino e madrina della piccola, mentre questa, tra un gorgoglio e l'altro, inizia a porsi i primi interrogativi della vita, fatta tutta di biforcazioni, di scelte, di cammini diversi da imboccare. Se Tenco si fosse sbronzato dopo la sconfitta a Sanremo, e invece di uccidersi si fosse imbarcato su una nave in rotta per l'America? E se vi avesse poi incontrato Berlusconi non ancora imprenditore a tutto raggio tra edilizia, tv, sport e politica, convincendolo a rimanere cantante da bastimento per sempre? E se ancora le Br avessero risparmiato Moro, e questi avesse raccolto sull'ambulanza le parole di Berlinguer morente? Piccoli e grossi granelli di sabbia, che inceppano il corso delle cose, sono il clou, dunque, dello spettacolo. «Immaginare la storia aiuta a sbarazzarci del passato» diceva Goethe, e Leila Costa, più modestamente puntualizza: lei gioca con i destini incrociati, spostando le pedine, prendendo vie traverse per tentare il futuro, per arrivare dove non si sa. In una notte vissuta nell'attesa di un'alba, quelle dell'attrice sono tante piccole storie di vicende umane costellate di domande destinate a rimanere senza risposta. Ma la Costa, si sa, continua per la sua strada, costellata di punti interrogativi che dal palcoscenico suole lanciare al pubblico, a chi la vuole sentire, a chi, affezionato, la segue da sempre. E' da scemi continuare a credere nei sogni? Lei lo fa per scelta, perché, dice, sarebbe molto ma molto peggio vivere senza utopie. In scena con la protagonista, Vacis ha voluto alcuni oggetti-simbolo, diapositive e buona musica (curata con scene e luci da Lucio Diana e Roberto Tarasco): da Tom Waits ai Blues Brothers. Cristina Caccia

Luoghi citati: America, Sanremo