A Holly con Massim Ranieri di Silvia Francia

A Holly con Massim Ranieri A Holly con Massim Ranieri SE il rifiuto d'amore segnala, senza possibilità di fraintendimento, il declino irrimediabile della propria esistenza. Se si vive in un tempo che non è più il nostro, relitti di un'altra epoca condannati alla deriva verso un futuro ostile. Sono casi della vita in discesa senza appigli: inquietanti possibilità dell'esistenza. Ma diventano vicende esemplari, se iscritte in una recente mitologia: quella fiorita attorno al cinema degli esordi, popolato di semidei immortali sulla pellicola ma caduchi, talvolta fragilissimi, nella realtà. Ce lo insegnano tutti i «viali del tramonto» che si sono spalancati come voragini dall'età dell'oro di Hollywood in giù. La caduta degli dei hollywoodiani ebbe, si sa, una sua epoca di massima frenesia: e fu quando il cinema americano diventò sonoro. E schiere di venerate icone mute si trovarono a fare i conti con le proprie voci, strumenti per nulla allenati a quell'inedita polifonia da set. In molti stonarono. Tra quelli che recitarono il proprio fatale canto del cigno, ci fu pure John Gilbert, attore che esordì nel 1915 come comparsa e che sfondò, entrando nella scuderia della Mgm e interpretando film come «La vedova allegra» diretto da Erich von Stroheim e poi l'acclamato «La grande parata» di King Vidor, tra i massimi successi dell'epoca. Proprio questa pellicola segnò la glorificazione definitiva del divo: e la Gilbert-mania esplose al punto che stormi di adolescenti attraversavano il Paese per raggiungere gli studios e ammirare dal vivo «The perfect lover». Fu proprio quando il passionale John stava a un passo appena dalla popolarità di Valentino, che incontrò, sul set di «La carne e il diavolo», la giovane Greta Garbo di cui il divo si innamorò subito. A resuscitare sul palcoscenico quella storia d'amore tormentata, impossibile e anche fatale per il povero Gilbert, è Massimo Ranieri, interprete all'Alfieri dall' 1 dicembre, di «Hollywood. Ritratto di un divo». Il musical, bene accolto da critica e pubblico nei mesi scorsi, è firmato da Gianni Togni per le musiche e da Guido Morra per i testi, mentre la regia è di Giuseppe Patroni Griffi. Ranieri, che recita e canta affiancato dall'esordiente Julka Bedeschi nei panni fascinosi della Garbo (i due nella foto del ti tolo) è, in scena, un Gilbert ormai in declino: cacciato dall'eden cinematografico non appena «profferì parola», costretto a mendicare particine e abbandonato dalla donna amata. Stranito dall'ubriachezza e dalla sbronza amara dei rimpianti, l'ex divo - ormai patetico sopravvissuto alla propria storia in bianco e nero - si ritrova tra le mani un vecchio messaggio della Garbo. E la giostra dei ricordi prende a ruotare vorticosamente, attorno alla fama perduta e al volto ieratico di una giovane attrice in carriera. Quella «stella» che nacque accanto alla sua morente. Quella donna che lui, ancora all'apice della popolarità, voleva sposare e da cui fu più volte rifiutato. Lo spettacolo cui partecipano oltre ai due protagonsti, una ventina di attori-cantanti e uno staff tecnico di 15 persone, si replica sino al 6 (alle 20,45, nei festivi alle 15,30, biglietti a 38-45 mila lire, informazioni allo 011/562.38.00). Silvia Francia A Holly con Massim Ranieri

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