Maya, cannibali per necessità

Maya, cannibali per necessità STORIA, GEOGRAFIA E ZOOLOGIA Maya, cannibali per necessità Perché non fu VAmerica a scoprire VEuropa PERCHE' è toccato a Cristoforo Colombo scoprire l'America e non è stato un americano a scoprire l'Europa? Una risposta molto convincente a questa domanda viene da una scienza sottovalutata dagli storici: la zoologia. Altro problema: perché gli antichi maya e aztechi praticavano una religione fondata sul cannibalismo? La risposta, ancora una volta, viene dalla zoologia e in particolare dalla zoogeografia. Ecco come. Il continente americano è stato colonizzato dall'uomo solo di recente: non prima dell'ultima glaciazione. L'arrivo dei migratori umani attraverso lo stretto di Bering colse di sorpresa i grandi mammiferi nordamericani, già decimati dal clima glaciale, e in poco tempo scomparvero mammut, cavalli, grandi carnivori e altra importante fauna locale. Così, fino all'arrivo di Colombo il continente americano rimase privo, o quasi, di animali domesticabili. Le uniche eccezioni erano i tacchini e i cani che, difatti, venivano allevati e mangiati. Ma non è facile allevarne molti, perché i tacchini vanno alimentati con cereali e i cani con carne. Tra il Vecchio Mondo e il Mesoamerica venne così a crearsi una frattura carica di conseguenze: da questa parte dell'oceano l'uomo disponeva di pecore, capre, buoi, bufali, cavalli, asini, cammelli, maiali, elefanti, cani, oche, anatre, galline e altro ancora. Questi animali fornivano car¬ ne, latte, forza lavoro (per trasporti e aratura), pelli e uova. Dall'altra parte dell'Atlantico, come abbiamo detto, mancava tutto questo bendidio. Ecco perché da noi l'evoluzione tecnologica è stata più veloce e, alla fine, è stata l'Europa a scoprire l'America, e non viceversa. L'uomo può vivere anche senza alimentarsi di carne, perché tutte le piante contengono un po' di proteine. Ma nessun vege tale contiene nelle proporzioni giuste tutti "gli amminoacidi di cui abbiamo bisogno. Una dieta vegetariana funziona solo se si utilizzano numerose specie di piante e se viene integrata con latte o formaggio. In mancanza di tutto questo, l'uomo sente un forte bisogno di carne. In tutto il mondo, Europa compresa, nel corso delle grandi carestie ci sono sempre stati casi di cannibalismo, ma in misura piuttosto ridotta. Ben diversa era la situazione, in epoca precolombiana nell'altopiano centrale del Messico. In quest'area, che arrivò ad ospitare fino a due milioni di abitanti, il fabbisogno proteico non poteva essere soddisfatto dalla caccia né, come abbiamo visto, dall'allevamento. Ecco perché, come raccontano gli storici, questo fu il teatro dei più grandi festini antropofagi che siano mai avvenuti. Ci sono sempre stati sacrifici umani nell'antichità. Persino in Grecia, ai tempi della battaglia di Salamina, il generale Temistocle fece immolare tre prigionieri persiani affinché gli Dei concedessero la vittoria ai greci. E fino al primo secolo avanti Cristo anche i romani praticarono, sporadicamente, sacrifici umani. Non parliamo poi dei celti e di altri «barbari». Anche la storia di Abramo, che si appresta a sacrificare Isacco, non è che un ricordo del processo evolutivo che ha sostituito gli animali (l'agnello sacrificale) all'uomo. Propaggine estrema di questa evoluzione è il rito dell'eucarestia. Ma torniamo al Mesoamerica. Anche i maya e erano gli aztechi avevano, come tutti, la tradizione dei sacrifici umani, ma con una differenza: uomini affamati di proteine. Per soddisfare il loro bisogno fisiologico dovevano immolare moltissimi prigionieri e per far ciò dovevano organizzare incursioni e guerre. E infatti per secoli i maya, e soprattutto gli aztechi, terrorizzarono i loro più debolivicini con frequenti campagne militari. La fine di ogni razzia veniva celebrata con grandi feste popolari che prevedevano l'uccisione di centinaia o anche migliaia di prigionieri sugli altari posti in cima alle piramidi. I sacerdoti, brandendo un coltello di ossidiana, strappavano alla vittima il cuore ancora palpitante per offrirlo alla divinità e il corpo, dopo essere stato decapitato, veniva fatto rotolare giù per i ripidi gradini della piramide. Successivamente veniva smembrato per essere distribui¬ to e mangiato. Anche in tempo di pace non passava giorno senza che qualche prigioniero, o qualche schiavo, venisse sacrificato. Tutti gli altari e i templi erano perennemente imbrattati di sangue e numerosi teschi adornavano le vie e le piazze. Bernal Diaz, che si trovava nella capitale azteca, scrive intorno al 1520 che nella piazza di Xacotlan erano allineati ordinatamente più di centomila teschi umani. E' evidente che questi sacrifici di massa, per quanto numerosi e frequenti, non potevano far fronte al fabbisogno proteico di tutto il popolo, ma questo non ha molta importanza. Conta invece il fatto che la classe dirigente, i sacerdoti e i militari, potessero usufruire queste proteine. Sono costoro, dopotutto, che decidono le guerre e le cose alle quali tutti devono credere. Questo modo «zoologico» di interpretare la storia (sviluppato dall'antropologo Marvin Harris e dai sostenitori del materialismo culturale) trova un'interessante conferma nelle altre società del continente americano. A Nord e a Sud del Messico, infatti, sono esistite numerose etnie e civiltà che però non sono mai state, o quasi, cannibali. Secondo il paradigma citato, questo fatto si spiega facilmente ricordando che gli indiani delle praterie nordamericane si procuravano facilmente proteine cacciando i numerosi bisonti e altra selvaggina, risorse che rendono inutile il cannibalismo. Analogamente, nell'emisfero Sud gli inca potevano sempre ricavare un po' di proteine dai lama e dalle cavie. In ogni territorio il popolamento animale è un fattore importantissimo per la forma che dovranno assumere le società umane che lo abitano. Lo sviluppo della caccia, piuttosto che lo sviluppo dell'allevamento o dell'agricoltura, la pace, la guerra, la religione, la morale e il modo di vivere degli uomini, non si possono capire a fondo se si trascura il molo degli animali. AldoZullini Università di Milano Fino all'arrivo di Colombo, nel Nuovo Mondo c'erano pochi animali domestici e commestibili L'antropofagia, diffusa anche fra gli Aztechi, fu giustificata dal fatto che mancavano le proteine rano utti, mani, nche altaidi. I tello adornBernacapitaqudopore e lno cr A fianco ritratto di Colombo. Sotto, scultura azteca in pietra raffigurante un giaguaro usata per contenere i cuori umani dei sacrificati Al centro monolite scolpito di cultura azteca Nel disegno grande a lato frammento di statua della cultura oteca (Maya) Nel disegno grande a lato frammento di statua della cultura zapoteca (Maya)

Persone citate: Bernal Diaz, Cristoforo Colombo, Marvin Harris, Salamina, Vecchio Mondo

Luoghi citati: America, Europa, Grecia, Messico, Milano