Heisenberg batte Heidegger
Heisenberg batte Heidegger EPISTEMOLOGIA Heisenberg batte Heidegger Rileggiamo la polemica tra il fisico e ilfilosofo HEIDEGGER e Heisenberg (in breve H&-H) furono esponenti di alto prestigio della cultura tedesca nel periodo 1920-1970, il primo come sommo filosofo e il secondo come uno dei più grandi fisici di tutti i tempi. Entrambi furono testimoni delle tragedie della seconda guerra mondiale, ma Heidegger fu per un breve periodo membro del partito nazionalsocialista. Anche Heisenberg fu duramente criticato per la sua partecipazione al fallito programma nucleare tedesco. Un articolo di Otto Poeggeler (International Journal of Philosophical Studies, 1993) illustra la disputa H&H svoltasi a più riprese lungo l'arco di un mezzo secolo e che tocco numerosi problemi riguardo al ruolo della scienza nella società. L'articolo ò troppo lungo per essere esaminato in dettaglio ma ci dà lo spunto per alcuni commenti. In primo luogo chi proviene dal mondo scientifico ha gravi difficoltà a comprendere il pensiero di Heidegger che esplode in un diluvio biblico di neologismi a volte intraducibili e comunque non compiutamente formalizzati. D'altro canto ancora oggi i filosofi trovano insondabili le profondità della meccanica dei quanti, altri invece, sulla scia della New Age, aggiungono ai quanti postille mistiche deliranti delle quali i fisici farebbero volentieri a meno. Non a caso il dibattito HS\H appare come un dialogo tra sordi e il suo fallimento e quello di tanti tentativi di questo genere non desta stupore. All'epoca Heisenberg era convinto di poter derivare tutta la fisica delle particelle elementari dalla teoria della Urmaterie, una generalizzazione non lineare dell'equazione di Dirac valida per l'elettrone ma dopo un fuoco di paglia la proposta affondò nel scetticismo generale. L'Urmaterie preoccupò invece non poco Heidegger, secondo cui la «formula finale» avrebbe stabilito il dominio tra popoli alla conquista del mondo secondo un processo storico iniziato con gli esperimenti di Galileo sulla caduta dei gravi. Nella polemica risalta il suo assoluto disinteresse nei riguardi dei contenuti conoscitivi ed estetici della scienza, la continua confusione tra scienza e tecnologia e la maggiore apertura culturale di Heisenberg, fra l'altro uno splendido pianista a lungo indeciso se darsi ai concerti o alla fisica. Come fece acutamente notare Cari Friedrich von Weizsaecker, i dialoganti sono riusciti a leggere il Fedro di Platone giungendo a conclusioni diametralmente opposte. Heisenberg apprezzava moltissimo la parte che riguardava Eros e l'ascesa della conoscenza, Heidegger considerava invece la discussione che nel dialogo segue l'Eros e che tratta della scoperta della verità come il punto più alto della filosofia greca. Sotto questo aspetto il dibattito H&H è emblematico ma non unico e si è ripetuto sotto varie etichette culturali e a vari livelli fino alla querelle odierna tra ambientalisti e tecnologi. Più che indulgere in una sterile polemica varrebbe forse capire le ragioni della spaccatura secolare tra cultura scientifica e umanistica e tra idealismo e positivismo che di quelle hanno esaltato gli aspetti più caricaturali. Kant esaltava «il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me» e a lui risale la prima interpretazione corretta delle nebulose a spirale come galassie. L'amico Vattimo, a cui ho chiesto come mai non avesse preso 10 spunto da Kant, mi ha risposto con franchezza che la scienza è andata così avanti da divenire incomprensibile, e in effetti è molto difficile seguirne il cammino se non si è del settore. Tuttavia i principi fondamentali che due secoli fa erano alla portata di Kant e lo affascinavano sono ancora validi e accessibili a tutti; lo stesso Voltaire era ben al corrente della legge di gravitazione universale. Dalla discussione con Heisenberg emerge chiaramente che Heidegger dava la precedenza alla Besinnung (riflessione) sulla scienza e considerava la poesia e la propria filosofia come verità ultima, una conclusione che non desta stupore ma su cui nutro dubbi, anche perché vizio comune di quasi tutti i filosofi. Del teorema di Goedel che illumina nel profondo il concetto di verità e incompletezza nella matematica e di riflesso nelle altre scienze non appare traccia nel dibattito forse perché ricco di sottigliezze formali che lo rendevano inaccessibile. Di fronte al sostegno della follia di Hitler rimane comunque inesplicabile 11 terrore di Heidegger nei riguardi della innocua e astratta teoria della Urmaterie: cara Besinnung, se ci sei batti un colpo. Tullio Regge Politecnico di Torino Un pensatore alquanto sordo verso tecnica e razionalità Il nazismo e l'illusione della formula «finale» A sinistra il fisico Heisenberg A destra il filosofo Heidegger
Luoghi citati: Torino
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