Va in orbita una piccola Onu

Va in orbita una piccola Onu LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE Va in orbita una piccola Onu 113 dicembre si inizia Vassemblaggio FINALMENTE al via la stazione spazialo internazionale. Dopo anni di studi, modifiche e rinvìi, il 20 novembre un razzo Proton decollato da Baikonur ha portato in orbita il primo elemento della città delle stollo: il modulo Fgb, recentemente ribattezzato Zarya, che in russo significa «alba». Il 3 dicembre toccherà allo shuttle F.ndeavour partire con il secondo pezzo: uno dei tre «nodi» attorno ai quali verranno attaccati i diversi laboratori. Una volta terminata, questa colonia a 400 chilometri dal suolo avrà lo dimensioni di uno stadio e una massa di 420 tonnellate. Ospiterà in permanenza 6-7 astronauti in uno spazio grande come la cabina di un Boeing 747, quattro volte il volume interno della staziono russa Mir. I sistemi di bordo, controllati da 52 computer, avranno 13 chilometri di cavi elettrici. Dicevamo dei ritardi. L'ultimo rinvio, di cinque mesi, era stato deciso alla fine di maggio, quando le agenzie spaziali dei paesi partner hanno dovuto prendere atto delle difficoltà della Russia a completare nei termini provisti la costruzione del terzo elemento della stazione: il modulo di servizio, un cilindro lungo 13 metri, destinato ad accogliere i primi astronauti. Alle già notevoli difficoltà di realizzare un progetto basato sulla cooperazione di 15 paesi (Stati Uniti, Canada, Brasile, Giappone, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Olanda, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Russia: una piccola Onu dello spazio), che impegna centomila persone e il cui costo complessivo è attorno ai 60 miliardi di dollari, si sono aggiunti i problemi economici della Russia. E che, nonostante gli aiuti occidentali, l'agenzia spaziale russa navighi in cattive acque, lo dimostra la strana richiesta fatta pochi giorni dal lancio del modulo Zarya: mutare l'orbita provista por avvicinarsi alla staziono Mir, ormai abbandonata, e corcare di recuperare alcune apparecchiature. Proposta respinta perché avrebbe comportato complicazioni tecniche e nuovi ritardi. Se la tabella di marcia verrà rispettata, la stazione spaziale internazionale sarà ultimata nel gennaio 2004. 1 primi inquilini, però, arriveranno già all'inizio del 2000, a bordo di una Soyuz. L'equipaggio sarà composto da un comandante americano, Bill Sheperd, e da due russi, il comandante della Soyuz Yuri Gidzenko o l'ingegnere di volo Sorgoi Krikalev. Resteranno nello spazio por cinque mesi. A partire dal novembre 2002, potranno essere ospitati sei astronauti. In tutto, la costruzione della stazione internazionale richiederà 45 missioni, con l'impiego della navetta americana o dei lanciatori russi Proton e Soyuz. L'Italia ha un ruolo di primo piano. Nello stabilimento Alenia Aerospazio di Torino stanno nascendo il laboratorio europeo Columbus (sarà lanciato tra la fine del 2002 e l'inizio del 2003) e i «nodi» numero due e tre. L'industria italiana costruisce anche i tre moduli logistici pressurizzati che verranno usati dalla Nasa per trasportare nella stiva dello Shuttle attrezzature e rifornimenti alla stazione spaziale. Il primo, intitolato a Leonardo da Vinci, è partito alla fine di luglio da Caselle, diretto a Cape Canaveral: è stato in assoluto il primo pezzo destinato al villaggio orbitale ad essere pronto, con 17 mesi di anticipo rispetto al primo volo, provisto alla fine del prossimo anno. 1 ritardi hanno scombinato, tra le altre cose, la sequenza dei voli Shuttle. Cosi, dopo la missione Sts-95, quella di nonno Glenn, tocca ora alla Sts-88, il cui compito principale sarà portare in orbita Unity, il primo dei tre elementi di raccordo (nodi) della stazione, e collogarlo al modulo Zarya, costruito e lanciato dai russi, ma finanziato dalla Nasa e di proprietà dell'agenzia americana. La partenza dello shuttle En deavourè prevista il 3 dicembre dalla rampa 39B del Kennedy Space Center. A bordo della navetta, cinque astronauti: il comandante Robert. Cabana, il pilota Frederick Sturckow o gli specialisti di carico Nancy Currie, Jerry Ross e .lini Newman. A questi ultimi due spetta il compito di svolgere le tre «passeggiate» extraveicolari necessarie per unire i vari cablaggi tra i duo elementi: i moduli Zarya e Unity non si sono mai incontrati prima e non è mai stato fatto alcun accoppiamento di prova a terra. Zarya, un cilindro lungo 12 metri, servirà come modulo di controllo, fornendo energia e propulsione nelle prime fasi di vita della stazione spazialo. Unity, è lungo 10 metri e pesa 12 tonnellate. Costruito presso il Marshall Spaco Flight Center di Huntsville, in Alabama, è dotato di sei punti di attracco, ai quali verranno successivamente collegati altri elementi della stazione. La missione di Endea vour, che prevedo anche il rilascio in orbita di un piccolo satellite scientifico costruito dall'Argentina, dovrebbe concludersi dopo 11 giorni sulla pista del Kennedy Space Center. Giancarlo Riolfo Una impresa da 60 miliardi di dollari con Usa, Russia, Italia, Giappone La Stazione spaziale internazionale come apparirà quando sarà completata, nel 2004 (salvo nuovi slittamenti, quasi certi) La massa è di 420 tonnellate: orbiterà a 400 km dal suolo. Vi collaborano 15 Paesi: una piccola Onu in orbita